Attualità
13 Maggio 2022
Iniziativa in programma per il 16 maggio, udienze a rischio: “Non devono esistere carriere, il Paese non ha bisogno dell'avvocato dell'accusa”

Riforma Cartabia, anche a Ferrara lo sciopero dei magistrati

di Redazione | 3 min

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Una iniziativa forte per evidenziare i limiti e i pericoli di almeno una parte della riforma della giustizia attualmente in discussione in Parlamento: quella sulla carriera dei magistrati.

Anche a Ferrara, come nel resto d’Italia, giudici e pubblici ministeri sono invitati dall’Associazione nazionale magistrati a scioperare il 16 maggio, lunedì prossimo, contro questo aspetto della riforma Cartabia. Probabile dunque la cancellazione almeno di una parte delle udienze fissate per quella data davanti ai magistrati togati. Garantite, ovviamente, le attività urgenti e indifferibili (come i giudizi direttissimi), mentre resteranno regolarmente aperte le cancellerie e si terranno le udienze del giudice di pace e quelle davanti ai magistrati onorari.

Per l’Anm “la riforma in discussione al Parlamento non accorcerà di un giorno la durata dei processi, ma cambierà radicalmente la figura del magistrato, in contrasto con quello che prevede la Costituzione”.

In particolare, il bersaglio è la parte che prevede di ancorare la carriera del magistrato alle sue ‘prestazioni’. Per l’Anm “il Paese ha bisogno di recuperare fiducia nella magistratura, ma per ottenere ciò serve una riforma che attui veramente l’art. 107 della Costituzione, secondo il quale i magistrati si distinguono fra loro soltanto per le funzioni e che affermi chiaramente che non devono esistere carriere in magistratura. Invece questa riforma, continuando l’opera intrapresa dalla riforma Castelli-Mastella, rende gerarchicamente ordinati anche gli uffici giudicanti, crea una magistratura alta e una bassa, e aumenterà quell’ansia di carriera che tanto danno ha già fatto, e continuerà a fare”.

L’associazione sostiene che la valutazione dei magistrati debba concentrarsi “per la qualità del loro lavoro, e non soltanto per la quantità” e che ci sia bisogno “di magistrati che si concentrino solo sulle decisioni che devono prendere, non sugli adempimenti burocratici e nemmeno sulle loro carriere; di magistrati liberi di giudicare serenamente, seguendo solo la loro coscienza, non di giudici impauriti delle ripercussioni personali delle loro decisioni”.

Uno dei punti più centrali è quello relativo al ruolo che verrà ad assumere la figura del pubblico ministero. Il Paese, dice l’Anm, “non ha bisogno di avvocati dell’accusa. Non ha bisogno di pubblici ministeri che sentono una condanna come una vittoria e un’assoluzione come una sconfitta, ma di pubblici ministeri che cercano la verità con fatica e umiltà, insieme a tutti gli altri protagonisti del processo”.

Si chiedono anche risorse meglio distribuite sul territorio, “per garantire la risposta giudiziaria là dove ve ne è veramente l’esigenza, e occorre destinare le risorse ad accertare e punire i fatti veramente gravi”.

“Il magistrato – rimarca l’Anm – deve essere e sentirsi indipendente non soltanto da influenze esterne, ma anche nei rapporti all’interno degli uffici giudiziari”. E, ancora, l’Anm ritiene vi sia bisogno piuttosto “di magistrati che dialoghino con gli avvocati in modo sereno e costruttivo, che si sentano tutti insieme protagonisti in modo paritario del servizio che rendono alla collettività, ciascuno nell’ambito del suo ruolo, non di categorie che si confrontino sulla base rapporti di forza contrapposti”.

“Non scioperiamo per protestare, ma per essere ascoltati, non scioperiamo contro le riforme, ma per far comprendere, dal nostro punto di vista, di quali riforme della magistratura il Paese ha veramente bisogno – dice l’Anm -. Per questa idea di Paese ci troviamo costretti a scioperare, per questa idea della magistratura, che non è solo nostra, ma è quella contenuta nella nostra splendida Costituzione”.

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