Recensioni
3 Aprile 2022
Il conflitto in Ucraina viene raccontato in tanti modi, ma senza dubbio uno di quelli di maggior successo è inaspettatamente (o meno) il podcast

La guerra che si ascolta

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Cosa sapere sul microblading per sopracciglia: durata e informazioni pratiche

Le sopracciglia hanno un scopo importante: incorniciare gli occhi e valorizzare lo sguardo. Anche le mani più esperte di trucco, sanno che senza un’arcata sopraccigliare curata difficilmente si potranno ottenere risultati eccellenti. Ecco perché consigliamo di prendere in considerazione il microblading

di Edoardo Righini

In tanti hanno già parlato di come la guerra in Ucraina sia la prima guerra in territorio europeo ad essere raccontata anche attraverso i social network.

Niente di sorprendente, a ben vedere.

Da tempo, infatti, i social network sono diventi strumento di informazione a tutti gli effetti, anche perché hanno tutte le caratteristiche adatte per incontrare il nuovo gusto delle persone: sono per lo più visivi, facilmente accessibili e necessariamente sintetici.

Da Conte che emanava DPCM in diretta Facebook al presidente ucraino Zelensky che parla al resto del mondo attraverso instagram, i social sono spesso il luogo dove la notizia accade o comunque diventa accessibile ai più.

C’è tuttavia una tendenza interessante che riguarda un altro mezzo di informazione, meno immediato ma che sta diventando sempre più rilevante: il podcast.

Anche le preferenze generali degli ascoltatori sono cambiate rapidamente in questo periodo e sembrano prendere la forma che ha il conflitto ucraino.

Basandosi sulla classifica mobile di Spotify, si nota che nella top five dei podcast più ascoltati in Italia, da diverso tempo ci sono stabilmente almeno 2 o 3 format che parlano di Ucraina e d’intorni.

E ognuno di questi fotografa un elemento diverso e rilevante del conflitto.

C’è Stories, di Cecilia Sala, giornalista, che racconta in presa diretta l’evolversi giorno dopo giorno della vita delle persone ucraine che provano a resistere e a sopravvivere all’occupazione russa.

C’è Nella mente di Putin, di Enrico Franceschini, che invece si propone di affrontare il tema partendo da un ritratto del presidente russo, per capire il suo atteggiamento, il suo modo di pensare e la sua visione sul “tavolo di gioco” internazionale.

Poi ci sono i podcast di Micromega, che invece hanno un taglio più ampio, spesso legato alla politologia internazionale, mostrando la complessità tridimensionale del conflitto.

Questi sono solo alcuni esempio, ma l’elenco potrebbe continuare e ogni volta il punto di partenza e la prospettiva di osservazione è diversa.

E proprio qui sta la forza di questo “nuovo” canale: la possibilità di moltiplicare le voci, arricchendo così la visione d’insieme.

Ma soprattutto la possibilità di ascoltare una voce per volta, fino alla fine. Non è un caso che i più giovani preferiscano proprio questi canali per informarsi piuttosto che i media tradizionali come la televisione, in cui spesso le conversazioni e i dibattiti risultano confusionari e incompleti.

Tra l’altro, l’efficacia del canale deriva anche e soprattutto dall’ascolto: non essendo distratti dal video, gli ascoltatori ricordano molto di più quello che sentono di quello che vedono o ancora di più di quello che leggono.

A questo si aggiunga la forza empatica della voce, che è in grado di sottolineare degli aspetti che spesso nelle narrazioni sincopate della televisione o dei social vengono irrimediabilmente perduti.

Per tutte queste ragioni, non è un caso che il podcast sia un format in costante ascesa e stiano nascendo delle vere e proprie accademie per imparare a raccontare a voce ciò che merita di essere sentito da tutti.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com