Politica
2 Dicembre 2013
L'assessore al bilancio severo col Pd: "Assecondata la follia della politica nazionale senza imporre la nostra agenda"

Marattin: “Su Imu uno spettacolo pietoso”

di Ruggero Veronese | 7 min

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admin-ajax (14)Imu, Tasi, Tari, Iuc. Difficile districarsi tra i continui cambi di nome e di normative che ruotano attorno alle imposte immobiliari, sempre più al centro dei delicati equilibri politici che reggono il governo. Con l’introduzione della Iuc l’esecutivo rimborserà ai Comuni solo l’aliquota base della seconda rata sulle prime case, lasciando ai Comuni l’onere di coprire il 40% del gettito extra. Una decisione che ha già sollevato i malumori dell’Anci e di tutti quei Comuni che dovranno chiedere un ulteriore sforzo economico ai propri cittadini, ma che è stata accolta invece con favore dalle amministrazioni che avevano scelto di rinunciare all’aliquota aggiuntiva rimborsata dallo Stato lasciando l’Imu al valore base. Su questo fronte, già appoggiato nei giorni scorsi dal segretario provinciale Uil Massimo Zanirato, si ritrova anche l’assessore al bilancio Luigi Marattin, che risponde ad alcune domande di Estense.com sulle imposte immobiliari e su alcuni dei principali temi economici locali.

Assessore Marattin, il 16 dicembre si torna in Consiglio Comunale per l’approvazione del bilancio di previsione 2014. Ci ricorda le principali misure in esso contenute?

Innanzitutto per il terzo anno consecutivo siamo il primo Comune capoluogo in Italia ad approvare il bilancio, e lo facciamo in dicembre, mentre molti Comuni (ad esempio Roma e Milano) hanno appena approvato il preventivo per l’anno in corso. Lo consideriamo un segno di serietà da non trascurare. Questo bilancio completa un percorso di risanamento iniziato nel 2010, cominciando a restituire ai cittadini i frutti di tali scelte. Mentre la maggior parte dei Comuni alza le tasse, noi quest’anno facciamo la scelta opposta: abbassiamo l’addizionale Irpef, rimettendo due milioni di euro in tasca ai ferraresi (con benefici maggiori per lavoratori dipendenti e pensionati) e azzeriamo la nuova tassa (Tasi) su attività produttive e inquilini, rinunciando ad un gettito di oltre 8 milioni di euro. Avevamo promesso di abbattere il debito pubblico di svariate decine di milioni di euro, e l’abbiamo fatto: il  mandato del sindaco Tagliani si conclude con quasi 50 milioni di euro di debito in meno (quasi il 30%). Non è solo un fatto di equità intergenerazionale: grazie a questa scelta, rispetto al 2008 risparmiamo 6,6 milioni di euro di spesa corrente per il pagamento dei mutui. Infine, il bilancio 2014 non solo non prevede tagli significativi ai servizi comunali, ma stanzia i soldi per l’apertura di 60 nuovi posti nell’asilo di Via del Salice, perché consideriamo il sociale (soprattutto i servizi all’infanzia) una priorità per la nostra comunità. Chiunque può visionare le nostre scelte sul sito del Comune di Ferrara (consultabile a questo indirizzo, ndr)

C’è molta confusione attorno alle continue modifiche alla disciplina dell’Imu, in cosa consiste la nuova normativa? Che differenze ci sono tra Iuc e Imu? È d’accordo con la riduzione dell’incremento delle rendite catastali nel prossimo biennio?

In questi giorni il Paese si sta accorgendo di quello che molti di noi denunciavano da tempo: sulla tassazione immobiliare è andato in onda, negli ultimi mesi, uno spettacolo pietoso. Per accontentare un capriccio politico di Berlusconi e Brunetta – che ora, ironia della sorte, sono all’opposizione – hanno creato un caos imbarazzante e senza precedenti. In poche settimane la tassa ha cambiato nome cinque volte, ma rimane sempre la stessa identica cosa. Alla fine hanno deciso di chiamarla Iuc, ma funzionerà esattamente come l’Imu, per filo e per segno. Hanno solo fatto perdere centinaia di ore a amministratori e dirigenti comunali, che hanno cercato di seguire la follia di una politica nazionale che ormai vive su un altro pianeta rispetto a tutti noi. Su questo sono molto severo anche nei confronti del mio partito, che ha assecondato uno spettacolo del genere senza saper imporre la propria agenda.

Tra le novità introdotte dall’imposta Iuc c’è anche l’impsota a carico degli inquilini in affitto, che ripercussioni avrà sulla realtà ferrarese?

L’imposta Iuc unisce Imu, Tari e Tasi, ma avendo deciso di non applicare la Tasi su attività produttive e inquilini, per noi non si applicherà la tassa su chi vive in immobili in affitto.

