Salute
15 Giugno 2021
La direttrice del Ser.D ha sottolineato la necessità di aumentare l'attenzione sull'uso degli stupefacenti tra gli adolescenti: "Ascoltarli è fondamentale per farli crescere perché le scorciatoie sono sempre lì pronte"

Garofani (Ausl): “La pandemia ha compresso i giovani e ingigantito il peso del loro vivere”

di Redazione | 2 min

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Quello tra gli adolescenti e l’utilizzo di sostanze stupefacenti non è un fenomeno nuovo. Di certo, però, la pandemia ha contribuito, attraverso il lockdown, ad amplificare ulteriormente la problematica sociale, al punto tale da rendere necessario l’innalzamento dei livelli di attenzione da parte dei diversi attori sociali.

A raccontarlo è Luisa Garofani, direttrice del Ser.D dell’Ausl di Ferrara, che ha analizzato i disagi causati dall’ultimo anno e mezzo: “Durante l’isolamento, i ragazzi sono rimasti soli e lo sono stati in silenzio. Nessuno ha chiesto loro cosa pensavano, quale fosse la loro idea su quello che stava succedendo a loro e a tutta la società. Non ci si è nemmeno accorti che non avevano più interesse a seguire le lezioni e che alcuni le abbandonavano del tutto. Il genitore vedeva che il figlio era più irritabile, muto, ostile e intrattabile, ma si fermava solo a dare giudizi, senza mai chiedersi per quale motivo”.

“Nella massima esplosione della loro vitalità – ha sottolineato la direttrice -, i ragazzi si sono trovati compressi e questo ha ingigantito il peso della loro esistenza in una quotidianità noiosa, che non erano abituati a vivere. La noia viene vista al pari di un qualcosa da cui fuggire velocemente, a cui si è andata anche ad aggiungere la mancanza di apprezzamento e di valorizzazione da parte degli insegnanti, nonostante tutti gli sforzi fatti per cercare di farli crescere“.

La pandemia ha così originato una spaccatura all’interno delle fasce più giovani: “Da una parte abbiamo visto la formazione di un gruppo composto da quelli che tutt’oggi si stanno caricando in vista di un’uscita e di un ritorno alla vita normale, che resta alquanto improbabile, almeno che non si aggiusti il concetto di normalità. Dall’altra, invece, ci sono quei ragazzi che hanno voglia di uscire di casa ma vivono situazioni di impaccio e di difficoltà, ingrandite ancora di più dal periodo di reclusione”.

“Da questa condizione di privazione – ha affermato Garofani, lanciando in conclusione un appello – gli adolescenti hanno cercato di consolarsi con un po’ di alcol e marijuana oppure con quello che si trovava in casa, come ansiolitici o psicofarmaci. L’auspicio è che tutto ciò si chiuda con un graduale rientro in società, anche se è fondamentale che tutti coloro che stanno intorno agli adolescenti siano disposti ad ascoltarli, senza interrogarli e interessandosi alla loro vita, perché le difficoltà a crescere sono tangibili e le scorciatoie sono sempre lì pronte“.

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