Scrivo questa lettera come un dovere civico, come un modo per fare la mia parte in un momento in cui si sta disperatamente cercando di contenere una pandemia che si rapidamente aggravando.
L’altra sera mi trovavo al Teatro Comunale per il concerto inaugurale della stagione di Maurizio Pollini. Accompagnavo mio padre noventenne e disabile in sedia a rotelle, pertanto ci è stato assegnato un centralissimo palco al secondo piano.
Al nostro fianco sedeva l’onorevole Sgarbi con un paio di accompagnatori. L’onorevole è entrato in palco senza mascherina, per poi indossarla lasciando scoperto il naso, e ritogliersela allo spegnimento delle luci.
All’intervallo, l’onorevole continuava ad aggirarsi senza mascherina, e ad una mia osservazione che portare la mascherina era necessario per il rispetto di tutti, lui mi ha autorevolmente zittita invitandomi ad andarmi a leggere il dpcm, che io certamente non avevo letto o capito bene, in quanto la mascherina non è necessaria se distanziati di almeno un metro.
Sgarbi e i suoi accompagnatori se ne sono poi andati a metà del secondo tempo, dopo essere entrati ed usciti diverse volte dal palco ed aver rumoreggiato e tenuto accesi gli schermi dei telefoni per la durata della loro permanenza in sala.
A quel punto noi comuni cittadini che avevamo comprato i biglietti, abbiamo potuto ascoltare gli ultimi quindici minuti del concerto del Maestro senza essere disturbati e finalmente in sicurezza. Credo che questa storia si commenti da sola.
E’ triste e preoccupante constatare che la visibilità ed il potere sono interpretati come il diritto di fare ciò che si vuole, invece che come il dovere di dare esempio di condotta civile. In un momento dove studenti e insegnanti indossano le mascherine in aula, in cui le case di riposo bandiscono le visite dei famigliari e si rischia un’altra chiusura del paese, chi dovrebbe dare esempio dei comportamenti responsabili invocati dal Presidente della Repubblica si sente in diritto di tenere atteggiamenti che mostrano mancanza di rispetto per le leggi e per la salute altrui, compresa quella di un disabile vulnerabile, e per quella della stragrande maggioranza delle persone che dentro quel teatro le mascherine se le sono tenute.
Laura Zanotti