Pochi mesi fa lei e amministratori di altri Comuni criticavate l’idea di rimborsare anche il gettito dell’aliquota extra dell’Imu oltre a quella base, visto che in quel modo si penalizzavano proprio i Comuni che avevano scelto di non alzare l’imposta. Ora che il governo ha seguito la vostra linea insorgono gli amministratori che dovranno chiedere la quota extra ai cittadini. Come vede questa situazione? Qual’è la vera definizione di Comune virtuoso?

Non mi permetto di metter bocca sulle scelte di bilancio di altri amministratori; ogni Comune è diverso e, ad esempio, è molto più difficile tagliare la spesa nei comuni molto piccoli, a causa di minori leve di entrate e maggiore rigidità sulla spesa. Così come la parola “virtuoso” non significa nulla, e infatti lo stesso Governo ha cambiato decine di volte – fino ad annullarli – i parametri di virtuosità. Tuttavia in tutta onestà – e a titolo personale – faccio fatica a ritrovarmi nella cosiddetta “rivolta dei sindaci” sulla vicenda della seconda rata Imu. Il governo rimborsa il gettito Imu ad aliquota base (4 per mille); se un Comune ha ritenuto opportuno aumentarla, il governo rimborsa anche il 60% dell’aumento, lasciando però da pagare ai cittadini il restante 40%. A Ferrara abbiamo lasciato l’aliquota base, quindi i cittadini non dovranno pagare nulla. Trovo sbagliato il fatto che il Governo abbia deciso tutto ciò all’ultimo minuto, rompendo un patto con i sindaci e creando molta confusione; tuttavia sarebbe stato anche sbagliato, secondo me, rimborsare l’aliquota piena perché avrebbe messo sullo stesso piano comuni che hanno preferito alzare le tasse e quelli che invece hanno fatto sacrifici sulla spesa. Negli ultimi tre anni abbiamo visto decine di situazioni molto più scandalose in cui una “rivolta dei sindaci” – soprattutto da parte dell’Anci – sarebbe stata molto più giustificata (tagli a bilanci già chiusi, obbligo di versare allo Stato il 10% delle vendite patrimoniali di un Comune, impossibilità di abbassare le tasse comunali sulle imprese, la sproporzione dei tagli, la vicenda dello sconto del 30% sulle multe, la struttura del Patto di Stabilità ecc).

Questa spaccatura tra amministratori locali rispecchia soltanto interessi locali o è anche la manifestazione di diverse visioni politiche? Lei è da sempre un “renziano” di ferro, c’è convergenza su questi temi tra i comitati in Italia che sostengono il sindaco di Firenze?

Non saprei, io le ho detto la mia opinione personale. Onestamente non so cosa ne pensi Matteo e non ho avuto modo di confrontarmi con altri amministratori, come li chiama lei, “renziani”.  Ma chi mi conosce sa che ho l’abitudine di esprimere il mio pensiero senza prima cercare paracaduti rassicuranti. C’è chi lo giudica il mio peggior difetto, tra i tanti che ho. In linea generale, aderire alla sfida di Renzi per cambiare il Pd e l’Italia è qualcosa di più grande del pensarla esattamente allo stesso modo sulle modalità tecniche di rimborso una-tantum della seconda rata di un’imposta. Ad esempio, significa pensarla allo stesso modo su come vada radicalmente cambiato il Patto di Stabilità. Proprio a Ferrara, un mese fa, abbiamo presentato una proposta precisa e concreta alla presenza del braccio destro di Renzi, l’onorevole Luca Lotti.

Cambiando argomento, nei bilanci fino al 2016 dovranno essere accantonate risorse in vista di un eventuale insuccesso nella causa Dexia. Può quantificare queste risorse, e crede che ci siano buone probabilità che la corte londinese accolga le istanze del Comune di Ferrara?

Tra i successi di quest’amministrazione c’è anche quello di aver chiuso il derivato Dexia, aperto nel 2002 su consiglio dell’allora City Manager Valentino Tavolazzi, che poi ne è curiosamente diventato il più fiero nemico. Avremmo preferito chiuderlo in modo diverso e avevamo trovato una soluzione nel 2011, ma il Collegio dei Revisori dell’epoca (guidato dal Prof.Fabio Donato) ci obbligò a perseguire un approfondimento legale dal quale nacquero i presupposti per l’annullamento, fatto nel luglio 2012. Ora siamo in causa, e stiamo accantonando – e continueremo ad accantonare – fino all’ultimo centesimo. Se l’esito sarà negativo, non ci sarà quindi alcuna ripercussione sui bilanci futuri (a differenza di quanto abbiamo dovuto fare noi, ad esempio, col caso Lageder). Se invece dovessimo vincere la causa, ci troveremmo con diversi milioni di euro da spendere per rendere la nostra città ancora più bella.

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