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14 Luglio 2013
Il tecnico torna a Ferrara dopo sette anni alla guida del nuovo corso biancazzurro: «Una gioia indescrivibile»

Leo Rossi ritrova la “sua” Spal

di Federico Pansini | 4 min

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Da sinistra Colombarini, Rossi e Vagnati: proprietario, allenatore e diesse della nuova Spal

Non è semplice, anche per chi come Leonardo Rossi è sempre stato misurato nell’esternare le emozioni, trattenere la felicità di un ritorno a casa. Sarà il tecnico laziale, nativo di Atina ma ferrarese di adozione, a guidare in panchina il nuovo corso biancazzurro targato Colombarini-Mattioli-Bulgarelli dopo il passaggio di consegne societario avvenuto in Comune venerdì.

A mente fredda, ripulita dal susseguirsi di colpi di scena delle ore concitate che hanno caratterizzato la trattativa tra Benasciutti e il duo Colombarini-Bulgarelli, il nuovo allenatore biancazzurro si confessa a ruota libera tra presente, passato e futuro della Spal.

«Quali sensazioni? Una felicità incommensurabile, una gioia senza fine – racconta Rossi -. Venire, o meglio, tornare a fare calcio nella città che sento casa mia a tutti gli effetti è qualcosa di indescrivibile e sono entusiasta di questa possibilità che si è concretizzata nello spazio di due giorni. Siamo un po’ frastornati perchè tutto è accaduto così velocemente, ma la soddisfazione è tantissima». Quello tra il tecnico e la Spal è un legame mai spezzatosi, nonostante dopo la positiva stagione 2006-2007 (allora serie C2, biancazzurri superati nella doppia semifinale promozione dalla Paganese; ndr) le strade di Rossi e del sodalizio estense guidato all’epoca da Gianfranco Tomasi si siano staccate: «Mi piace al proposito pensare e dire che oggi riparto da dove ci siamo lasciati. Ho ancora negli occhi l’entusiasmo che quella squadra aveva saputo creare, le 7mila persona al “Paolo Mazza” nella semifinale di ritorno con la Paganese: voglio e vogliamo ricreare quei presupposti. Lasciare la Spal allora fu doloroso, nonostante avessi accettato con rispetto le decisioni della dirigenza dell’epoca: col senno di poi quella decisione non ha portato i frutti sperati».

Sei anni più tardi, Rossi torna sulla panchina del Mazza alla guida di un progetto che restituisce il calcio professionistico a Ferrara dopo l’anno di purgatorio in serie D: «Non ci nascondiamo di certo, l’obiettivo è quello di arrivare tra le prime 8 in classifica perchè con la riforma del campionato dalla stagione 2014-2015, classificarsi in quelle posizioni significa ottenere la promozione automatica nel torneo unico di Lega Pro. Il compito che ci viene chiesto è questo ed è questo che noi vogliamo portare a termine».

Come risaputo, i giocatori della Giacomense con l’operazione societaria finalizzata nelle scorse ore, diventano automaticamente i componenti della rosa spallina. Ed al proposito Rossi lancia un messaggio alla squadra e guarda pure al mercato: «Dal prossimo lunedì, quando partiremo con la preparazione al nuovo campionato in Via Copparo, inizieremo a “martellare” i ragazzi: per loro è una grandissima occasione e non devono lasciarsela sfuggire. Ci sono giovani che hanno le capacità per ben figurare ed a loro, come già hanno spiegato il presidente Mattioli e il Direttore Vagnati, andremo ad aggiungere qualche elemento di esperienza, capace di portare esperienza, qualità e di fare da chiocchia ai ragazzi che devono crescere. Idee tattiche? Saranno diverse rispetto alla mia prima esperienza da allenatore a Ferrara. In quella squadra c’era un campione come Sesa che andava sfruttato come trequartista: in questa nuova squadra avremo alternative per cambiare pelle in corsa, ma se vogliamo parlare di numeri il 4-4-2 è il modulo che ultimamente ci ha dato grosse soddisfazioni. Ora però dateci il tempo di organizzare al meglio tutto quanto: tra una settimana si parte per una grandissima avventura in una città dove il calcio è vita». Proprio riguardo alla programmazione delle prossime settimane, il trainer spiega nel dettaglio le tappe: «Lunedì 22 luglio il ritrovo a Ferrara, poi dopo tre giorni di lavoro partiremo per Sant Agata Feltria, dove faremo il ritiro di dieci giorni. Avremo due/tre amichevoli in quel periodo, e magari se riusciremo ne organizzeremo una ad inizio agosto a Ferrara, perchè vogliamo presentare la squadra al nostro pubblico, cercando di coinvolgerlo da subito. E’ un nostro obiettivo prioritario, visto che a livello umano negli ultimi anni a Ferrara non è stato fatto».

Rossi ha vissuto da spettatore, non senza sofferenza, le tormentate vicende spalline degli ultimi anni: «E’ stato un peccato vedere sperperare e buttare al vento in serie tante, troppe occasioni. Poi nella vita passano alcuni treni e sono anche dell’idea che la vecchia società (di Benasciutti; ndr) sia stata brava a raccogliere questa occasione e lasciare la Spal in mano a persone serie. Dove non si parlerà più di stipendi mancanti, perchè questi saranno regolarmente pagati».

L’ultimo pensiero del nuovo tecnico biancazzurro è per i tifosi spallini: «Ricordo ancora i cori che mi aveva dedicato la Curva in quell’ultima partita da allenatore al “Paolo Mazza”, se ci penso mi viene la pelle d’oca. Ripeto: ripartiamo da questo, dall’obiettivo di ricreare quella grande sinergia che all’epoca era nata tra il pubblico e la squadra. Conosco i nostri tifosi, si tratta di persone che sanno guardare il calcio e riconoscere i valori umani: sono certo che non potranno che apprezzare la bontà, gli intenti e la serietà di questo nuovo esaltante progetto».

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