La protesta per il San Camillo del 2014
Comacchio. Il 27 novembre ricorre la data del ventennale che celebra la manifestazione pacifica dei comacchiesi del 27 novembre del 2000 per mantenere aperto l’ospedale San Camillo.
La ricorda Maura Tomasi, attuale vicesindaco e deputata della Lega, per sostenere che quel giorno “non è solo un momento per ricordare il risultato fondamentale che il libero esercizio dei diritti costituzionali consente, tributo alla partecipazione civica che infonde scelte positive nella politica, ma anche per consentire di valorizzare il servizio sanitario nel Basso Ferrarese”.
Su questo fronte Tomasi fa presente che “è in quest’ottica di modernizzazione del sistema sanitario, accelerata certamente dalla grave crisi da Covid-19 che non vanno dimenticate le esigenze della nostra comunità: vedere garantiti il diritto alla salute e alle cure, anche preventive, tenuto conto della composizione sociale”.
“Attualmente la nostra popolazione – continua la deputata leghista – è sempre più composta da anziani e grandi anziani da un lato, mentre dall’altro le vie di comunicazione veloci per raggiungere i grandi poli ospedalieri sono pressoché inesistenti: basti pensare che un infartuato da Goro per arrivare a Comacchio impiega almeno un’ora e mezza”.
Alla luce di questo, secondo la parlamentare del Carroccio, “le esigenze dei cittadini debbono essere sempre poste al centro della riflessione anche sulla riorganizzazione delle strutture amministrative e sanitarie perché, se da un lato l’efficienza è importante, non va dimenticato i pesanti tagli alla sanità pubblica che, da oltre 10 anni a questa parte, hanno reso molto più delicato il lavoro degli operatori sanitari. Per questo manterremo alta l’attenzione, anche per ricordare l’impegno civico che su questi temi ha sempre contraddistinto la nostra realtà territoriale, per evitare emigrazione sanitaria e garantire un adeguato livello di servizi diagnostici e di medicina. È in quest’ottica, di avvicinare i servizi ai cittadini, che abbiamo recentemente ottenuto l’ufficio passaporti a Comacchio. È la prima tappa di un più generale percorso di riavvicinamento alle esigenze della comunità”.
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