Cronaca
12 Luglio 2021
Un ferrarese e la sua famiglia vivono con la paura di uscire di casa per aver denunciato attività di spaccio: "Mi hanno fatto azzannare da un pitbull e mi sono stati dati 15 giorni di prognosi"

Da un anno perseguitato per aver denunciato due spacciatori in Gad

di Redazione | 2 min

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Un incubo che non conosce fine. È quello che da ormai un anno è costretto a vivere e subire un ferrarese residente in zona Porta Catena, vittima, insieme alla compagna e al bambino di 12 anni, di insulti, minacce di morte e aggressioni fisiche per aver sorpreso e denunciato due uomini, un italiano e un tunisino, mentre spacciavano.

Quella più grave, lo scorso 2 ottobre 2020, quando i due gli hanno scagliato contro il loro pitbull, che l’ha azzannato a una gamba e gli ha provocato 15 giorni di prognosi al pronto soccorso.

L’ultima invece, in ordine di tempo, è avvenuta venerdì scorso. “Io e la mia compagna – racconta – eravamo all’Eurospin di via Porta Catena e abbiamo dovuto chiamare il 113 perché questo signore (si riferisce a quello di origini italiane, ndr) ci ha visti entrare, è venuto in corsia e senza urlare ci ha detto ‘vi aspetto fuori che devo finire il lavoro dell’altra volta’. Così siamo tornati a casa scortati a piedi dai poliziotti”.

Con sé aveva ancora il cane: “Quando lo porta con lui è spavaldo. Anzi lo lega al carrello del supermercato e l’ho già segnalato tante volte agli agenti della municipale. Mi hanno risposto con tante belle parole, che stanno aspettando una mail dell’Ausl ma ancora nulla”.

“Il tutto – spiega – è iniziato quando feci delle segnalazioni alle forze dell’ordine riguardanti diverse persone che vedevo spacciare nei pressi del condominio dove abito. Da lì, ho sporto sei denunce e vissuto sulla mia pelle altri dodici episodi, prendendomi sia un pugno in faccia e che calci alla schiena”.

E la vita di tutti i giorni non è più stata la stessa: “Siamo stati costretti a cambiare tutti i nostri orari per portare giù i rifiuti o per prendere una boccata d’aria. Non siamo più padroni di prendere un gelato perché siamo seguiti. Addirittura hanno minacciato di morte il bambino di 12 anni. Siamo quotidianamente bersaglio di queste persone, soprattutto dell’italiano, mentre il tunisino si è calmato”.

A questo proposito, conclude: “È una persona che è stata arrestata più volte. Ho fatto richiesta di ammonimento in questura e la prima udienza dal giudice di pace era fissata per il 7 luglio, ma non si sono presentati e neanche il loro avvocato. Ora è rimandata al 17 novembre prossimo. Io voglio solamente che sia fatta giustizia e che paghino le conseguenze delle loro azioni”.

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