Jolanda
21 Marzo 2022
Jolanda di Savoia non fa più parte dell'Unione Terre e Fiumi e quindi non potrà beneficiare della misura approvata dal Senato. I dem: "E intanto in Comune restano chiusi fuori i bisogni e i diritti della nostra gente"

Assunzioni per i Comuni delle Unioni: Jolanda esclusa. Il Pd attacca l’amministrazione

di Redazione | 3 min

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Jolanda di Savoia. È con una lettera aperta ai cittadini che il circolo del Partito Democratico di Jolanda di Savoia comunica come il Comune “non potrà beneficiare” della proposta avanzata dalla Regione Emilia Romagna e dall’Anci, e approvata dal Senato, che permetterà “presto, e fino al 2024” alle Unioni dei Comuni emiliano-romagnoli di “assumere e riorganizzare nel modo più efficiente possibile il proprio personale”.

Una misura con cui le Unioni “potranno anche assumere personale pari al 100% delle cessazioni” e in questo modo potranno “garantire la piena capacità amministrativa agli Enti che ne fanno parte che, come tutti, sono chiamati a dare attuazione al Pnrr che è quel Piano che serve a sostenere l’economia e quindi i cittadini e tutte le attività nel periodo di crisi che stiamo vivendo”.

“Purtroppo per tutti noi, Jolanda – attaccano dal Pd – non potrà beneficiarne non facendo parte di nessuna Unione di Comuni. A nome dei cittadini di Jolanda diciamo un grazie sentito a Trombin che con lungimiranza politico/amministrativa, quando era sindaco, oltre a scaraventarci in predissesto ci ha trascinati fuori dall’Unione Terre e Fiumi senza nemmeno consultare noi cittadini. La stessa Trombin che dice da anni di averlo fatto per garantire servizi più efficienti, costi più contenuti e grandi benefici per tutti noi. Dopo anni dall’uscita dall’Unione di benefici non ne vediamo davvero! Ci chiediamo se tra le tante riunioni importanti a cui Trombin e Pezzolato non vanno mai a rappresentare il nostro paese ci siano anche quelle dell’Associazione dei Comuni Italiani”.

I dem aggiungono: “Constatiamo che con le loro scelte hanno messo tutti noi in un completo, infruttuoso, devastante e assurdo isolamento. A Trombin e Pezzolato ricordiamo che governare per il ‘bene vero’ dei cittadini vuol dire avere come obiettivo il costante miglioramento della quantità, della qualità e della rapidità degli interventi a favore di cittadini e di tutte le attività. Sanno, Trombin e Pezzolato che l’Unione di Comuni è la soluzione più valida e capace di dare ai piccoli comuni, come Jolanda, la possibilità di avere in modo adeguato: polizia locale – servizi sociali
– politiche per famiglie, per i giovani, per gli anziani ed i disabili – servizi e politiche per le attività produttive e per il commercio – per l’agricoltura- per l’artigianato – per l’ambiente – per il decoro del paese e non di meno per accedere ai finanziamenti? Hanno chiaro che per poter gestire finanziamenti e progetti è necessario avere uno staff di personale preparato e sempre aggiornato?”

L’attacco prosegue: ” Oppure per trovare soluzione ad “ogni problema” dobbiamo vivere nella speranza che “ogni volta” arrivi a Jolanda una persona di spessore come il signor Muroni che fa un progetto, va a cercarsi i fondi e cerca di realizzarlo per il bene della comunità come accade per Gherardi? Sarebbe stato sufficiente per Trombin e Pezzolato guardarsi attorno ed avrebbero potuto facilmente vedere con che livello di qualità le unioni di comuni che sono sul nostro territorio regionale, anche in piena pandemia, siano stati in grado di operare a beneficio dei loro cittadini, a differenza di quello che succede a Jolanda”.

“A Jolanda in Comune – concludono amareggiati – c’è mancanza di personale. Dirigenti a mezzo servizio. Amministratori che fanno i dirigenti. Amministratori che fanno gli impiegati. Tutto questo non è organizzazione ma è caos amministrativo. Jolanda di Savoia, come tutti gli altri Comuni, ha bisogno di organizzazione, progettazione e attuazione precisa e puntuale: cioè di fatti e non di parole! E intanto a Jolanda il Comune ha le porte chiuse, devi suonare, bussare, telefonare, mandare, mail, sperando che qualcuno ti risponda e intanto, su quei gradini, restano chiusi fuori i bisogni e i diritti della nostra gente”.

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