Politica
21 Ottobre 2020
Cgil, Cisl e Uil preoccupati per le ricadute occupazionali della decisione unilaterale del Comune

“Errore grave chiudere il Centro Servizi per l’Immigrazione: meno servizi e meno lavoro”

di Redazione | 3 min

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La cessazione dell’attività del Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione ha ricadute negative in termini di servizi offerti alla cittadinanza e occupazionali. Lo sostengono Cgil, Cisl e Uil di Ferrara, preoccupati che si sia voluto terminare un servizio in assenza di un nuovo bando e che il Comune abbia deciso unilateralmente e senza confronto, non solo sindacale ma anche con gli altri Comuni.

Proprio i sindacati confederali avevano infatti chiesto al Comune di Ferara, il 30 settembre scorso, di procedere con la proroga del servizio fino all’aggiudicazione del nuovo bando, prevista per febbraio, come sempre accade in queste situazioni. “E’ certamente legittimo riorganizzare i servizi (sarà il bando sul nuovo Sportello Unico a chiarire se si tratterà effettivamente di un ampliamento o di una riduzione di servizi rispetto alla situazione precedente), ma farlo con queste modalità, rispondendo negativamente alla nostra richiesta – commentano i tre sindacati provinciali – rappresenta un precedente negativo privo di motivazioni. Se non quella, demagogica, di poter annunciare la chiusura dei battenti dello sportello Informastranieri”.

“Fatta eccezione – aggiungono – per il servizio di mediazione linguistico culturale presso la Questura e per lo Sportello Asilo, la cui attività prosegue tramite affidamento diretto (previsto soltanto fino a giugno 2021, nonostante in occasione dell’incontro sindacale da noi richiesto l’assessora Coletti avesse parlato di durata annuale), dal 16 ottobre l’utenza si trova priva di risposte su questioni molto complesse. Ci è già stato annunciato che in ogni caso nel nuovo bando non ci sarà spazio per le pratiche di richiesta/rinnovo dei permessi di soggiorno e per la consulenza legale per i casi complessi. Supporto di cui non si avvalevano solo i cittadini, ma anche gli uffici di altre pubbliche amministrazioni: ricordiamo che il Csii era un progetto sovradistrettuale, finanziato tramite i Piani di Zona da tutti e tre i distretti. Un progetto nel corso del tempo rivisto e adeguato alle nuove esigenze, che contava oltre trentamila contatti l’anno”.

La preoccupazione delle organizzazioni sindacali riguarda anche l’aspetto occupazionale, dato che la cessazione del servizio comporta anche l’impossibilità di dare garanzia occupazionale al personale coinvolto “e anche se il datore di lavoro riuscisse a ricollocarlo in altri servizi, questo non potrebbe che avvenire a scapito di lavoratori più precari, oltre a comportare la dispersione di competenze e professionalità”.

Il Comune, insomma, ha posto fine ad una progettualità provinciale “senza tenere in alcuna considerazione il venir meno di economie di scala e razionalizzazioni importanti per alcune attività (supporto legale, coordinamento formativo…) che diventano difficilmente gestibili in contesti più ridotti”.

Nessuna notizia ad oggi rispetto al Centro di Mediazione che ha sede al Grattacielo: “Pur specificando che il servizio afferisce ad un altro assessorato – riferiscono i sindacati – l’assessora ci aveva annunciato continuità tramite un affidamento diretto, che ad oggi non ci risulta esserci stato. Paradossalmente il Centro ha cessato proprio nei giorni di svolgimento della Festa della Legalità e della Responsabilità, una delle diverse attività a cui lavora. Confidiamo si tratti di un ritardo tecnico di qualche giorno”.

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