Politica
28 Novembre 2021
L'avvocato ferrarese difensore dell'ex consigliera replica a Fabbri dopo il ricorso rigettato dal Tar e gli attacchi ricevuti dal primo cittadino: "Un fallo di frustrazione, consiglio terapia di sostegno"

Caso Arquà, Anselmo: “Caro sindaco, come sei caduto in basso”

Fabio Anselmo
di Redazione | 4 min

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Fabio Anselmo

Fabio Anselmo

Dopo i toni trionfalistici su Facebook del sindaco di Ferrara in merito al ricorso rigettato dal Tar sulla vicenda delle dimissioni di Rossella Arquà, con conseguente attacco all’avvocato Fabio Anselmo, che difende l’ex consigliera, è lo stesso legale ferrarese a prendere carta e penna e a scrivere una lettera aperta al primo cittadino.

Alan Fabbri, nel commentare il pronunciamento del Tar, ha definito Anselmo come l’“avvocato di grido” del Pd, sostenendo che dopo aver fatto “flop” non potranno “che sperare di batterci con il consenso popolare alle prossime elezioni, in modo democratico, e non attraverso la magistratura”. Parlando poi di Anselmo come di colui che,  “dopo aver preso a cuore le battaglie sempre più deliranti del consigliere Anna Ferraresi, ha proseguito la sua crociata politica chiedendo di difendere una persona che, per mesi, ha nascosto la paternità di lettere minatorie verso il vicesindaco Lodi”. E altro ancora.

Anselmo, che si trova a Cosenza per il processo per il caso dell’omicidio Denis Bergamini, si è ovviamente sentito attaccato personalmente e professionalmente, tanto da portarlo a replicare e a dirsi divertito a leggere le parole del primo cittadino, da un lato, e dall’altro a rattristarsi. “Sorrido – afferma Anselmo – perchè addirittura il sindaco di Ferrara, nel suo cantare effimera vittoria per un ricorso al Tar, dimostra, nel suo veemente e disarticolato pubblico intervento contro di me, quanto fosse e sia oggi, in concreto, il suo timore nei confronti della mia persona nell’esercizio sacrosanto della propria attività professionale a tutela delle signore Ferraresi ed Arquà. Mi rattrista, tuttavia, il fatto che proprio il sindaco della mia città si sia ridotto a tutto questo. Sia caduto così in basso. Il sindaco di una città come Ferrara dovrebbe occuparsi d’altro, non certo di questo”.

“Io nutro profondo rispetto per la sua carica. E se lei oggi mi offre un formidabile assist per risponderle a tono e nel merito sulle questioni che lei solleva – aggiunge l’avvocato ferrarese –  io invece, mi sottraggo e non lo faccio. Sarebbe troppo facile ed io faccio l’avvocato e non il politico. Le consigliere Ferraresi ed Arquà sono mie assistite. I loro diritti e la loro dignità sono state calpestate. Così io penso e, di conseguenza, agisco. Io non mi occupo personalmente di diritto amministrativo, ma il mio staff mi dice che la sentenza del Tar ha riconosciuto la ‘atipicità’ della vicenda ed ha per questo compensato le spese di giudizio. 36 anni di carriera professionale mi hanno insegnato ad aver pazienza. La mia storia professionale lo insegna. Mi spiace per il Pd che, dopo aver sopportato per anni le mie critiche ed anche attacchi, ora viene coinvolto in questa sua delirante e scomposta comunicazione politicamente strumentale, interpretabile semplicemente come fallo di frustrazione vista l’impressionante serie di sconfitte giudiziarie che stanno opprimendo, evidentemente più di quanto sia immaginabile, la sua amministrazione. Forse una adeguata terapia psicologica di sostegno sarebbe veramente auspicabile”.

“Io, comunque – conclude Anselomo – voglio tanto bene al mio sindaco e voglio ancora una volta rassicurarlo sul fatto che non ho intenzione alcuna di candidarmi per le prossime elezioni. Liberi quindi la sua mente dagli incubi che paiono agitarla. Si occupi della nostra città. Mi rendo conto che questo potrebbe destabilizzarla ulteriormente ma io sono un libero cittadino e libero professionista. Non rispondo a nessuno e non ho paura di nessuno. Nessuno mi tiene sotto scacco. Spero vivamente che altrettanto sia per lei. Le auguro il meglio”.

A rimandare al mittente le accuse del sindaco è poi anche il Pd tramite una dichiarazione del capogruppo in Consiglio comunale, Francesco Colaiacov0: “Oggi scopriamo che, secondo il sindaco, chi assiste un cittadino per portare le proprie istanze al vaglio di un giudice in virtù di una delle garanzie più importanti dello stato di diritto, se la controparte è la maggioranza che amministra la nostra città, questo legale è uno che vuole ostacolare l’operato della Giunta, far perdere tempo alla Magistratura e denaro pubblico dei cittadini. Il sindaco si esprime in questo modo sul caso Arquà, dimenticando che la ex consigliera fino a pochi mesi fa era la responsabile organizzativa della Lega, la figura di maggiore responsabilità dopo il Segretario Provinciale, che faceva parte del gruppo politico eletto al governo della città, resosi protagonista in questi due anni di fatti ed episodi che nulla hanno a che fare con il buon governo della città (trenino, lettere minatorie, insulti reciproci in chat divenute pubbliche, senza dimenticare le vicende che hanno visto coinvolto il Vicesindaco). Di fronte a tutto questo il gruppo consiliare Pd ha sempre invocato il rispetto della legalità, dei regolamenti che nelle attività istituzionali non sono forma ma sostanza. Per questo motivo rimandiamo al mittente ogni tentativo di coinvolgere il Pd in vicende che sono tutte interne alla Lega”.

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