Attualità
5 Ottobre 2022
E' per chi, tra le persone che lavorano in cooperativa, non si riconosce nell’identità di genere ‘assegnata alla nascita’ e intende esercitare il diritto alla propria autodeterminazione adottando il ‘nome di elezione’

Cidas tra le prime in Italia a introdurre l’identità alias per un’inclusione sempre più ampia

di Redazione | 2 min

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Daniele Bertarelli, presidente Cidas

Il 30 settembre scorso il Consiglio di Amministrazione della cooperativa Cidas ha approvato l’introduzione della “identità alias”. La nuova policy è stata introdotta per chi, tra le persone che lavorano in cooperativa, non si riconosce nell’identità di genere ‘assegnata alla nascita’ e intende esercitare concretamente il diritto alla propria autodeterminazione di genere adottando il ‘nome di elezione’.

Una volta attivata l’identità alias la persona che ne ha fatto richiesta ottiene il rilascio di un nuovo badge, di un nuovo account di posta elettronica e, laddove necessario, di nuove targhette identificative, che riportino il ‘nome di elezione’ scelto.

Per garantire il pieno e positivo accesso al dispositivo della identità alias, Cidas ha previsto momenti formativi in merito ai temi che riguardano l’identità di genere. La formazione è rivolta a tutto il personale coinvolto nelle procedure relative alla identità alias e al personale in contatto diretto con chi ne fa richiesta.

“La Cooperativa, per sua vocazione – afferma il presidente Daniele Bertarelli – si è sempre impegnata ad attuare i principi della dignità della persona, della solidarietà e del benessere organizzativo. È questo un riconoscimento sociale di grande rilevanza che va a tutelare ulteriormente l’identità di genere quale espressione del diritto fondamentale all’identità personale e all’autodeterminazione. Con questa politica – continua Bertarelli – intendiamo eliminare situazioni di disagio ed evitare possibili discriminazioni verso persone che sono spesso costrette a dover ‘giustificare’ la propria identità di genere. L’identità alias è diffusa in Italia principalmente nelle università dove la questione è particolarmente sentita tra la comunità studentesca. Ci si sta attivando anche nella scuola superiore e nella pubblica amministrazione mentre le aziende private sono molto indietro rispetto al resto d’Europa”. 

“Siamo molto orgogliosi – conclude Bertarelli – di essere la prima azienda del territorio, e una delle poche in Italia, a compiere questo ulteriore passo in difesa dei diritti della persona e con il nostro esempio incentivare la partecipazione allo sviluppo di una società più inclusiva”.

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