“Vergognosa”. Così la consigliera Anna Ferraresi (Gruppo Misto) bolla la risposta fornita dal vicesindaco Nicola Lodi alla sua interrogazione sulla vicenda del ‘runner’ rincorso, filmato e offeso dallo stesso “Naomo”.
Una risposta arrivata dopo ben quattro mesi dalla sua presentazione, ma ciò che indigna la Ferraresi sono soprattutto i contenuti che dovrebbero chiarire i motivi del comportamento del vicesindaco con delega alla sicurezza.
La vicenda è nota: siamo in pieno lockdown, agli inizi di aprile, e Nicola Lodi rincorre, filma e offende un ‘runner’ che poi si scoprirà grazie a Estense.com essere affetto da patologia psichiatrica, una patologia confermata da almeno due certificati medici che indicano la necessità di svolgere attività motoria intensa per ottenere parziale sollievo, oltre ai farmaci. Nel filmato, dato in pasto a Facebook, si vede l’assessore alla sicurezza individuare un uomo in tenuta da runner e con un cagnolino al guinzaglio mentre passa correndo in corso Martiri, davanti al Castello Estense, e dirgli che “non può correre tutti i giorni in barba a tutti, non può, vada a casa!”. L’ammonimento non si ferma qui, l’uomo viene rincorso in auto da Lodi, che continua a inveire al suo indirizzo e suonare con il clacson mentre passa tra piazza municipale e via Garibaldi e poi ancora in altre vie del centro, con Lodi che continua a urlare “non puoi, sfigato”, fino a un fermo immagine in cui si vede l’uomo fermato dalla Polizia.
Anna Ferraresi ha chiesto subito conto del comportamento del vicesindaco con un’interrogazione al primo cittadino nella quale la consigliera ravvisava diverse ipotesi di reato come “diffamazione aggravata al mezzo internet, reato di molestia o disturbo alla persona nonché violazione della privacy”. La consigliera d’opposizione aveva chiesto al sindaco se “ritiene che il comportamento dell’assessore plurideleghe nonché vicesindaco Nicola Lodi sia adeguato ai ruoli che egli ricopre o sia andato oltre i suoi poteri; se abbia l’autorità operativa di svolgere azioni di controllo, vigilanza tipica delle forze dell’ordine e se possa infrangere il codice della strada che vieta l’utilizzo nel centro abitato di segnali acustici, se non in casi di effettivo e immediato pericolo”. Venivano inoltre chieste anche le autorizzazioni per scoprire se “l’autore del filmato, come di altre dirette del vicesindaco ai tempi del Covid-19, abbia una certificazione valida in relazione al Dpcm in vigore, così come l’autista” e se la gogna mediatica fosse approvata dall’Amministrazione, ma soprattutto se “persone fragili, affette da disabilità o patologie importanti possano essere oggetto di scherno e di propaganda politica ai fini personali utili al vicesindaco Lodi”.
La risposta di Lodi (non del sindaco al quale era rivolta l’interrogazione) è la seguente: “L’autorità e i poteri dell’assessore con delega alla sicurezza sono equiparati a quelli di un pubblico ufficiale. La sanzione inflitta al “runner” dalle forze di polizia è da imputare esclusivamente all’evidente atto illecito commesso dallo stesso. Il vicesindaco, in occasione del fatto in questione, non si è qualificato come organo di polizia né ha richiesto in visione i documenti d’identità, ma ha solamente cercato di far capire al soggetto la gravità di tale comportamento in quel particolare periodo di forte emergenza sanitaria. Al momento della ripresa del filmato, l’assessore con delega alla sicurezza non era a conoscenza delle patologie che affliggevano il “runner”; circostanze apprese solo successivamente in quanto pubblicate da alcune testate giornalistiche locali”.
Per Anna Ferraresi tale risposta sarebbe “vergognosa”, oltre a non soddisfare tutte le domande poste nell’interrogazione, compresa quella riguardante la “gogna” a cui è stato sottoposto ilm “runner” con la pubblicazione su Facebook del filmato. “Anche noi come consiglieri comunali – commenta Anna Ferraresi – siamo pubblici ufficiali, ma ciò non significa che siamo agenti di sicurezza. Non ci passerebbe mai per la testa di rincorrere, strombazzare (termine tanto amato da Naomo) con il clacson e dare dello sfigato come ha fatto il vicesindaco e assessore con delega alla sicurezza”. Inoltre, “il fatto di essere un pubblico ufficiale è una aggravante nell’aver diffuso via Facebook il filmato e le immagini oggetto di gogna mediatica da parte dello stesso Lodi e dei suoi sostenitori”.
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