“È chiaro che in un periodo come questo ci sia un’attenzione particolare verso i compensi di chi svolge una funzione pubblica, ma non vorrei che passasse come messaggio la “autoassegnazione” dei premi di fine anno, come hanno scritto alcuni giornali”. Arriva la prima spiegazione del direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna sulla questione dei bonus annuali ai dirigenti dell’ospedale. E ogni riferimento ai quotidiani è puramente casuale. Al termine della presentazione del nuovo direttore del reparto di neonatologia, Rinaldi si è fermato per rispondere alle nostre domande sull’argomento per spiegare che “la decisione di concedere dei premi per il raggiungimento di determinati obiettivi strategici spetta alla Regione, e non è una decisione in capo ai singoli ospedali”.
Il direttore del Sant’Anna si scrolla quindi di dosso le responsabilità del proprio regalo di fine anno, sostenendo di essersi semplicemente limitato a rispettare una decisione della giunta regionale, “che all’inizio di ogni anno stabilisce gli obiettivi e i criteri da rispettare, per poi valutare l’operato ed eventualmente dare il via libera alle aziende per premiare i dirigenti. Si può avere fino al 20% del proprio stipendio annuale, a seconda della qualità dell’operato, e nel nostro caso la giunta ha stabilito di assegnarci il 18%”. Ma che senso hanno questi premi, quando il (lauto) stipendio dei dirigenti dovrebbe comprendere già di per se il raggiungimento di un certo standard qualitativo? Rinaldi compara la propria paga a quella di altri manager pubblici e privati, sostenendo che “il mio contratto prevede 145 mila euro all’anno: per carità, non si tratta di una cifra da poco, ma io gestisco un budget da 280 milioni di euro, e dovreste provare a vedere cosa percepiscono gli amministratori di aziende e imprese dello stesso livello. Inoltre nel nostro contratto non è presente la tredicesima, ma solo le 12 mensilità più l’eventuale raggiungimento degli obiettivi, che dipende da come abbiamo operato”.
Il clamore provocato dal premio di 22 mila euro a Rinaldi e dagli altri che, come sostiene lo stesso amministratore “scendono a cascata sul resto della dirigenza”, stanno però spingendo tutti i vertici dell’ospedale a una riflessione. “Non si deve pensare che il perseguimento degli obiettivi ci spinga a trascurare il resto del lavoro, e questo è testimoniato anche da tutto il lavoro fatto per la sperimentazione Zamboni, che la Regione non aveva assolutamente incluso all’inizio dell’anno tra i parametri strategici. Ma posso capire la reazione dell’opinione pubblica, e dal primo gennaio cominceremo seriamente a ragionare su questo tema”.
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