Politica
11 Settembre 2021
Il 15 settembre il Tavolo nazionale. Marcella Zappaterra (Pd): “Un percorso che non mette in contrapposizione ambiente, salute e lavoro, ma anzi li coniuga”

La chimica verso la transizione. La proposta: “Un cracking da fonti rinnovabili per Ferrara”

di Redazione | 3 min

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Se chiudesse – come da previsioni – il cracking a Marghera, il petrolchimico di Ferrara, insieme a tute le sue aziende e i suoi lavoratori, si troverebbero sull’orlo del precipizio. Ma d’altra parte la transizione ecologica impone delle scelte, a volte dolorose.

Eppure potrebbe esserci una ‘terza via’, quella di una produzione green: quella di un nuovo impianto di cracking di ultima generazione, alimentato da energia rinnovabile, da collocare a Ferrara.

Un’idea che potrebbe essere la svolta della chimica del futuro, un ipotetico arcobaleno con la città estense come punto focale.

È facile prevedere che la proposta sarà al centro del Tavolo nazionale della chimica, che si terrà al ministero mercoledì 15 settembre.

Proprio in vista di quell’appuntamento le consigliere regionali Marcella Zappaterra, capogruppo dem, e Palma Costi, vicepresidente della Commissione Politiche Economiche, fanno il punto sul tema e chiedono il cambiamento verso la transizione del settore.

“La chimica in Italia è davanti a una svolta epocale. Da un lato, infatti, le produzioni plastiche, gomme e polimeriche sono insostituibili grazie alle proprietà fisiche che rendono i prodotti versatili, durabili e flessibili. Caratteristiche che nella fase pandemica hanno dimostrato di essere imprescindibili”.

Dall’altro lato però, “il pianeta ci chiede di muoverci con urgenza e determinazione verso la transizione ecologica” richiamano Zappaterra e Costi, che aggiungono: “le tecnologie ci permettono di farlo, perciò possiamo parlare di una transizione ecologica intelligente, cioè capace di coniugare le necessità inderogabili di carattere ambientale con la sostenibilità occupazionale e sociale nell’intero processo di trasformazione culturale, economico e tecnico dell’uso, recupero e riciclo della plastica. Oggi il petrolio non è l’unica materia prima dalla quale ricavare la plastica. Gli elementi di base per la produzione di molti materiali plastici possono essere derivati anche da biomasse, rifiuti organici urbani, oli vegetali e grassi animali”.

“Pensiamo che il Governo e la Regione Emilia-Romagna debbano partire da questi presupposti per favorire e potenziare le infrastrutture per l’efficientamento dei processi produttivi – è il fulcro del ragionamento delle consigliere Pd emiliano-romagnole –. Non vi sono dunque alternative realistiche alla realizzazione degli investimenti già previsti dal piano industriale di Versalis per garantire il mantenimento in attività del cracking di Marghera, riducendone l’impatto ambientale e garantendone l’ottimale funzionamento e le condizioni di sicurezza. Ma riteniamo anche che sarebbe opportuno realizzare un cracking di ultima generazione, alimentato da energia rinnovabile, all’interno del polo chimico di Ferrara, valorizzando al contempo l’impianto veneto verso il progressivo passaggio all’utilizzo di oli ottenuti dal riciclo chimico”.

La principale preoccupazione resta la salvaguardia del lavoro, a Ferrara. Per questo Zappaterra interverrà nella prossima seduta in consiglio regionale con un’interrogazione urgente alla giunta “per sapere come intenda attivarsi per scongiurare l’assunzione di decisioni che potrebbero mettere a rischio la produzione degli impianti e la stessa esistenza del polo chimico di Ferrara”.

Oltre a questo Zappaterra chiederà che il sindaco di Ferrara Alan Fabbri e l’amministrazione comunale si attivino con il ministro Giorgetti al fine di rilanciare il petrolchimico di Ferrara. “Parliamo di un percorso – sottolinea – che non mette in contrapposizione da una parte ambiente e salute pubblica e dall’altra l’occupazione, ma che anzi li coniuga. Per questo dobbiamo attivarci subito. Non c’è tempo da perdere”.

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