Lettere al Direttore
26 Novembre 2020

Rilanciare Ferrara si può

di Redazione | 3 min

Con ieri è agli atti, tra le altre, una mia proposta di avviare il percorso per trasformare Ferrara in area di crisi industriale complessa, progetto emerso più volte in passato ma mai attuato. Oggi, con la crisi covid, credo sia l’occasione per rilanciare il dibattito.

Che cos’è l’area di Crisi complessa? Prevista con la legge 181/89 prevede lo status di interventi statali concordati con le amministrazioni locali per finanziare progetti di riconversione industriale o di creazione di nuovi punti di aggregazione imprenditoriale attraverso progetti finanziati dallo Stato. Ciò significa quindi produrre un flusso di denaro verso il nostro territorio e renderlo attrattivo per chi vuole investire. Tale condizione viene attribuita alle aree dove il declino è conclamato ed è evidente a tutti che Ferrara vi rientra, per il post terremoto, le crisi bancarie, la crisi del polo chimico, il più che decennale calo delle imprese locali (fonte CCIAA), tassi di disoccupazione e povertà doppi rispetto alla media regionale e un valore della produzione che non ha ancora raggiunto i livelli pre crisi del 2008, per non parlare del forte tasso di pendolarismo extra provinciale e dell’invecchiamento della popolazione. Tutto questo è datato 2019, per cui sto descrivendo una situazione pre covid.

Lanciai questa proposta nel 2016, nell’anno successivo uno studio presentato al governo e uno di Sipro confermarono la necessità urgente di avviare questo percorso. Non se ne fece nulla.

Ferrara va male per il covid, ma come per i pazienti di quell’orrida pandemia, il substrato in cui si è inserita era già in grave malanno, con una pre-recessione già nel 2019. Il covid va curato e bene vanno le misure a ristoro ma se non si mette mano alla malattia di fondo si rischia il declino totale. E la ricetta non sono sussidi temporanei ma investimenti che portino imprese, quindi lavoro.

Per questo al progetto base è affiancato un fondo di garanzia comunale (anche questo avvallato dagli studi governativi) per incentivare le imprese commerciali e artigianali micro, piccole e medie con finanziamenti garantiti all’80% dal fondo permettendo agli imprenditori in difficoltà finanziaria di by-passare l’esigenza di garanzie personali. Tale strumento può inoltre indirizzare la politica locale su quali forme imprenditoriali avvantaggiare. Il fondo sarebbe per tutte le aziende, a cui si potrebbe agganciare lo strumento del microcredito per le start up e l’appena approvato percorso sulla legge 3/2012 sulle ristrutturazioni aziendali. Una combinazione di elementi normativi e finanziari che possono dare rilancio al territorio, insieme ad altre misure non a tampone.

Mi si chiederà come finanziare il fondo: le riserve disponibili della holding. Un milione di euro, con un tasso di riutilizzo medio di 15 volte di un fondo di garanzia, mette a disposizione una somma virtuale di 15 milioni.

Io oggi rilancio la sfida, chiedendo a questa amministrazione di dare quella svolta che le giunte precedenti non hanno colto. Qui sta il cambiamento: pensare nel medio lungo termine per capovolgere quella curva discendente che ha caratterizzato l’ultimo decennio.

Al sindaco Fabbri, dico che le mie proposte sono qui. Pronte per essere vagliate assieme e dare una rivoluzione a Ferrara. Se si sarà lungimiranti, si potrà cambiare la storia economica di Ferrara.

Paolo Pennini

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