Economia e Lavoro
14 Agosto 2022
La Fp-Cgil tuona contro il presidente dell'azienda che si occupa della raccolta di rifiuti in provincia: "Si ha l'impressione di imbattersi nel racconto del bimbo monello che, per giustificarsi a scuola di non aver fatto i compiti, scarica la colpa sul proprio cane che ha mangiato il quaderno"

Assenze in Clara: “Servono assunzioni stabili, no allo scarico di responsabilità sui lavoratori”

di Redazione | 6 min

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Attacco frontale della Fp-Cgil nei confronti del presidente di Clara, dopo le motivazioni con cui il numero uno dell’azienda che si occupa della raccolta rifiuti in provincia si è scusato con i cittadini per il forte disagio creato “dalle inattese assenze e imprevedibili malattie” dei suoi lavoratori.

“Si ha l’impressione di imbattersi nel racconto del bimbo monello che, per giustificarsi a scuola di non aver fatto i compiti, scarica la colpa sul proprio cane che ha mangiato il quaderno. Noi crediamo che per il presidente, da tempo, sia chiara la condizione di salute dell’azienda Clara” esordisce il sindacato di piazza Verdi, prima di riavvolgere il nastro a due anni e mezzo fa, quando venne deciso il cambio di direzione nell’azienda.

“Fin da subito – spiegano i sindacalisti – si è notata la sofferenza nell’intrattenere con le rappresentanze dei lavoratori un confronto serio sulle scelte operative, derubricando le relazioni sindacali a semplice routine prevista dalla contrattazione collettiva nazionale alla quale ‘purtroppo’ non ci si può sottrarre. Un esempio esplicito della condizione è dimostrata dal fatto che pur in presenza di un piano industriale presentato all’agenzia regolatrice, discusso con i proprietari dell’azienda i quali hanno presentato delle modifiche al piano, ancora non è maturata la necessità di convocare le rappresentanze dei lavoratori per esporne i contenuti sia relativi all’operatività dei servizi sia per ciò che riguardano i contenuti dei servizi e le relative politiche tariffarie”.

“Contenuti operativi che sono riassunti in poche parole dal presidente e dalle quali si delineano i possibili scenari futuri” aggiungono i sindacalisti di piazza Verdi, che si possono tradurre come: “Siccome è cambiato l’approccio dei lavoratori nei confronti di questa azienda, faremo un concorso per riportare all’interno dell’azienda quei lavoratori precari che non avrebbero più possibilità di rimanere come precari di lungo corso e che già ora sono in servizio, e affideremo i servizi che non si effettuano ‘in house’ a ditte esterne”.

“Forse però il presidente – ribattono ancora dalla Fp-Cgil – non è a conoscenza del fatto che ha dipinto lo scenario che, ormai da due anni, si ripete quotidianamente nella programmazione dei servizi. Noi crediamo sia cambiato non tanto l’approccio dei lavoratori nei confronti del mondo produttivo. Ci risulta, infatti, che diversi lavoratori formati da Clara e assunti regolarmente con contratti stabili a pochi chilometri di distanza dalla sua azienda, là dove hanno trasferito il loro know how, nulla hanno da recriminare sulla qualità del lavoro e del sistema produttivo”.

Che cosa c’è di sbagliato – si domandano – se il lavoratore cerca stabilità nel rapporto di lavoro? È questo il cambio di approccio che si è registrato nei confronti del mondo produttivo? In questi anni abbiamo assistito al rinnovo di alcuni grossi appalti legati all’esecuzione dei servizi di raccolta dove, in base al territorio, ora si è puntato con forza al taglio dei costi con conseguenti compressioni occupazionali e degradando la qualità del servizio in zone turistiche scaricando in questo modo i problemi gestionali sull’appaltatore, ora facendo leva sul dumping salariale legato all’applicazione contrattuale dell’appaltatore squalificando i lavoratori di quell’azienda che a tutti gli effetti svolgono le mansioni dei colleghi dipendenti di Clara”.

