Politica
19 Settembre 2022
L'associazione prosegue il dibattito avviato dal prof Unife Romeo Farinella ed evidenzia luci e ombre del futuro Piano Urbanistico Generale del Comune di Ferrara

Campo Democratico: “Sul Pug manca visione strategica”

di Redazione | 4 min

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Ci sono luci e ci sono ombre. Punti condivisibili e criticità del futuro Piano Urbanistico Generale (Pug) del Comune di Ferrara, sono analizzati da Campo Democratico in un intervento che prosegue il dibattito avviato dal prof Unife Romeo Farinella.

Partiamo da quelli che per l’associazione sono punti condivisibili. Sono quattro in tutto. “La centralità (è al primo posto nell’elenco degli argomenti strategici) del tema idrico; l’obiettivo del Pug è di conservare e utilizzare le acque piovane. Bisognerà però che i regolamenti edilizi e i piani operativi di trasformazione urbanistica promuovano concretamente la costruzione di cisterne e di sistemi per la raccolta e l’utilizzo non potabile delle precipitazioni”, osserva Campo Democratico.

Vi è poi la scelta di individuare frazioni ‘hub’ per il forese, “che fungano da riferimento per frazioni più piccole e centri abitati circostanti. Ci pare un tentativo da compiere seriamente, dopo l’abbandono del territorio con la chiusura delle circoscrizioni. Si può raggiungere con una vera sinergia tra la ridislocazione dei servizi pubblici sul territorio e politiche agevolative e di aiuto alle piccole imprese di servizio che decidano di restare o rilocalizzarsi nelle frazioni hub”.

E poi ancora il ruolo della stazione ferroviaria e del riordino dell’area circostante “e soprattutto quello di fare della stazione il terminale di un sistema urbano integrato tra Ferrara e Bologna, in grado di richiamare a Ferrara, con la realizzazione di un vero servizio di metropolitana di superficie, le famiglie dei lavoratori intellettuali dei nuovi centri di ricerca e delle tecnologie innovative di cui Bologna sarà un hub europeo”.

Infine il tema del verde e del rapporto città-campagna. Anche se esce “facile l’obiezione: si predica bene e si razzola male, con il progetto Fe.ris, nato peraltro prima del nuovo Pug”, Campo Democratico concede che “tuttavia ci sono almeno due questioni centrali in materia: il rispetto della vocazione naturalistica del Parco Urbano, che se non ne esclude a priori un uso maggiormente sociale e ricreativo ne impone comunque il rispetto della fondamentale missione ambientalistica; la necessità di attuare una strategia di tutela e valorizzazione, anche paesaggistica, del territorio e di promuovere un ruolo del settore agricolo (in linea con la nuova Pac e gli ecoschemi) non solo produttivo, ma anche di difesa dell’ambiente”.

Se le luci sono quattro, le ombre sono una in più. “Non traspare una visione strategica della città – è la prima e dura critica – ma piuttosto un lungo elenco di cose da fare”. Inoltre, secondo punto, “non si vedono politiche per attrarre abitanti e dare forza al centro storico (si ripropone una sorta di programma di sostegno alle botteghe artigiane già fallito a Bologna 30 anni fa nonostante un forte impegno del Comune e delle Associazioni artigiane). Non pare che gli indirizzi del Pug si propongano di invertire, o almeno fermare la perdita di abitanti e l’invecchiamento medio della popolazione. Quale città propone il Pug a categorie sociali e professionali tanto diverse (giovani studenti, anziani e vecchie famiglie spesso unifamiliari, piccoli operatori commerciali)? I programmi di urbanizzazione o di rigenerazione urbana dovrebbero avere ben chiaro non solo un progetto immobiliare, ma un progetto di inclusione e di coesione sociale tra le diverse categorie di cittadini”.

Altra critica è che “pare esservi scarsa consapevolezza del ruolo strategico dell’Università” che “non pare considerata come un vettore strategico per delineare politiche urbanistiche innovative (docenza, ricerca, servizi, tecnologie); ci si limita a riproporre qualche studentato, quando si potrebbe pensare a una politica di sostegno alla ristrutturazione delle abitazioni del centro storico, magari in cambio di trasparenza nell’attivazione dei contratti di affitto a prezzi convenzionati”. Qui la proposta di Campo Democratico è, ad esempio, creare una rete del patrimonio archivistico presente in città in gradi di attrarre ricercatori e studiosi. “Nel piano strategico del Comune dovrebbe essere contenuta una politica di sostegno ad ogni sforzo dell’ Università per diventare un riconosciuto polo internazionale della ricerca, almeno per alcuni ambiti dei eccellenza”.

Campo Democratico poi non rileva traccia delle alleanze di rete in area vasta, che dal suo punto di vista dovrebbe invece essere centrale “poiché Ferrara è una piccola città, senza un grande potenziale manifatturiero (salvo il Polo Chimico e poco altro) e anche il turismo è un settore piuttosto fragile”. L’associazione propone di puntare sulla “piena utilizzazione delle risorse geotermiche sia in chiave di sviluppo di strategie energetiche sostenibili, che di sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali come ad esempio una agricoltura moderna e in serre idroponiche e una industria termale capace di sfruttare la sinergia tra geotermia e città d’arte e cultura”.

Infine c’è un questione di coinvolgimento, di partecipazione nella realizzazione del Piano. “Ci piacerebbe che il percorso per la elaborazione e approvazione del Pug fosse l’occasione per coinvolgere i giovani nello sviluppo di idee e programmi per uno sviluppo sostenibile di Ferrara. Perché – domanda Campo Democratico – non chiedere a Unife (e magari anche ai nostri licei), garantendo un concorso al finanziamento dell’iniziativa, di selezionare un centinaio di giovani con indirizzi di studio multidisciplinari ai quali affidare, sotto la guida di docenti di diverse aree disciplinari il compito di elaborare proposte per il Pgu e il piano strategico comunale?”.

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