Investimenti di anni per un totale di centinaia di migliaia di euro in comunicazione per spingere Ferrara come città del turismo che, però, non hanno avuto effetti “in proporzione al dichiarato” sulla creazione di ricchezza a vantaggio della città. Ilaria Baraldi, consigliera dem, critica così l’operato della giunta Fabbri alla luce dello studio di Sociometrica, società di consulenza strategica, che nei giorni scorsi ha piazzato Ferrara fuori dalle prime 100 città italiane per creazione di ricchezza attraverso il turismo nonostante gli sforzi economici e politici dell’amministrazione.
“L’intenzione del sindaco – secondo l’analisi di Baraldi – era tutt’altra. La strada è chiara e gli interventi fatti – anche in termini di comunicazione – sono di svariate centinaia di migliaia di euro, le dichiarazioni sul far parlare della nostra città in tutto il mondo hanno senz’altro fatto battere i cuori di molti professionisti del settore del turismo. Ci si sarebbe quindi aspettati di vedere altri dati sulla ricchezza che esso genera per Ferrara”.
“Si spacciano sagre per eventi turistici, si promuovono festival musicali che riempiono le piazze di residenti ma con artisti che, suonando ovunque, non inducono chi vive lontano, né tantomeno gli stranieri, a spostarsi fin qui”, prosegue la consigliera Pd aggiungendo poi che “mostre inflazionate e comperate da altri musei o dal respiro locale come le ultime allestite in Castello non sono un buon motivo per prenotare un weekend a Ferrara, dormire in albergo, mangiare nei ristoranti o acquistare nei negozi del centro”. Inoltre, per quanto “i numeri degli eventi confortano Fabbri e il suo assessore al turismo, evidentemente non si traducono in ricchezza per la città che governano. Si ha l’impressione che gli eventi sin qui offerti siano diretti a garantirsi il consenso futuro dei ferraresi consumatori-elettori, più che a far crescere anche culturalmente la città insieme ai suoi cittadini”.
Per Baraldi si tratta di “scelte amministrative: se si sceglie di impoverire la caratterizzazione di città Unesco (consentire transito e parcheggio sfrenato in pieno centro, basterebbe per farci decadere da patrimonio mondiale all’istante) e la peculiarità e specificità dell’offerta culturale di Ferrara, quel che resta sono le luminarie e un mangia e bevi perenne, indistinguibile dalle altre città, che non ci arricchisce né economicamente, né culturalmente e rischia di farci scomparire dalle mete del turismo italiano”.
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