“Inoltre  – aggiungono – è cambiato anche l’atteggiamento dei partner di questa azienda, non più disponibili a correre in soccorso alla committenza ogni qualvolta cade in disgrazia perché impossibilitata a garantire l’esecuzione dei servizi. Specialmente dal centro operativo ubicato nella zona dove maggiormente emergono sofferenze nell’esecuzione dei servizi ci informano che vi sia da tempo carenza di personale. Giocando sempre con i numeri è stato effettuato un taglio drastico alla stagionalità: l’operazione non ha destato clamore perché un mancato rinnovo di contratto a termine non è un licenziamento ma l’effetto plastico è simile e il personale tagliato determina conseguenze che ricadono sui servizi. Sono forse queste le assenze inattese a cui fa riferimento il presidente di Clara? O forse ci si riferisce alle ‘assenze inattese‘ dovute alla programmazione delle ferie estive dei lavoratori calendarizzate con largo anticipo a cui si sopperiva attraverso i lavoratori legati alla stagionalità?”.

La Fp Cgil sottolinea: “È bene ricordare anche agli amministratori che, quasi si trovassero all’interno della centrifuga del gioco del lotto, a turno negli anni hanno sempre rilanciato sulla necessità di ridurre i costi del personale che, di volta in volta, veniva individuato quale causa di tutte le disgrazie dell’azienda, sia esso personale operativo sia esso amministrativo. Per effetto del braccio di ferro in atto tra azienda e proprietà sulla necessità di adeguare ulteriormente le tariffe a copertura dei costi generali, sulle diatribe nate in casa proprietaria sulle necessità di individuare chi paga cosa, non si è trovato di meglio che applicare la politica dei tagli lineari. Questo, nell’ultimo anno, malgrado i tagli sopra ricordati ha portato ad un incremento in bilancio dei costi per i servizi svolti da esterni. È stato votato un piano industriale che prevede riduzione di personale e affidamento di servizi a terzi, perché ora lamentarsi con l’azienda sulla qualità dei servizi?”.

“Ora – evidenziano – le conseguenze di questa politica stanno dimostrando tutti i propri effetti negativi. La mancanza di investimenti in mezzi e attrezzature per rendere più agevole il lavoro ha prodotto in maniera esponenziale lavoratori limitati, e la mancanza di risposte aziendali alla richiesta di riportare in house servizi idonei a ricollocare questi lavoratori genera ulteriori disagi ai colleghi che quotidianamente svolgono servizi di raccolta. Nessun cambio di approccio quindi se non una presa di coscienza che in un sistema di raccolta identificato quale “intensive labour”, non si può sempre sopperire alla mancanza di lavoratori incrementando i carichi a chi quotidianamente questi servizi li svolge. In alcuni centri operativi da tempo si sta facendo ricorso quotidianamente al lavoro straordinario malgrado questo non possa essere utilizzato per coprire servizi ordinari e programmati; e non è certo intervenendo con sanzioni disciplinari nei confronti di chi si rifiuta di farlo, non essendovi un obbligo, che si risolvono le problematiche legate ai disservizi”.

Da qui, la richiesta del sindacato: “Servono assunzioni stabili, ricollocazione dei dipendenti con limitazioni alla mansione, dislocazione di contenitori idonei per preservare salute dei lavoratori ed al contempo il decoro urbano, rimodulare le frequenze di raccolta, formazione continua e uniformità delle procedure di lavoro uniche e simili per tutti i centri operativi garantendo a tutti i lavoratori dell’operatività condizioni di lavoro che tutelino la salute e la sicurezza. E solamente dopo si dovrà fare ricorso a fornitori esterni. Clara non è forse una società partecipata dalle pubbliche amministrazioni con la mission di gestire i servizi in house providing?”.

“Per favore, smettiamo di ricordare ad ogni occasione utile – concludono i sindacalisti – che usciamo da un periodo buio degli ultimi decenni: i lavoratori di Clara durante questo periodo hanno sempre lavorato e garantito i servizi, se non quando esonerati per malattia o fragilità, e soprattutto i ristori che erano stati previsti a livello regionale per mancati introiti sono stati erogati come previsto all’azienda. Quando ci si scusa con i cittadini sarebbe bene farlo partendo da una analisi più attenta e corretta, evitando di caricare su una parte dell’azienda responsabilità che non competono e visto che siamo in tema di rifiuti sarebbe bene sempre ricordare che il pesce, alimento ricco di fosforo, quando si deteriora lo fa partendo dalla testa”.

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