L’immagine pubblicata a corredo del post di Naomo Lodi
Se da un lato sarà la magistratura ad appurare l’esistenza di eventuali reati, la diffusione della notizia di un verbale di sanzione Covid, neppure notificato dalla Polizia municipale al diretto interessato, ai danni dell’attivista Pd Diego Marescotti cerca ora una risposta politica in Consiglio comunale.
Ed è proprio il gruppo consiliare del Partito Democratico a chiedere al sindaco e all’assessore competente di far luce sul poco edificante episodio, che “collide e si pone in aperto contrasto con i fondamentali principi di qualsivoglia Stato di diritto”, chiedendo se “se gli agenti intervenuti e il personale che ha avuto accesso ai dati” abbiano “ricevuto la necessaria formazione su come vanno gestite le informazioni ai fini della tutela della privacy” e, soprattutto, “se sia già stata iniziata un’indagine interna circa il motivo per il quale i dati personali di cittadini (sanzionati o meno, poco rileva) siano stati forniti agli organi di stampa”.
I consiglieri dem, dopo aver fatto un accenno preliminare alla normativa sulla protezione dei dati personali (il Gdpr), rilevano che “recenti episodi di cronaca hanno visto protagonista un cittadino che, in totale assenza di qualsivoglia esigenza pubblica, trovava i propri dati personali su giornali cittadini e nazionali, circa la presunta contestazione allo stesso della violazione della normativa anti-Covid”.
“Tale notizia, comprensiva dei dati personali – scrivono ancora i dem -, veniva inoltre riportata dal viesindaco Nicola Lodi, nonché Assessore con delega alla Pubblica Sicurezza ed alla Polizia Municipale, sulla propria pagina istituzionale su Facebook, corredata da giudizi e valutazioni sulla presunta condotta del cittadino”.
“Tale divulgazione di dati comporta un’afflizione inutile, illegittima ed immotivata nei confronti
del cittadino, sottoposto al ‘pubblico ludibrio’”, rilevano infine i consiglieri del Pd.
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