Cronaca
7 Settembre 2013
L'accusa: "l'Aism ha promosso un pesante attacco alla libertà di ricerca scientifica"

Ccsvi-Sm: una replica allo studio Cosmo

di Daniele Oppo | 3 min

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scansioneArriva, da parte dell’associazione di malati e familiari Ccsvi nella sclerosi multipla una replica, l’ennesima, ai risultati dello studio Cosmo -la ricerca finanziata de Aism-Fism che escluderebbe la correlazione tra la sclerosi multipla (Sm) e l’Insufficienza venosa cronica cerebro spinale (Ccsvi)- che viene presentato oggi venerdì 6 settembre a Milano.

L’associazione, oltre a ribadire le proprie perplessità già espresse più volte sia sul metodo che sul merito, evidenzia “le dense ombre e i pesanti dubbi” che lo studio mostrerebbe “partendo dall’assunto che Cosmo è solo uno dei tanti studi sonologici compiuti nel mondo su questa materia, la maggior parte dei quali conferma quanto indicato dal professor Paolo Zamboni sulla Ccsvi la sua correlazione con la Sm, e la terapia da lui proposta, l’angioplastica percutanea transluminale (Pta)”.

Lo studio Cosmo deporrebbe infatti per una sostanziale non correlazione tra Ccsvi e sclerosi multipla, dato che solo nel 3,26 % delle persone con Sm è stata riscontrata la Ccsvi, e che analoghe percentuali sono state rilevate nei pazienti con altre malattie neurologiche e nei controlli sani. Ma, fanno notare dall’assaciazione, “Cosmo non è stato ancora pubblicato nonostante sia passato un anno dalla sua prima presentazione. Questo significa che la comunità scientifica internazionale (e quella dei malati) è tuttora impossibilitata ad analizzarlo approfonditamente e a valutarne criteri, metodi e peso scientifico. Ciononostante -continua il comunicato- l’Aism, contestualmente alla pubblica diffusione delle anticipazioni sulle proprie evidenze, ha promosso un pesante attacco alla libertà di ricerca scientifica, rivolgendosi nei propri numerosi comunicati anche ai ricercatori e alle pubbliche istituzioni che governano la sanità in Italia affinché vengano fermate le ricerche in corso sulla Ccsvi, con particolare riferimento a quelle interventistiche, auto promuovendo il proprio studio come definitivo e risolutivo della ricerca su Ccsvi e Sm”.

Al contrario, per i sostenitori della teoria di Zamboni, pur ammetendo che i tanti studi sulla correlazione fra le due patologie abbiano portato ad un ampia variabilità nei risultati, “la loro complessiva significatività statistica è stata comunque dimostrata” sia da uno studio di meta-analisi canadese che da quello più recente del neurologo greco Georgios Tsivgoulis (che però, come riportato da Estense.com, proprio sulla variabilità dei risultati propone una conclusione avversa alla correlazione fra Ccsvi e Sm).  Inoltre, “studi clinici randomizzati e controllati e -accusa l’associazione-  indipendenti, a differenza di Cosmo”, in corso sia in Italia che nel resto del mondo “diranno molto ancora anche su questo argomento, oltre che sulla sicurezza ed efficacia della Pta nei malati di Sm”.

“Nessuno studio può autopromuoversi come l’unico e definitivo, in medicina” concludono dall’associazione che ha il timore che Aism cerchi di fare da freno alla ricerca diffondendo come decisivi e dirimenti i risultati del proprio studio: “riteniamo che non debba trovare seguito quanto auspicato da Aism, ovvero che Cosmo costituisca una ragione di freno alla libera ricerca scientifica sulla Ccsvi -affermano-  e auspichiamo che questo studio sia valutato come uno dei tanti studi sonologici finora prodotti, il cui significato ultimo a noi sembra quello di confermare il peso dei fattori di variabilità, quando non adeguatamente controllato, sui risultati dell’indagine sonologica, piuttosto che fornire informazioni sul livello di associazione tra Ccsvi e Sm”.

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