Cronaca
9 Novembre 2022
In Corte d'Assise deposizione cruciale nel processo per l'omicidio dell'ex calciatore argentano del Cosenza

Denis Bergamini. Il perito di allora: “La ricostruzione della dinamica dell’incidente è una pura invenzione”

di Redazione | 3 min

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La testimonianza che ha lasciato il segno è stata quella di Pasquale Coscarelli, perito esperto di infortunistica stradale che il 23 novembre del 1989 (quindi 5 giorni dopo la morte di Denis) ha ricevuto l’incarico di effettuare una consulenza sulla dinamica dell’incidente costato la vita al 27enne centrocampista rossoblu.

Prima ancora di rispondere alle domande del pm Primicerio, Coscarelli mette le mani avanti: “Vi prego di non tenere in considerazione la mia consulenza. Non avevo gli elementi necessari per una consulenza precisa e dettagliata. Il mio è più che altro un diario”. Dirà in seguito “Le mie sono state supposizioni, la ricostruzione della dinamica dell’incidente è una pura invenzione”.

Nella sua relazione, effettuata sulla scorta del verbale redatto dal brigadiere Barbuscio nell’immediatezza dei fatti e di un sopralluogo sul luogo del misfatto effettuato il 28 novembre 1989, senza mai visionare il camion (che non venne sequestrato) e senza nessun verbale di ricognizione e ispezione cadaverica, Coscarelli ha descritto “un uomo (Denis) sul ciglio della strada in posizione eretta non ricordo se in movimento o fermo” travolto dal camion in transito guidato da Pisano. Nella relazione Coscarelli parla anche di un tratto di strada bagnato dalla pioggia e reso quindi scivoloso, di una frenata da parte del mezzo pesante guidato da Pisano di circa 15-18 metri. Tutte situazioni, queste, non condivise, anzi smentite da altri periti e tecnici già ascoltati in udienze precedenti.

Incalzato dalle domande dell’avvocato di parte civile Fabio Anselmo sulla sua abitudine ad accettare o meno incarichi così lacunosi, Coscarelli ha affermato deciso: “Non ho mai lavorato in queste condizioni. Ho sempre rifiuto incarichi nei quali non avevo elementi a sufficienza per effettuare una perizia dettagliata”. Inevitabile allora la domande del legale della famiglia Bergamini: “Perché allora accettò questo incarico?”, la risposta di Coscarelli è stata “perché sono un figlio di Castrovillari e non potevo dire di no a un magistrato che per me è stato come un figlio”.

Rivelatosi infruttuoso il controesame degli avvocati della difesa che ha visto l’avvocato Pugliese chiedere al testimone della propria deposizione al processo a carico di Raffaele Pisano conclusosi nel 1991 con l’assoluzione dell’allora unico imputato dall’accusa di omicidio colposo. Coscarelli ha però affermato di non ricordare nulla a tal proposito.

Prima di Coscarelli era stato ascoltato il collaboratore di giustizia Franco Pino che, dove aver ricostruito la sua storia criminale, ha raccontato di aver appreso della morte di Denis mentre si trovava in latitanza a Milano ricercato dalla Procura di Paola. Disinteressato alle questioni calcistiche, prese per buona la tesi del suicidio: “Era una teoria che stava bene a tutti” non venendo in contrasto con le dinamiche criminali che si vivevano in quegli anni a Cosenza. Pino ha anche raccontato due episodi, verificatisi entrambi dopo la morte di Denis, in cui sarebbe stato avvicinato da uomini del Cosenza per sistemare il risultato di due partite: Cosenza-Avellino del maggio 1990, e Cosenza-Pescara della primavera 1994.

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