Economia e Lavoro
22 Gennaio 2021
Dopo l'annunciata acquisizione da parte di Benvic rimangono ancora aperte le trattative per garantire un'occupazione alle maestranze escluse dall'accordo

Celanese. I sindacati: “La vertenza non è ancora conclusa”

di Redazione | 2 min

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L’acquisizione dello stabilimento Celanese-Marconi da parte di Benvic non ha affatto messo la parola finte alla vicenda: l’accordo prevede, infatti, solo un parziale riassorbimento diretto delle maestranze, 27 su 67 impiegate, anche se alla fine, tra ricollocazioni varie, sono circa una decina i lavoratori che rimangono senza un futuro certo.

Per questo i sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec non mollano la presa e ricordano che “la vertenza non è ancora conclusa”.

“Una soluzione questa – spiegano in riferimento al personale – comporterà dunque una prima complessa risposta alla temuta chiusura dello stabilimento, che grazie all’azione dei lavoratori e del sindacato è stata scongiurata e convertita nella vendita. Risposta complessa poiché Celanese manterrà, trasferendole a Forlì le produzioni più pregiate e con maggiori richieste, realizzate oggi a Ferrara, che con la vendita verranno sostituite nel sito di Marconi da produzioni attualmente in crisi di mercato e con minori margini economici”.

Per i sindacati, quella di Benvic è “una sfida industriale importante” che l’azienda “saprà affrontare con determinazione e successo, con l’auspicio che gli investimenti che verranno effettuati possano rilanciare le produzioni acquisite e dare prospettiva a questo importante sito del polo chimico ferrarese”.

Sul piano occupazionale, però, l’operazione comporterà una perdita nell’area ex Solvay di 40 posti di lavoro, “che per un territorio debole come quello ferrarese rappresenta un danno rilevante per l’intera comunità. L’impatto grazie alla trattativa sindacale sarà tuttavia parzialmente assorbito dalla ricollocazione di una decina di lavoratori nell’altro stabilimento di Celanese, ubicato nel petrolchimico e da altrettanti che lavoreranno a distanza prevalentemente per il sito forlivese”.

C’è ancora però un po’ di distanza da colmare tra le parti: “Sul piano sociale – spiegano i sindacati – gli interventi già anticipati dalla direzione nel corso del confronto sindacale garantirebbero un’ulteriore riduzione dell’impatto occupazionale, che a giudizio dell’azienda si limiterebbe a un residuo di cinque o sei lavoratori da ricollocare, mentre per la parte sindacale sarebbe almeno di una decina di unità. Una vertenza quella in corso che dunque non può ancora dirsi conclusa”.

Nei prossimi giorni, ricordano Filctem, Femca e Uiltec, delegati e sindacati incontreranno le direzioni di Celanese e Benvic, sulla base di un’agenda già definita, per portare al tavolo della Regione una soluzione completa della ricollocazione di tutte le maestranze nel sito ferrarese e di un piano industriale di Benvic capace di garantire continuità produttiva e sviluppo delle attività nel sito ex Solvay di Via Marconi, condizioni richieste dall’assessore alle Attività produttive per giungere alla sottoscrizione di un accordo nell’autorevole sede istituzionale e sulle quali il sindacato terrà una posizione intransigente, non ammettendo esuberi o trasferimenti forzati delle maestranze nel sito forlivese di Celanese.

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