Cronaca
14 Gennaio 2013
La cancellata in ferro battuto del 1924 all'aperto: "uno scempio culturale"

Trasloco Sant’Anna: come disfarsi dell’arte in eccesso

di Ruggero Veronese | 2 min

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cancelIl cartello appeso alle transenne recita “vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori”. Viene da chiedersi chi siano questi addetti, e che fine abbiano fatto da quando, in ottobre, giunse la prima segnalazione ufficiosa di quello che alcuni dipendenti dell’ex ospedale di corso Giovecca già definiscono “uno scempio culturale”. In molti ricorderanno la splendida cancellata liberty che dall’atrio di ingresso dava sul giardino interno. Un’opera realizzata nel 1924 dall’artista e fabbro ferrarese Bottoni e di cui tanti si chiedevano quale sarebbe stata la destinazione, una volta completato il trasferimento del Sant’Anna a Cona. Per avere la risposta, purtroppo, basta percorrere pochi metri.

Entrando nell’ex ospedale infatti si nota subito come le pregiate e caratteristiche inferiate in ferro battuto siano state sostituite dai normali infissi di una porta in vetro, con tanto di maniglione antipanico. Una decisione necessaria perché con il trasloco dell’ospedale alcune apparecchiature di grosse dimensioni dovevano transitare attraverso quell’ingresso. Nel frattempo, però, l’opera è stata accatastata all’aperto, nel cortile interno dell’edificio, recintata da due transenne e coperta semplicemente da una tavola di plexiglass. Non proprio le migliori condizioni per far svernare un’opera d’arte, in ferro battuto e vecchia quasi un secolo.

cancellata

La vecchia collocazione della cancellata (foto di Alberto Squarcia)

“Eppure di spazio vuoto dentro all’ex ospedale adesso ce n’è tanto – raccontano alcuni dipendenti – e non si capisce perché sia stata abbandonata proprio lì, in mezzo a un prato, un’opera di quel valore”. Il valore, appunto. Difficile quantificarlo in termini economici, essendo un pezzo unico realizzato in contemporanea con l’intero ex Sant’Anna, ma dal punto di vista culturale è difficile ignorare lo spreco.

“Si tratta di uno dei ferri liberty più belli di tutta Ferrara, insieme al cancello di ingresso della villa Melchiorri in viale Cavour, ed è uno schock venire a sapere la fine che sta facendo”. Questo il commento dell’architetto Alberto Squarcia, che qualche mese fa, quando l’opera era ancora al proprio posto, ne aveva pubblicato una foto in rete domandandosi che fine avrebbe fatto con il trasferimento dell’ospedale.

“Il fatto è che prima che venga deciso cosa fare della cancellata – raccontano i dipendenti di corso Giovecca – dovranno prima stabilire cosa fare di tutto l’ex Sant’anna. E se la nuova destinazione dell’edificio non permetterà di rimontarlo bisognerà trovarle un contesto adatto, come è stato fatto con le cancellate della vecchia dogana di porta Po, ricollocate nel parcheggio dell’ex Mof. Ma di certo non è ammissibile vedere quello che sta succedendo adesso: la dirigenza del Sant’Anna e la sovrintendenza ai beni culturali devono fare qualcosa per conservare un’opera d’arte unica e ormai difficilmente riproducibile”.

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