Attualità
18 Aprile 2022
Le parole di Gian Carlo Perego durante la messa celebrata ieri sera alla Basilica di San Francesco: "La strada evangelica della non violenza è l'unica, anche se difficile per tutti noi"

Pasqua, la guerra in Ucraina nell’omelia del vescovo: “L’ultima strada è la pace”

di Redazione | 3 min

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Il vescovo di Ferrara Gian Carlo Perego

Riportiamo il testo integrale dell’omelia di Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara-Comacchio, per le celebrazioni di Pasqua, pronunciata durante la messa di ieri sera, 17 aprile, nella Basilica di San Francesco.

Cari fratelli e sorelle, la corsa di Pietro e Giovanni per vedere il sepolcro vuoto ci aiuta a vivere quest’anno la Pasqua. I teli e il sudario appoggiati a terra, mentre prima avvolgevano il corpo crocifisso di Gesù, indicano la verità della risurrezione, della Pasqua.

È la verità che Pietro, che aveva rinnegato Gesù, afferma dopo la Pentecoste nel discorso che abbiamo riletto degli Atti degli apostoli: i Giudei uccisero Gesù appendendolo alla Croce, ma Dio lo ha risuscitato e volle che si manifestasse a dei testimoni.

È la testimonianza dei discepoli che tiene viva la Pasqua da allora fino a noi oggi e che chiede, per usare le parole di Paolo, di fare festa rinnovando la nostra vita. La Pasqua di quest’anno non può che essere una Pasqua di pace. Attorno a noi, vicina è la guerra con i suoi morti, le sue violenze, le distruzioni, le persone in fuga, soprattutto donne e bambini, che arrivano anche nella nostra città e nei nostri paesi.

È una guerra che chiede accoglienza per le persone e le famiglie, come ogni guerra che allontana e distrugge le case, che costringe a lasciare la propria terra: un’accoglienza che è arrivata nelle nostre case, nelle nostre famiglie, finalmente diffusa, che impegna tutti, anche se la politica rimane incapace di organizzarla, di strutturarla; un’accoglienza che chiede anche tutela, promozione inclusione, per uscire dall’emergenza in cui troppe volte rimane, per costruire un nuovo modello di città e di cittadinanza.

È una guerra che ci costringe a confidare nelle armi, anche se non è la strada ultima, ma penultima. La strada ultima, definitiva è la strada della pace. È la strada evangelica della non violenza, che è difficile per tutti noi, ma l’unica strada – come ha ricordato Papa Francesco in questi tempi di guerra vicina – che garantisce la vita e il futuro. È una Pasqua in cui il dono della pace di Gesù Risorto viene accolto e viene testimoniato, scambiato nella nostra vita.

A Pasqua ritorna per tutti questo messaggio e augurio di pace. È un messaggio testimoniato con forza dal processo di Gesù, l’Innocente che si lascia condannare, il Condannato innocente e il Crocifisso sofferente che sceglie di amare e perdonare (cfr. Rom 8,31-34). E nella sceltadi libertà fino alla morte nasce la vita, la vita eterna, la risurrezione che la Pasqua ogni anno ci annuncia e ci fa rivivere. Il Risorto è la vittoria della pace sulla violenza, dell’amore sull’odio, della vita sulla morte, in quel “prodigioso duello”, che si rinnova in ogni stagione della storia, con nuove ‘apocalissi’.

Buona Pasqua, Buona Pasqua di pace.

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