Attualità
9 Aprile 2021
Nessuna disponibilità di terapie intensive nel Ferrarese mentre continua ad abbassarsi l'età media dei ricoverati. L'Rt si ferma però a 0,87. Nei primi 100 giorni del 2021 ricoverati per Covid più bambini che in tutto il 2020

Ctss, nuovo quadro epidemia: ospedali in sofferenza, ma il virus corre meno

di Redazione | 4 min

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Situazione rimane critica, ma si inizia ad intravedere la luce in fondo al tunnel della terza ondata di Covid-19 nel ferrarese. È questo il riassunto che si può fare della conferenza territoriale sociosanitaria tenutasi giovedì in video conferenza, nel corso della quale sono stati sviscerati i dati dell’ultima settimana relativi al contagio da Covid-19.

E i dati, dopo quasi un mese di zona rossa, iniziano ad essere confortanti a partire dall’Rt, il valore di riproduzione puntuale, che scende marcatamente sotto a uno nell’ultima settimana, fermandosi a 0,87. Anche se la valutazione di impatto, secondo i criteri del Istituto superiore di sanità, rimane alta a causa della pressione ospedaliera —in tutta la provincia infatti non sono disponibili posti di terapia intensiva Covid, per citare un dato tra tutti —, significa che la circolazione dell’epidemia ha rallentato sotto la sua soglia di espansione e tende alla sua riduzione. Mandato questo che viene confermato anche dall’incidenza dei contagi per 100.000 persone, che in quasi tutti i comuni fa segnare valori da teorica zona arancione: rapportati, a far segnare un valore significativamente superiore ai  250 contagi per 100.000 persone, ci sono ‘solo’ Cento, Comacchio, Goro, Jolanda di Savoia, Mesola, Portomaggiore, Terre del Reno e Vigarano Mainarda — e nella maggior parte di questi comuni il rapporto è distorto dal basso numero di abitanti più che dell’alto numero assoluto di casi.

Alla mattina di giovedì vi erano quindi 3467 positivi, il 90% dei quali isolati a domicilio, mentre i ricoverati erano 324, di cui 39 in terapia intensiva. Dei positivi, i sintomatici erano 894, un quarto del totale.

Il numero dei ricoveri mette comunque a dura prova gli ospedali del Ferrarese: tra gli ospedali di Cento e del Delta, la capacità residua è di 24 posti letto, ma non in terapia intensiva, sui 170 messi a disposizione, mentre a Cona il residuo è di appena 19 posti sui 192 disponibili che includono anche le unità materno-infantili nonostante la riconversione di 70 posti letto non Covid attuata dall’azienda ospedaliera dal 10 al 28 marzo.

Dai dati offerti dall’azienda ospedaliera, spunta inoltre come l’età media dei ricoverati in terapia intensiva continua scendere e segna ora appena 61 anni, dei quali il 75% maschi, con il più giovani che ne ha solamente 35. Non solo: nei primi 97 giorni di quest’anno sono stati ricoverati 24 pazienti pediatrici positivi al Covid-19, 20 dei quali solo da inizio febbraio, un numero già quasi doppio rispetto ai ricoveri pediatrici di tutto il 2020.

Sul fronte dei vaccini, tuttavia, arrivano buone notizie: Ferrara può vantare dati sopra la media regionale nella copertura con almeno una dose dei cittadini con più di ottant’anni, e fa segnare il dato di copertura più alto dell’Emilia-Romagna tra tutti i cittadini al 17,8%. Per i cittadini dagli ottant’anni in su la chiusura delle vaccinazioni, almeno per quanto riguarda la prima dose, è infatti prevista per dopodomani, e il 2 maggio per le seconde dosi mettendo così fine alla fase uno delle vaccinazioni nel ferrarese, e sono in chiusura anche le fasi due e tre con i cittadini più fragili che dovrebbero venire vaccinati entro la fine del mese insieme con i cittadini dai 75 ai 79 anni. L’Asl e quindi pronta per passare dallo scenario due a quello tre, che prevede circa 2300 vaccinazioni al giorno prima del passaggio più avanti alla quarta fase delle vaccinazioni dove sono previste 4000 somministrazioni al giorno.

Finito il turno dei rappresentanti di Asl azienda ospedaliera, è stato però il turno delle doglianze degli amministratori locali, a partire dal sindaco di Lagosanto Cristian Bertarelli che ha lamentato il taglio di 4 posti letto di medicina ventilatoria all’ospedale del Delta dopo la fine del “tamponamento” di una pattuglia di dottori arrivata dall’ospedale di Argenta che torneranno ora al loro ospedale per assicurare il funzionamento di un’ambulanza medicalizzata. “Abbiamo ricoverato più pazienti e più gravi”, dice Bertarelli citando la rappresentante dell’azienda ospedaliera Paola Bardasi, “e nonostante questo stiamo riducendo posti letto che sono sempre indispensabili prima di farci trovare di nuovo impreparati”. Criticità questa espressa anche dal sindaco di Codigoro Alice Zanardi, alla quale però i rappresentanti delle strutture sanitarie e dell’ordine dei medici rispondono con la mancanza dei medici nonostante le assunzioni: “I medici non si possono fabbricare, servono dieci anni per formarli”, e se ora mancano è a causa dei tagli effettuati nel passato.

“Non possiamo avere un punto vaccinale in ogni comune, la strategia è gestita dall’Asl insieme con gli enti locali, il contributo di prossimità alla campagna vaccinale saranno i medici di medicina generale con l’arrivo dei vaccini Astrazeneca e Johnson & Johnson”, spiega poi Emanuele Ciotti dell’Asl dopo la richiesta di chiarimenti arrivata da Poggio Renatico in seguito a un’incursione di due consiglieri regionali sul territorio a supporto di tale richiesta arrivata dall’opposizione, e “non è pensabile avere un’ambulanza in ogni farmacia durante la campagna vaccinale in accordo con Federfarma, ma valuteremo quali sono le soluzione che le farmacie svilupperanno in base al contesto”, è la risposta invece alla richiesta del sindaco di Mesola Gianni Padovani fattosi portavoce della richiesta di rassicurazioni da parte dei suoi cittadini.

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