Politica
10 Giugno 2013
Primi incontri sul Liquid Feedback: "Le nuove tecnologie ci permettono di riprendere in mano la vita del paese"

Ppf e Partito Pirata, lista da e-democracy

di Ruggero Veronese | 4 min

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image1Progetto per Ferrara e Partito Pirata insieme alle amministrative del prossimo anno? “Non è escluso, ma lo decideranno i cittadini, non noi”. Intanto le prove generali vengono affidate all’e-democracy. “Crediamo – spiegano Gianfranco Pozzati, membro ferrarese del Partito Pirata, e Valentino Tavolazzi, fondatore di Progetto per Ferrara – che il rapporto tra rete e democrazia sia irreversibile. Le nuove tecnologie consentono di realizzare quell’idea di partecipazione che era possibile per gli antichi ateniesi”. E il mezzo sarà il liquid feedback, uno strumento di partecipazione diretta ai meccanismi decisionali, diffuso soprattutto nel Nord Europa, che si propone di superare molti problemi delle democrazie moderne, in particolare quelli legati al concetto di rappresentanza.

“Martedì 11 giugno a Pontelagoscuro – annuncia Tavolazzi – presenteremo ai cittadini il frutto della collaborazione tra Ppf e Partito Pirata, con un progetto che non è una semplice prova di democrazia diretta, ma un appello ai cittadini a svolgere il proprio ruolo di elettori”. Un discorso che chiama in causa la responsabilità dell’elettorato nella vita pubblica, in un momento in cui secondo il leader Ppf “le nuove tecnologie consentono alla popolazione di farsi sentire e di riprendere in mano la vita del paese. I partiti in questi anni hanno giocato molto sul disinteresse dei cittadini, da un alto agitandolo come un pericolo per la democrazia, ma dall’altro lato utilizzandolo per mantenerli fuori dai processi decisionali. Noi vogliamo far saltare questo sistema, e chiederemo alla popolazione di essere partecipe”.

Lo strumento per rendere possibile questa svolta è quindi, secondo Pozzati e Tavolazzi, Liquid Feedback, il software più conosciuto tra gli appassionati di e-democracy (in uso anche dalla comunità di Wikipedia) che unisce gli strumenti dei database elettronici con alcune intuizioni tipiche dei social network. La sua funzione è creare una serie di “assemblee permanenti” in cui ognuno può avanzare o votare le proposte direttamente o tramite delegati verso cui, a seconda del tema in esame, nutre fiducia. Caratteristiche che secondo Tavolazzi permetterebbero di ricreare “quel controllo dell’elettorato sui propri rappresentanti” che allo stato attuale, “con una libertà di mandato totalmente slegata dagli impegni presi con gli elettori”, viene spesso a mancare. “L’eletto deve garantire almeno di fare battaglia politica per quei temi per cui si è impegnato – afferma il leader Ppf -, e in caso contrario, come accade in alcuni paesi europei, credo sia giusto dare ai cittadini il potere di revocare il mandato del proprio rappresentante”.

Espressi i concetti generali, Tavolazzi parla della politica locale e dei benefici di cui potrebbe beneficiare Ferrara con strumenti di partecipazione attiva. “Si pensi a quanto potrebbe cambiare la politica della città su temi come la sanità, l’ambiente o le opere pubbliche: spendiamo più di 50 milioni all’anno in bollette di acqua e rifiuti che vanno ad alimentare i dividendi di Hera senza creare reale occupazione in città. O si pensi a progetti come l’Idrovia, che mirano alla grande opera perché è più visibile e più semplice nella destinazione delle risorse, a scapito di un’economia più diffusa e utile per i cittadini. A Ferrara allo stato attuale nessun amministratore guarda più in là di quattro anni: c’è una semplice ricerca del consenso per la conservazione della propria casta”.

L’appello del leader Ppf è quindi quello di “realizzare quel famoso articolo 4 contenuto nel “Non-Statuto” del Movimento 5 Stelle, che ha fatto innamorare milioni di persone perché metteva le decisioni in mano alla rete e ai cittadini”. Secondo Tavolazzi, Grillo “ha messo in circolazione alcune idee formidabili, come il limite dei mandati”, ma d’altro canto “ha anche creato forti aspettative sulla partecipazione democratica che poi non si sono realizzate. Non ha saputo utilizzare il consenso raccolto per rappresentare il cambiamento del paese, e il suo marketing politico evidentemente aveva altre finalità”.

Il “pirata” Pozzati non entra nelle critiche alle altre forze politiche, affermando però che “il Partito Pirata ha un’identità ben definita: è europeista, crede nella moneta unica e nella collaborazione tra i paesi per uscire da questa crisi, verso cui l’Italia da sola può fare ben poco. Tutte le nostre scelte sono decise dall’assemblea permanente, ma d’altro canto i nostri militanti, per quanto diversi, hanno una base di principi comuni espressi nel nostro statuto. Il Liquid Feedback però sarebbe uno strumento utile a tutti i partiti, a prescindere dalle loro idee, e non chiuderemmo la porta neanche a Pd o Pdl se ci chiedessero di aiutarli ad implementarlo”.

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