Cronaca
25 Novembre 2020
Finisce ai domiciliari per stalking il ferrarese noto per il caso del falso don Bedin. Minacciava di morte l'uomo che lo aveva colpito e ridotto in coma

Da vittima a carnefice, perseguita il suo aggressore: Perini arrestato

di Redazione | 2 min

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Vigilia di Natale finita a pugni tra due fratelli

Era la vigilia di Natale dello scorso anno. Per le feste si ritrovano assieme, con le rispettive famiglie, due fratelli tra i quali, per questioni legate all'eredità paterna, negli ultimi tempi non corre buon sangue. Il più giovane dei due, classe 1976, abita nella casa di Pieve di Cento ereditata come proprietà indivisa

E’ passato da vittima a carnefice. Dopo un pugno ricevuto che lo ha fatto finire in terapia intensiva, ha iniziato a perseguitare e minacciare di morte il suo aggressore. Finisce così agli arresti domiciliari Cristiano Perini, 50 anni, ferrarese, con alle spalle una lunga storia di truffe ai danni dei preti. Un nome conosciuto alle cronache giudiziarie, in particolare per il caso del falso don Bedin.

Martedì scorso la Squadra Mobile di Ferrara ha eseguito a suo carico l’ordinanza con la quale il Gip di Ferrara Danilo Russo ha disposto nei suoi confronti l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, in quanto indagato per il reato di atti persecutori.

Perini, dopo l’episodio del 30 agosto, nel quale era stato colpito con un pugno al volto da un conoscente nella via Garibaldi, davanti all’abitazione di quest’ultimo, e successivamente ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Cona, subito dopo la dimissione dal nosocomio, covando un profondo rancore per quanto accaduto, aveva posto in essere una serie di atti persecutori, consistiti in numerosi appostamenti davanti e nei pressi dell’abitazione della vittima, inviando messaggio offensivi e minacciandolo di morte tramite il cellulare.

Dopo l’aggressione del 30 agosto venne anche chiarito l’episodio avvenuto in via Garibaldi: in quella occasione Perini, palesemente ubriaco, aveva molestato il datore di lavoro della sua fidanzata cinese assunta come domestica. Durante l’accesa lite, era stato colpito da un pugno al volto che ne aveva causato il coma. Appena risvegliatosi, Perini è stato dimesso dal Sant’Anna il 1° settembre. E invece di sporgere querela, ha continuato a tempestare di telefonate minacciose gravi la coppia di coniugi, rea a suo dire di aver offeso la sua dignità.

Le serrate indagini hanno consentito innanzitutto di interrompere quella che si è dimostrata essere una vera e propria escalation che avrebbe potuto sfociare in esiti drammatici e a fornire al pm titolare dell’indagine, Barbara Cavallo, tutti gli elementi grazie ai quali è stato possibile indagare Perini per il reato di atti persecutori e ottenere dal Gip l’emissione della misura cautelare.

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