Il miracolo della riapertura delle scuole
Lunedì si ripeterà il miracolo della riapertura delle scuole anche nella nostra città. Da un po’ di anni quando si arriva a questa scadenza rimango stupefatto che si riesca davvero a riaprire
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Il Centro, che dal suo avvio offre supporto legale, psicologico, lavorativo, orientamento ai servizi sociosanitari e all’autonomia abitativa, grazie al partenariato con il Centro Donna Giustizia e il Centro Ascolto Uomini Maltrattanti, ha integrato le proprie attività
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Ferrara come Montegrotto Terme e Pontedera. Una signora ha indossato un burkini in piscina e il fatto non è passato inosservato a Nicola “Naomo” Lodi, che ha scritto immediatamente alle redazioni inviando una accorata nota stampa corredata dalle foto della donna.
“Inizio subito nel dire che non accetterò accuse di razzismo”. Così inizia la missiva dell’esponente leghista, che racconta come “oggi alla piscina Beethoven si è assistito ad un atteggiamento che non solo va condannato, va assolutamente stoppato sul nascere”.
Il tanto deplorato atteggiamento è appunto quello di indossare il costume intero che utilizzano le donne di fede islamica per nuotare. Un costume che secondo Lodi sarebbe proibito dallo stesso regolamento per le attività natatorie nelle piscine comunali di Ferrara, dove “al punto n. 12 si parla di non entrare in vasca con escoriazioni, verruche ecc..”. Ecco allora il problema: “come facciamo a verificare se la bagnante sotto il vestito ha o meno questo tipo di controindicazioni? Non solo, in piscina si va per fare il bagno in costume e questo non è un costume ma un vestito, oltre a non indossare la cuffia in testa che tutti indossano”.
Per Lodi l’episodio è assimilabile alla “lotta ai crocifissi nelle scuole, alle mense speciali per musulmani”. “Una piscina speciale per le donne musulmane? Se la religione non permette alla bagnante di scoprirsi non imponga ai bagnanti di assistere a tale spettacolo, che ricordo è una violazione della libertà, in Italia esiste una regola e una legge ben chiara, ma sopratutto la religione va rispettata sino a che non va a costringere noi italiani a questi spettacoli”.
Di qui la conclusione: “se proprio vuole fare il bagno vestita lo faccia nel proprio giardino di casa al riparo da tutti! Chiedo che i responsabili della piscina intervengano e spieghino alla bagnate musulmana le regole dello stabilimento in modo che non succeda più questa situazione. Diversamente sarò io stesso a recarmi in piscina e spiegare alla bagnante quale è il regolamento della piscina (ben esposto all’interno è visibile a tutti)”.
E i responsabili della piscina rispondono alla polemica. Sentito telefonicamente da Estense.com, Daniele Gruppioni, responsabile della Piscina Beethoven ssdarl, spiega che “il burkini è riconosciuto come un costume in tutte le piscine d’Italia”. È in sostanza un costume integrale “così come la muta; abbiamo diversi utenti che, rimanendo in acqua per diverse ore, indossano la muta che li copre da collo a caviglie, senza che nessuno contesti l’abbigliamento. Lo stesso vale per alcuni bambini di carnagione molto chiara che entrano in vasca con una maglia a maniche lunghe, per avere più protezione dai raggi solari”.
Dai riscontri emerge poi che “nessuno si è lamentato per il costume della signora, che vive in Italia ed è sposata con un ricercatore di livello internazionale che oltre a Ferrara ha lavorato anche a New York”. Ed è facile immaginare che neppure nelle piscine della Grande Mela la persona in questione sia rimasta vittima di rimostranze.
Tra l’altro l’episodio non risale nemmeno alla giornata di oggi, come sostiene invece Lodi. “La signora è venuta ieri in piscina”, conferma un bagnino, “viene spesso, la conosciamo. Si presenta con ciabatte, costume e la cuffia caratteristica”.
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