Attualità
26 Aprile 2022
Il ministro Bianchi parla di una ‘via sacra’ della Repubblica: “25 Aprile, 1 Maggio e 2 Giugno, perché non vi è libertà senza Costituzione”

25 Aprile. Gli studenti: “Oggi conosciamo la guerra”

di Redazione | 5 min

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di Lucia Bianchini

Ferrara festeggia la Liberazione dal nazifascismo con la consueta cerimonia che si è svolta in piazza Cattedrale, quando alla presenza delle autorità civili e militari, dei rappresentanti della associazioni combattentistiche e d’armi, a cui quest’anno si è aggiunto il labaro della brigata ebraica, sono state deposte corone d’alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre, ai piedi della Torre della Vittoria.

“La giornata del 25 Aprile – spiega Lidia Disclafani, presidentessa della Consulta provinciale degli studenti – racchiude in sé una portata simbolica molto forte, rappresentando la fine della dittatura fascista e l’inizio del percorso che porterà alla nascita della Repubblica. Per opporsi al nazifascismo i partigiani si unirono in gruppi e lottarono con ogni mezzo a disposizione contro la violenza e l’oppressione per ristabilire libertà e democrazia. Questo periodo storico è ricordato come Resistenza italiana, ma che significa resistere? Per quali ideali bisogna battersi?”.

“Noi studenti – continua la studentessa ricollegandosi all’attualità – forse non siamo mai stati veramente coscienti dell’orrore della guerra, dei danni, della privazione, se non prima di questo periodo storico, in cui vi sono continui conflitti, che dimostrano che l’uomo ha una grande ostilità mai risolta, e non comprende il valore della libertà, di un popolo, di una nazione o di un individuo. Si definisce libera una persona che può decidere di fare ciò che desidera, ha dei limiti, per poter godere di essa bisogna rispettare quella altrui. La libertà, insieme alla pace, deve dar vita ad una nuova società civile, in grado di garantire e restituire agli esseri umani quella dignità spesso calpestata. La domanda che mi faccio è: è così difficile mantenere la pace e garantire la libertà? Auspico un futuro di pace, e auguro soprattutto a noi studenti di studiare il passato per capire il futuro, e credere fermamente nella libertà e nella pace”.

“La festa della Liberazione – sottolinea Raffaele Ghelfi, presidente di Assoarma Ferrara- è un momento di memoria collettiva, in cui tutto il Paese si raccoglie per celebrare la fine dell’occupazione nazifascista e il trionfo dei valori di libertà e democrazia. Il 25 Aprile non deve essere inteso come una memoria statica, il valore della storia non si misura soltanto nel comprendere quali siano le nostre radici e il nostro passato, ma ancora di più nel conferirci strumenti per analizzare al meglio il presente. La lotta per la libertà è un patrimonio comune e la sua memoria costruisce la nostra identità, ma al tempo stesso ci dà gli anticorpi per evitare di cadere negli stessi errori del passato”.

“Oggi siamo qui per fare memoria di una giornata che celebra il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia – afferma Roberto Cassoli, presidente di Anpi-, oggi ricordiamo dopo 77 anni la fine di una guerra scatenata per affermare tirannide, volontà di dominio, superiorità della razza, sterminio sistematico. È una giornata che rappresenta uno spartiacque importante tra una guerra che ha portato distruzione e morte e la via di un periodo nuovo, di profondi cambiamenti. L’Anpi rinnova anche oggi il suo impegno per onorare e ricordare le partigiane e i partigiani che hanno combattuto per dare all’Italia libertà, democrazia e una costituzione che ha ricollocato il nostro Paese dopo la vergogna della dittatura, tra i paesi democratici. Quei mesi di lotta partigiana vanno conosciuti, inquadrandoli nella dura realtà drammatica di una guerra mondiale, con 55 milioni di morti e una guerra civile di liberazione. Le conquiste politiche, sociali, culturali, la libertà di voto, di cui oggi godiamo, trovano il loro saldo radicamento nel 25 Aprile”.

Il pensiero di Cassoli va poi al conflitto in corso in Ucraina: “Anpi invoca con forza il cessate il fuoco e chiede la ripresa delle trattative per una risoluzione politica di quel conflitto. Chiediamo alle grandi potenze e all’Onu di essere parte attiva nel perseguire il cessate il fuoco e l’avvio di negoziati che consentano un compromesso accettabile tra le parti in conflitto, ed invochiamo il ruolo dell’Europa per ricostruire una cornice che assicuri sicurezza e pace al nostro continente, il più esposto a conseguenze negative se la guerra non viene fermata”.

“Pensando alla guerra di liberazione – interviene Alan Fabbri, sindaco di Ferrara – e ai rischi più volte paventati di una nuova guerra mondiale, viene da dire che nulla è cambiato, ‘sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo’ diceva Salvatore Quasimodo. Pensando alla guerra in Ucraina e ai circa 60 conflitti che ancora oggi ci sono nel mondo, queste parole risultano profetiche ed attuali, eppure non dobbiamo rassegnarci alla prospettiva di una guerra perenne, all’idea che la realtà della guerra sia una realtà ineludibile: non è questo il mondo che vogliamo per le nuove generazioni, e la speranza ci viene dalle testimonianze dei tanti eroi della Resistenza che non si sono arresi, che hanno detto no, pagando spesso con la vita. Per la prima volta accogliamo i rappresentanti della brigata ebraica, e il direttore Davide Romano. Il 25 aprile deve recuperare le radici e la verità della guerra di liberazione, deve rappresentare la storia e non essere deviato dalla politica e dalle fazioni. la festa della liberazione è di tutti, senza barriere e senza confini ideologici”.

A concludere le celebrazioni è Patrizio Bianchi, ministro all’istruzione, che parla di una ‘via sacra’ della Repubblica: “25 Aprile, 1 Maggio, perché non c’è libertà senza lavoro, e 2 Giugno, perché non vi è libertà senza Costituzione, senza la condivisione comune dei grandi ideali che ci legano”.

“La memoria non è un accessorio – prosegue il ministro -, ma una parte fondamentale della nostra vita, è la nostra identità, il modo in cui oggi siamo in grado di affrontare le difficoltà della vita. Oggi è il giorno della Liberazione, di una libertà conquistata, per cui si è scelto di combattere e resistere, per una libertà che ancora non c’è ma che deve essere di tutti. Quando usiamo le parole resistenza, libertà, indipendenza, pensiamo alle città ucraine, alle vittime, ma anche ai quasi ventimila bambini che sono nelle nostre scuole: un risultato di resistenza e libertà è la capacità del nostro paese di accogliere”.

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