Economia e Lavoro
16 Dicembre 2022
I pensionati agricoli di Cia-Agricoltori Italiani Ferrara hanno fatto il punto sul sistema sanitario regionale e provinciale nel post pandemia: "Mancano i medici soprattutto nelle aree rurali del Basso Ferrarese"

Anp-Cia Ferrara: “La sanità deve rimanere pubblica, universale e garantita”

di Redazione | 3 min

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I pensionati agricoli di Anp–Cia–Agricoltori Italiani Ferrara hanno fatto il punto ieri, 15 dicembre, sullo stato di salute del sistema sanitario regionale e provinciale nel corso del convegno “Sanità pubblica: un diritto da salvaguardare”.

All’evento hanno partecipato Gianni Michele Padovani, presidente della Provincia di Ferrara, Andrea Baldini, sindaco di Argenta e consigliere provinciale, Bruno di Lascio, presidente dell’Ordine dei Medici di Ferrara, Pierino Liverani, presidente Anp regionale, oltre a Marcella Zappaterra, consigliera Regionale e membro della Commissione Sanità e Stefano Calderoni, presidente di Cia Ferrara.

È stato il presidente di Anp–Cia Ferrara, Andrea Bandiera, a presentare alcuni numeri diffusi dal rapporto Gimbe, dai quali sono emersi alcuni tagli allarmanti: dal 2010-2019 sono stati sottratti alla sanità pubblica oltre 37 miliardi di euro a causa dei tagli previsti dalle manovre finanziarie. Nel biennio 2020/22 la stagione dei tagli è finita per cause di “forza maggiore”, ovvero l’emergenza sanitaria da Covid-19. Nel 2023 e 2024, invece, il Fondo sanitario nazionale sarà incrementato di 2 miliardi l’anno, cifra che Anp ritiene insufficiente per coprire i costi straordinari dovuti alla pandemia e all’aumento dei costi energetici.

“La Regione Emilia-Romagna – ha detto Bandiera – sta facendo il possibile per garantire le prestazioni sanitarie, intervenendo con 800 milioni di euro di fondi regionali per coprire i mancati trasferimenti di fondi dallo Stato per gli anni 2021 e 2022, come ha sottolineato anche oggi la consigliera regionale Zappaterra. Siamo consapevoli che la gestione post-covid in queste condizioni sia difficilissima, però non possiamo evitare di sottolineare le problematiche più stringenti: la carenza di medici soprattutto d’urgenza; i pronto soccorso perennemente intasati con attese anche di 24 ore e dove il lato umano diventa una chimera; l’impossibilità a raggiungere i medici di base subissati di richieste e pazienti. A questo si aggiunge la difficoltà a rendere pienamente operative due strutture fondamentali per lo sviluppo e il rafforzamento dell’assistenza territoriale come le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità (Osco) che avrebbero proprio il principale obiettivo di “alleggerire” le altre strutture garantendo continuità di trattamento e di cura. Sicuramente risorse preziose arriveranno dal Pnrr: 33 milioni destinati all’Azienda Sanitaria di Ferrara e circa 9 milioni all’Azienda Ospedaliera Universitaria (Aou). Questi fondi però non potranno essere usati per ripianare bilanci o per assunzione di personale sanitario, ma serviranno per la creazione di reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. Sicuramente un obiettivo lungimirante e vigileremo perché venga pienamente raggiunto anche per rafforzare l’assistenza nelle zone rurali più svantaggiate. Però all’attuazione del Piano mancano tre anni e non possiamo attendere di essere curati dalla “medicina del futuro”. Come Anp ci chiediamo: se manca il personale sanitario come si può pensare di tornare a un servizio sanitario pubblico forte, universale e pienamente efficiente? E soprattutto come si può garantirlo nelle zone interne, rurali, collinari e montane?”

“In molte zone del Basso Ferrarese – ha concluso il presidente Anp Ferrara – vivono gli agricoltori attivi e gli anziani pensionati e qui è ancora più accentuata la mancanza dei medici di base – che sono pochi e potendo scegliere preferiscono le aree urbane dove i pazienti sono più numerosi – la distanza da strutture ospedaliere o di primo soccorso. Come Anp abbiamo combattuto diverse battaglie in passato e continueremo a farlo, perché salute e sanità pubblica, con servizi efficienti e fruibili in ogni parte dei territori, sono una precondizione per la tenuta e lo sviluppo economico del Paese e sono la base di una compiuta coesione sociale”.

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