Molte caserme non sono ancora fornite di distributori automatici di caffè e di viveri di conforto. Una mancanza, soprattutto in questo prolungato periodo di emergenza epidemiologica, che viene fatta presente dal sindacato Sim Carabinieri di Ferrara, tramite le parole del segretario provinciale Giuseppe Agozzino.
“Sono diverse – dice Agozzino – le segnalazioni che provengono dagli iscritti al Sim Carabinieri. Parliamo dell’impossibilità dei nostri uomini di poter prendere un caffè, una bevanda calda, una bottiglietta d’acqua o qualche snack”. Una carenza che crea disagi ai militari rendendo estremamente difficile, dati i regolamenti attuali, la possibilità di ristorarsi anche all’esterno, in bar e punti ristoro.
A fronte di questo problema, la richiesta del Sim Carabinieri è di “poter usufruire all’interno della propria caserma di beni di prima necessità, senza dover per forza recarsi sul posto di lavoro con provviste provenienti dalle proprie abitazioni, o dover uscire per recarsi a prender un caffè da portare all’interno”.
Per Agozzino la percezione è quella di “una scarsa attenzione verso gli uomini dell’Arma, per il loro lavoro e per la propria persona che arriva ai singoli come una vera e propria mancanza di interesse da parte della scala gerarchica per il “minimo” benessere di base del proprio personale”. A quest’ ultima conclusione il sindacato sarebe arrivato anche dopo aver letto la risposta del Comandante della Legione Carabinieri “Emilia Romagna”, quando riferisce in una nota che
“…il 23.11.2020 è stata pubblicata la procedura per l’affidamento in concessione a terzi della gestione di distributori automatici di bevande e snack per la provincia di Ferrara…”. “Allo stato attuale – riferisce Agozzino – le Compagnie di Carabinieri estensi sono ancora sprovviste di ogni servizio di ristoro. Non si vede la realizzazione di fatti concreti e l’interesse dei superiori della Scala Gerarchica emiliano romagnola. Questione che, data la sua “semplicità”, genera l’incomprensione di una mancata riuscita ancora ad oggi. Come si può non avere cura dei propri uomini in servizio? Come si può trascurare la necessità di trovare conforto all’interno della propria “seconda casa”, di fronte alle difficoltà di un periodo che ormai si protrae da più di un anno? Questa problematica merita di essere considerata adeguatamente e di essere posta all’attenzione del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, affinché vengano eliminate tutte le lungaggini burocratiche e venga posta maggiore osservazione, in merito, da parte di chi è ritenuto responsabile di tale disinteresse verso la questione sopra citata”.
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