Cronaca
6 Giugno 2013
I carabinieri scoprono un centro di spaccio e prostituzione diretto da una vecchia conoscenza

Sesso a ore, astenersi avari

di Ruggero Veronese | 3 min

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foto (3)Pubblicavano annunci su internet spacciandosi per una coppia sposata in cerca di trasgressione, ma in realtà l’appartamento di Borgo Scoline nascondeva un centro di prostituzione e spaccio di marijuana. E a muovere i fili era una vecchia conoscenza dei tribunali ferraresi: Gianni Atti, già invischiato in passato (vai all’articolo) in casi di truffa e di falsificazione di documenti. Ma i carabinieri della stazione di Porotto, in collaborazione con il nucleo operativo radiomobile di Ferrara, hanno messo fine all’attività illecita con un blitz in borghese e arrestato il responsabile, detenuto ora nel carcere di via Arginone.

L’operazione è nata grazie ad alcune segnalazioni giunte ai militari, che raccontavano di un via vai sospetto in quel borghetto isolato tra Porotto e Vigarano Mainarda: automobili che arrivavano nei pressi di un’abitazione e i cui conducenti salivano in casa qualche ora prima di ripartire. Tutti i tratti distintivi di una “casa chiusa” clandestina. E così i carabinieri hanno cominciato a setacciare i vari canali di comunicazione dove l’attività poteva cercare una vetrina per i propri clienti, trovando in un sito di incontri vari annunci (di almeno cinque coppie con diversi cognomi) accumunati però dallo stesso messaggio finale: N.O. G.R.A.T.I.S., N.O. A.V.A.R.I..

Un indizio determinante per i militari, che hanno creato vari indirizzi e-mail fittizi per mettersi in contatto con le coppie, spacciandosi per persone interessate e fissando alcuni appuntamenti a diverse ore del giorno. In tutte le situazioni la richiesta del “marito” che conduceva il gioco erano le stesse: 200 rose, un modo pulito – ma assai sospetto – per parlare di 200 euro. Nel frattempo le indagini avevano anche portato a identificare il proprietario della casa in cui si tenevano gli incontri: Gianni Atti, pluripregiudicato e già detenuto in carcere in passato per reati di truffa. A presentarsi a Borgo Scoline è quindi il maresciallo Fusco in abiti borghesi, accolto da Atti, finto marito in una coppia in cerca di avventure, che gli indica dove parcheggiare e lo accompagna all’interno della casa. “Dentro all’abitazione – racconta Fusco all’indomani dell’operazione – c’era la signora ad aspettarmi già in lingerie. La stanza era piuttosto buia, ma quando hanno acceso la luce per accompagnarmi in bagno hanno visto il tesserino che tenevo in mano”. Fine dei giochi.

Gianni Atti

Gianni Atti

La successiva perquisizione dei carabinieri ha permesso di rinvenire nella casa non solo gli “attrezzi del mestiere” per l’attività di prostituzione (giochi erotici e preservativi), ma anche il libro della contabilità di Atti dove erano segnati i nomi e le cifre pagate dai vari clienti, e un’ingente quantità di marijuana: 700 grammi divisi in tre ampi barattoli di vetro, un sacchetto e venti ovuli già confezionati per lo spaccio, con tanto di bilancino di precisione e di sostanze adatte al “taglio” per aumentare il peso della merce. Abbastanza per arrestare il pregiudicato (per cui è già stata convalidata la custodia cautelare) per i reati di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Benchè restino ancora diversi elementi da chiarire, come il ruolo “attivo” di Atti negli incontri coi clienti e la spartizione degli incassi, è probabile secondo gli investigatori che il pregiudicato facesse utilizzare l’appartamento a diverse donne, tenendo così in piedi un vero e proprio giro di prostituzione. La donna trovata nell’appartamento, una cinquantenne italiana e che svolge una professione regolare, afferma infatti che i suoi incontri con Atti si limitavano solo ad alcuni pomeriggi alla settimana. Dai vari account e-mail creati dagli investigatori erano però stati fissati anche appuntamenti a orari serali e in diversi giorni, in situazioni cioè in cui la donna non avrebbe potuto essere presente.

Ad aggravare la situazione di Atti è stato anche il ritrovamento nell’appartamento della documentazione riguardante contratti di fornitura di servizi (utenze elettriche, gas e abbonamenti alle pay-tv) intestati ad italiani e stranieri, ed in realtà facenti capo a lui. Di certo non una novità per il pregiudicato, che è stato denunciato anche per truffa aggravata.

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