Apprendo con qualche ritardo che la curia diocesana, con l’approvazione dell’arcivescovo, ha proibito di tenere un concerto nella chiesa dell’abbazia di Pomposa dedicato all’esecuzione di sonate per violino solo di J. S. Bach. Ciò è avvenuto in base a una pedissequa applicazione di una disposizione della Congregazione del culto divino. Essa proibisce nelle chiese l’esecuzione di musiche profane. Ignoro il programma dettagliato del concerto, ma è ben possibile che preveda anche la Sonata in sol minore per violino solo (BWV 1001). Se si segue un determinato sistema di decodificazione di stampo cabalistico in voga in epoca barocca, la sonata si rivela una trascrizione musicale di questo testo: «ex Deo nascitur, in Christo morimur, per Spiritum sanctum reviviscimus». Nascere in Dio, morire in Cristo, risorgere per opera dello Spirito santo: c’è qualcos’altro più attinente alla fede cristiana di queste affermazioni?
In questa vicenda qualcosa di profano sicuramente c’è ed è la miope ignoranza che alberga nella curia arcivescovile. La linea da seguire sarebbe stata un’altra, concedere il permesso subordinandolo, però, a una breve illustrazione del valore spirituale di quella musica. Ma per far ciò occorre preparazione e apertura mentale.