Cento
19 Settembre 2020
Fp-Cgil, Cisl-Fp e UilFpl riportano diverse criticità sulle misure di sicurezza adottate a Cento, Poggio Renatico, Terre del Reno e Bondeno

Servizi educativi. Sindacati contro i sindaci dell’Alto Ferrarese

di Redazione | 3 min

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Dopo i primi dieci giorni di ripartenza dei servizi 0-6 nei comuni della provincia di Ferrara, i segretari di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uilfpl (Luca Greco, Sonia Uccellatori e Leonardo Uba) dipingono un quadro in cui si vede bene l’effetto che genera la tensione tra la voglia di ritornare alla normalità e le misure di sicurezza anti Covid da adottare per il bene di tutti, bambini e personale. E con criticità soprattutto nell’Alto Ferrarese.

Cosa va. Le cose che sembrano andare nella giusta direzione costituiscono un elenco breve: “38 nuove assunzioni di personale docente ed ausiliario”, dicono i sindacati che subito notano come “a queste implementazioni, si aggiungono aumenti orari per il personale già presente nei servizi”. E poi “triage obbligatorio nei nidi e nelle scuole materne. Dispositivi di protezione individuale migliori rispetto a quanto previsto dai protocolli nazionali. Sanificazione quotidiana degli spazi e degli oggetti. Stabilità dei gruppi e del personale, compatibilmente con le condizioni delle singole scuole. Accordi sulle modalità di ripartenza dei servizi educativi sottoscritti in 20 comuni della provincia”.

Cosa non va. Ma è solo metà del quadro. L’altra è invece piena di “però” di criticità che sembrano affiorare soprattutto nell’Alto Ferrara e che  – spiegano Fp-Cgil, Cisl-Fp e UilFpl – “derivano soprattutto dal fatto che, oltre alle linee guida nazionali, che sono per così dire ‘a maglie larghe’ (ad esempio: stessi parametri personale/bimbi pre-covid, nessuna indicazione rispetto a Dpi da utilizzare e distanze da tenere durante la refezione o il sonno) non abbiamo linee guida regionali chiare e dettagliate per lo 0-6, come avvenuto al contrario per i centri estivi”.

Senza disposizioni di questo genere, i sindacati sono stati “obbligati ad una trattativa comune per comune, servizio per servizio, con il rischio di avere livelli di tutela potenzialmente diversi, cosa inaccettabile per chi chiede protocolli speculari, sia per la gestione pubblica che per quella privata”

Non mancano esempi: “La Cooperativa ‘Dolce’ che dota il personale di mascherine chirurgiche che, come tutti sanno, non proteggono chi le indossa – attaccano le sigle sindacali -. Il responsabile della sicurezza ci comunica che le FFP2 sono impossibili da portare e creano un disagio: in un contesto dove giustamente i bambini si muovo liberi, quello che per la cooperativa è un orpello, per il personale è sicurezza. I sindaci di Poggio Renatico e di Terre del Reno, proprietari e responsabili dei servizi, hanno deciso di non chiedere (pretendere?) nulla. Come se le condizioni di lavoro di quelle dipendenti non fossero importanti. Il sindaco di Bondeno è troppo impegnato nella campagna elettorale per sottoscrivere accordi sindacali”.

Ce n’è anche per Cento e per il sindaco – “i cui dirigenti stanno avendo atteggiamenti nei confronti del personale educativo che definire discutibili rischia di passare per un complimento” –  che, a detta di Fp-Cgil, Cisl-Fp e UilFpl, “non ritiene necessario coinvolgere i sindacati. Tanto va tutto bene. Senza protocolli condivisi. Senza informazioni preventive. Senza triage. E così capita che alcuni genitori centesi, vengano chiamati durante la mattinata perché il proprio figlio ha la febbre. Ma tanto il triage non serve. Ad oggi i casi sono più di uno. Speriamo – concludono – di non dover arrivare ad acclarare l’esistenza di un focolaio prima che il sindaco decida di mettere in sicurezza i lavoratori e le lavoratrici, private e pubbliche, che operano in quei servizi”.

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