di Martina De Tiberis
‘Il coraggio delle idee’ è stato il titolo scelto per l’ultimo dibattito che ha chiuso la dodicesima edizione degli Emergency Days Ferrara, organizzata quest’anno presso il centro sociale ‘Il Parco’.
Un dibattito che ha visto come protagonisti, in collaborazione con Libera Ferrara, l’attivista contro il caporalato Yvan Sagnet, il responsabile del progetto Italia di Emergency Andrea Bellardinelli e Christian Fossi, coordinatore di Cooperare con Libera Terra. L’incontro è stato moderato da Marco Zavagli, direttore di Estense.com.
Il primo tema dal quale sono partiti i relatori è il caporalato, “una piaga sociale ed economica che affligge il nostro Paese. I lavoratori sono privati dei diritti fondamentali, e quindi della loro dignità, la quale, come recita la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, deve essere tutelata e rispettata”.
Testimone d’eccezione di questo fenomeno è Yvan Sagnet, “l’eroe della rivolta di Nardò”, come l’ha definito Zavagli, ingegnere camerunense nominato Cavaliere della Repubblica dal presidente Mattarella.
La sua storia si incrocia con il fenomeno del caporalato nel 2011, quando riesce a trovare lavoro come bracciante a Nardò, in Puglia, nei campi di pomodoro. Ben presto si rende conto che le condizioni lavorative sono davvero disumane. Da quel momento è divenuto l’uomo simbolo della lotta allo sfruttamento del lavoro nei campi.
“Nel 2017 ho fondato un’associazione internazionale- ha spiegato Sagnet- che si chiama ‘No Cap’ per contrastare il caporalato e per favorire il rispetto dei diritti umani, sociali e ambientali: l’obiettivo è quello di mettere l’essere umano al centro. Per rendere maggiormente trasparente la provenienza di un prodotto, e per sensibilizzare i consumatori, ho ideato il bollino marchio No Cap. Tutte le aziende che con noi condividono i valori basati sul rispetto della persona lo applicano alla merce”.
La legge 199 del 2016, nota come ‘Legge anticaporalato’ ha rappresentato un grande passo in avanti per l’Italia, affrontando in forma organica la problematica questione dello sfruttamento del lavoro e punendo, da uno fino a sei anni di reclusione, chiunque impieghi i lavoratori a condizione di sfruttamento e con una multa da 500 a 1000 euro per ciascun lavoratore reclutato.
“Bisogna investire sulla prevenzione. In primis è necessaria una riforma per il collocamento – ha sottolineato l’attivista -. Oggi i caporali sono una sorta di centri per l’impiego illegali. Serve, inoltre, una riforma del sistema ispettivo: sono necessari più ispettori per debellare l’illegalità. In ultimo, ma non per importanza, è fondamentale che i migranti non vengano messi nelle condizioni di dover accettare forzatamente questo sfruttamento perché privati di altre soluzioni”.
Marco Zavagli, sulla scia dell’intervento di Sagnet, ha ricordato che “il caporalato interessa anche la provincia di Ferrara, a testimonianza della diffusione del fenomeno; soprattutto le zone di Mesola, Comacchio e Codigoro. Il fenomeno è stato scoperto dopo la morte, avvenuta nel novembre del 2017, di uno dei lavoratori sfruttati. “Il suo nome non vi dirà nulla, ma ritengo giusto ricordarlo – ha detto Zavagli al pubblico -. Lahmar El Hassan, cittadino marocchino di 61 anni, perse la vita in un incidente stradale. Il furgoncino sul quale viaggiava insieme ad altre 11 persone si ribaltò lungo l’autostrada A13. Erano tutti lavoratori che facevano la spola di manodopera tra il veronese e Codigoro. Da lì partirono le indagini della procura. Il suo sfruttatore è già stato condannato in appello dal tribunale di Venezia”.
La parola è poi passata ad Andrea Bellardinelli che, riportando la sua testimonianza ed esperienza all’interno di Emergency, ha affermato come “si debba fare appello all’articolo 32 della Costituzione, ovvero il diritto sulla salute, diritto fondamentale. Il nostro Paese è nelle condizioni necessarie per fare delle leggi sui migranti. Queste persone, che vengono sfruttate, contribuiscono in maniera considerevole all’economia italiana; credo che sia il momento di affrontare nuove sfide”.
“Qui, più che di coraggio, si parla di forza delle idee: – ha incalzato Bellardinelli- in quanto essere umano, io ti curo. Ricordiamoci che la sicurezza passa prima di tutto dando lavoro e assistenza sanitaria. È necessaria una lungimiranza sinergica e valoriale per cambiare le cose”.
Le conclusioni sono spettate a Christian Fossi, il quale ha trattato il tema del riuso sociale dei beni confiscati alle mafie attraverso l’associazione Cooperare con Libera Terra.
“Proponiamo, insieme alle cooperative, un’alternativa economica al sistema di sfruttamento mafioso. – ha illustrato Fossi- Produciamo prodotti di qualità, al prezzo più accessibile, in modo tale da poter remunerare, con un adeguato compenso, le cooperative sociali che svolgono inserimento lavorativo di persone socialmente svantaggiate sui beni confiscati”.
“Il cambiamento culturale è essenziale per poter creare una società più equa; esso è la nostra idea sia di presente che di futuro ed è realizzabile attraverso la forza delle idee.”, ha ribadito Fossi.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com