Politica
8 Maggio 2022
Il segretario dem Minarelli: “Per Ferrara la chimica è Lavoro”. Sinistra Italiana: “Quando il faro sono i dividendi non ci si può aspettare considerazione per vita delle persone e futuro delle comunità”

Petrolchimico. Il Pd pressa Fabbri: “Silenzio del Mise su Eni, chiami Giorgetti”

di Redazione | 4 min

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Parole forti quelle del candidato sindaco del centrosinistra che, fiancheggiato da tutti i consiglieri di opposizione e dalla candidata Elajda Kasa, attacca il sindaco Alan Fabbri e tutta la maggioranza non solo per la cartellonistica presente in tutta la città, quanto per l'utilizzo del fondo di riserva per finanziare attività per le quali non capisce il criterio di urgenza applicato

foto di Ruggero Veronese (archivio)

Al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del Petrolchimico di Ferrara che lunedì sciopereranno contro la decisione unilaterale di Eni di chiudere l’impianto cracking di Porto Marghera. È la scelta di campo del Partito Democratico e di Sinistra Italiana Ferrara che, anche se con letture differenti, appoggiano apertamente la mobilitazione indetta da Cgil e Uil per il 9 maggio.

“Alle lavoratrici e ai lavoratori che lunedì hanno indetto lo sciopero generale per chiedere risposte concrete sul futuro del Petrolchimico – dice Nicola Minarelli, segretario provinciale del P -, va il sostegno mio personale e di tutto il Partito Democratico provinciale di Ferrara, oltre ad un profondo riconoscimento della centralità delle rivendicazioni avanzate non solo per la realtà produttiva, di per sé straordinariamente importante, quanto ma anche per tutto il territorio ferrarese”.

Per Minarelli, la chiusura del impianto di cracking è “preoccupante, in assenza di prospettive certe per quelle realtà che ne dipendono. L’interruzione delle attività di cracking, quale realtà capace di garantire la produzione delle materie prime necessarie alla produzione di polimeri ed intermedi, pone un grave punto interrogativo sul domani degli impianti a valle, a cui rientrano a pieno titolo quelli di Ferrara. E se ad oggi siamo a questo punto, ossia l’arrivo del giorno della ferma degli impianti senza che sia stato dettagliato un piano per il futuro di quelle realtà come quella ferrarese, non è certo perché i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali non abbiano suonato campanelli d’allarme per tempo. Piuttosto, a colpire e a dover essere corretta, è l’azione unilaterale dell’azienda che dopo un anno rimanda ancora a fornire un progetto di dettaglio o di attuazione della chiusura del cracking di Marghera. E ciò – va detto – nel perdurante silenzio del Ministro dello Sviluppo Economico, a cui pure spetta legalmente un ruolo chiave nell’indirizzo di Eni, essendo quest’ultima una realtà controllata dall’esecutivo”. E qui arriva la richiesta, che suona come un rimprovero politico, al sindaco Alan Fabbri, che finora è stato silenzioso in merito alla mobilitazione, “di farsi promotore con l’esponente della sua stessa forza politica”, ovvero col ministro Giancarlo Giorgetti.

Minarelli rivendica il lavoro fatto negli scorsi mesi da parlamentari e consiglieri del Pd e dall’assessore regionale Vincenzo Colla, e chiede che si continui a trattare nei tavoli regionale e nazionale: “Il bisogno di un progetto d’area più vasto, che attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti preposti faccia del Petrolchimico un esempio di trasformazione all’avanguardia per la ricerca ed il futuro della chimica in generale – afferma Minarelli – diventa più che mai urgente, oltreché una chiave possibile per garantirne le necessità di approvvigionamento e, dunque, di continuità della produzione. Per Ferrara la chimica è Lavoro, quello con la L maiuscola”. Al presidio organizzato per la giornata di sciopero il Pd sarà con una propria delegazione in segno di solidarietà con le lavoratrici e i lavoratori.

Dura è la presa di posizione di Sinistra Italiana: “A nulla sono valsi gli innumerevoli tavoli attivati a tutti i livelli dalla varie istituzioni, a nulla le prese di posizione delle forze politiche, la ferma posizione assunta dalla Regione, la cortesia del prefetto. Vano è stato anche il tentativo dei sindacati di mettere in campo una proposta credibile coerente con la necessità della conversione ecologica del ciclo della chimica e con i principi dell’economia circolare, di cui tanto si parla. Alla fine, nonostante gli extra profitti accumulati negli ultimi mesi, Eni Versalis ha annunciato che lunedì 9 maggio farà esattamente quello che aveva deciso: procederà alla chiusura del cracking di Porto Marghera. D’altra parte quando si affidano al mercato le scelte in campo economico (e sociale), quando le scelte aziendali, anche delle aziende controllate dallo Stato, come nel caso di Eni, hanno come faro il valore del titolo e l’ammontare dei dividendi, non si pò sperare che valgano altre considerazioni come la vita delle persone e il futuro delle comunità”.

“Da lunedì – afferma ancora Si – il Petrolchimico di Ferrara entrerà in una fase caratterizzata dalla precarietà delle forniture delle materie prime essenziali ad alimentare i principali cicli produttivi, precarietà che metterà a rischio il futuro stesso dell’intero sito produttivo, caratterizzato dalla presenza di multinazionali che in qualsiasi momento possono spostare le produzioni dove le condizioni danno maggiori garanzie. Ancora una volta la speranza che le cose vadano diversamente può essere riposta unicamente nella lotta dei lavoratori, che inizierà con lo sciopero generale indetto per lunedì 9 da Cgil e Uul di tutte le attività presenti nel Petrolchimico, e nel sostegno che verrà dalla comunità minacciata dalle scelte dell’azienda. L’esempio dei lavoratori della Gkn di Firenze e di altre situazioni analoghe indica che questa è la strada giusta. Sinistra Italiana sarà a fianco dei lavoratori, delle organizzazioni e dei cittadini che si mobiliteranno”.

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