Politica
18 Novembre 2022
In Commissione Pari Opportunità Franchini (Lega) difende le due mozioni presentata e poi ritirate da Mosso con accostamenti forse rivedibili

Aborti e cambi di sesso? Solo statistica, come nutrie e incidenti stradali

di Redazione | 3 min

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Chiedere quante persone si siano rivolte al servizio sanitario per le procedure d’interruzione di gravidanza e i dati sui cambi di sesso a Ferrara è un po’ come chiedere quante nutrie ci sono in una certa frazione o quanti incidenti ci sono stati in un determinato incrocio.

Solo numeri, solo interesse statistico, scientifico, garantisce Stefano Franchini, capogruppo della Lega, che ieri (giovedì 17 novembre) ha preso le difese di Alcide Mosso, il suo collega pieno di curiosità, nella riunione della commissione Pari opportunità, presieduta da Paola Peruffo (Forza Italia), servita all’assessora Dorota Kusiak per fare l’elenco delle iniziative intraprese con diverse realtà del territorio e spiegare, nientemeno, che “le politiche per le pari opportunità riguardano in maniera trasversale diversi settori e ambiti d’azione dell’amministrazione, e coinvolgono molti soggetti”.

Il tema Mosso lo ha sollevato Ilaria Baraldi (Pd), non poco polemica sulla scarsità delle sedute e sui tempi di convocazione della commissione – riunita “in pochissime occasioni, e solo per dare modo all’ amministrazione di raccontare cosa fa, non per discutere di temi” – nonché sui silenzi dell’amministrazione per i manifesti “stopgender” apparsi davanti alle scuole Poledrelli, sulla proposta di legge Gasparri per spostare all’indietro la capacità giuridica del nascituro al momento del concepimento e, appunto, sulle due mozioni del curioso Mosso, poi ritirate dopo che si era scatenato il putiferio.

Anche Franchini, nel difendere il collega, ammette di essere permeato da spirito di curiosità: “Erano dati che Mosso chiedeva in anonimato – assicura il consigliere -; anche a me incuriosisce saperlo, come abilitato all’insegnamento della statistica, disciplina per cui si è chiesto, ad esempio, quante sono le nutrie in una certa frazione, oppure in occasione dell’installazione di un semaforo in una strada statale i tecnici hanno chiesto la frequenza degli incidenti, ci sono molti dati del Comune che possono essere interessanti. Se anche mi è venuta la curiosità di sapere quei dati, mi ha fatto piacere che le mozioni siano state ritirate, ma sono curiosità che possono essere serie se fatte con intento conoscitivo, scientifico e non politicizzato”.

Tocca quindi a Mosso intervenire. E risponde sui manifesti ‘stopgender’ dell’associazione Pro Vita: “Esprimevano semplicemente un pensiero, quella del gender è una filosofia, una percezione, che è nell’ambito delle idee. Pro Vita ritiene che questi ideali siano da discutere e in democrazia entrambe le opinioni a livello filosofico devono essere esprimibili. A Bologna risulta che siano stati riaffissi, quindi a Ferrara non sono stati tolti”.

Si definisce “toccata dalle parole del consigliere” Deanna Marescotti, “perché la sua preoccupazione è legittima, e se la commissione avesse lavorato a ritmo più serrato il consigliere Mosso e altri avrebbero trovato in essa un luogo capace di raccogliere i timori, i dubbi e le curiosità, e dare un supporto conoscitivo”.

La presidente Peruffo ha invece rivendicato la propria coerenza e disponibilità nel convocare la commissione e ha mostrato tranquillità sulla proposta Gasparri: “Il Paese insorgerebbe in toto, siamo nel 2022, mi preoccupano invece altre situazioni: i continui delitti che avvengono in ambito familiare, la povertà incipiente, dove ci sono famiglie che non riescono a dar da mangiare ai figli, la mancanza di lavoro per le donne. Durante questa amministrazione sono state attuati degli aiuti, si sono prolungati gli orari delle scuole materne, ci sono stati bandi per chiedere fondi per le donne lavoratrici”.

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