Lettere al Direttore
17 Aprile 2015

Per le nutrie ci sono altre soluzioni

di Redazione | 4 min

Gentili Amministratori
Gentili Giornalisti

abbiamo saputo che la Provincia di Ferrara ha avviato il piano per l’eradicazione delle nutrie. Niente di diverso, purtroppo, da quanto fanno le altre Regioni, Province e Comuni italiani.

Ci chiediamo se ci sia qualcuno fra i politici e gli amministratori che non abbia il minimo dubbio morale, scientifico, sociale che comporta un’uccisione di massa come quella che si sta per intraprendere o che si sono intraprese nel tempo. Ci rendiamo conto che la vocazione tutta italiana, che non ammette troppe riflessioni, tantomeno etiche, è quella di risolvere ogni problema ricorrendo allo sterminio di animali innocenti, colpevole solo l’uomo di averli introdotti sempre e solo per il proprio interesse economico. Si fa con le volpi in tana, con i colombi nelle città, con gli ungulati…..si vorrebbe fare con i lupi…
Abbiamo in mente l’art. 13 del Trattato di Lisbona, la Dichiarazione di Cambridge?

Per lo sterminio delle nutrie, la motivazione regina, nebulosa, aprioristica, capziosa, è che le tane di questi animali indeboliscono gli argini di fiumi e canali, si rendono responsabili della loro cedevolezza e quindi delle varie esondazioni ma, ad oggi, non si hanno dati certi e i pochi articoli scientifici mostrano pareri discordanti . Poichè le Istituzioni, come attestano i vari disastri ambientali, non assolvono l’impegno impellente del controllo idrogeologico del territorio è molto più facile giustificarsi colpevolizzando un animale.
Dal buio profondo nasce la richiesta dell’eradicazione della nutria. Il seme attecchisce subito nella terra fertile dei vari interessi.

Nonostante l’eradicazione di una specie da un territorio senza barriere invalicabili sia di fatto impossibile (Soccini & Ferri – IUCN), nonostante sia stata riconosciuta illegale dall’INFS/ISPRA con prot. 3502/T-A24 punto 6.2.4 11.7.2000, nonostante l’IUCN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, nell’agosto 2010 dichiarasse che “solo in determinati contesti di origine antropica la nutria può essere concausa di uno squilibrio ambientale il cui motivo va ricercato nelle campagne di abbattimento che sono la principale ragione dell’incremento di questo roditore”, si sceglie sempre la via più facile, quella che accontenta tutti esclusi i cittadini, evidentemente di “serie B”, che rispettano gli animali e che sono tanti e tanti (e con memoria).

Lo sterminio delle nutrie è reso ancora più facile dalla visione antropocentrica di un Governo involuto in cui il “verso” è cambiato sì, ma nel dietro front dai valori naturali e ambientali che caratterizzano le società più avanzate come quelle del Centro-Nord Europa. Tant’è che con l’emissione del D.L. 11 agosto 2014, n° 116 la nutria non viene più considerata animale selvatico non cacciabile ma una specie equiparata a ratti e topi, quindi eliminabile con qualsiasi metodo e in qualsiasi momento.

L’esperienza dei vari Stati europei dimostra che, dopo gli abbattimenti e i piani di contenimento numerico eseguiti senza studi scientifici approfonditi e tecnicamente corretti, sono aumentati gli areali di questa specie ovvero grazie alla “caccia alla nutria” si è incrementata la sua presenza e si è favorita la sua espansione territoriale perchè le nutrie tendono a riprodursi maggiormente se minacciate e se uccise. Questa “soluzione” permette a chi ne ha interesse di continuare a perpetrare il problema per esercitarne la soluzione, ovvero la facoltà di uccidere. E’ il tipico concetto di “problema – reazione – soluzione” pilotato adeguatamente dai mezzi di informazione e dalle categorie interessate sui propri siti web.

Infine, perchè uccidere le nutrie quando esiste un sistema, sperimentato in Lombardia dal biologo-castorologo Samuele Venturini, che si basa su un contenimento “naturale”, dove individui riproduttori sterilizzati, continuando a difendere il territorio in competizione per il cibo e gli spazi con gli individui fertili, impediscono fenomeni di immigrazione e riducono il tasso riproduttivo della colonia? E’ un sistema indolore sicuramente più gradito dell´uccisione cruenta che risulta impopolare presso il pubblico più sensibile.

Perchè uccidere le nutrie se si possono utilizzare metodi ecologici come le reti metalliche, recinzioni elettrificate, protezioni meccaniche degli argini, ingegneria naturalistica (aziende specializzate), siepi campestri, piantumazione degli argini, reintroduzioni di predatori autoctoni (canidi, felidi, ciconiformi, lucci, ecc.)?
Da sapere anche che l’ENEA ha avviato il progetto NEEMCONTROL sugli estratti dell’albero di Neem in campo veterinario con risultati molto interessanti per gli “effetti antifertili nei confronti delle specie la cui riproduzione incontrollata rappresenta un problema”.

Suggeriamo una riflessione e ci auguriamo che qualche organo di informazione possa approfondire e mostrare i risultati della sua ricerca.
In allegato breve sintesi.
Grazie per l’attenzione.

Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze

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