Politica
9 Agosto 2020
Il gruppo consiliare suggerisce alcune soluzioni a Prefettura e Comune per evitare che dopo una sola settimana dalla riapertura i plessi scolastici debbano chiudere per tre giorni

Azione Civica chiede uno sforzo: “Non fermare la scuola per i seggi referendari”

di Redazione | 3 min

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“Che a rimetterci debba sempre essere il sistema scolastico non ci sembra giusto”. Azione Civica chiede a Prefettura e Comune di Ferrara uno sforzo in più per evitare che le scuole a settembre, dopo una sola settimana dalla riapertura, debbano chiudere per tre giorni perché occupate dai seggi per il referendum.

Uno sforzo per individuare altri spazi, nonostante la Prefettura abbia già chiesto all’Amministrazione comunale tale sforzo. Il fatto è che per “difficoltà oggettive” la risposta del Comune è stata quella di confermare che 55 seggi dei 160 totali occuperanno sedi scolastiche (dalle materne alle superiori).

Azione Civica dice di comprendere che le difficoltà siano oggettive, ma propone delle eventuali soluzioni che darebbero un segnale di maggiore attenzione verso il sistema scolastico. “Un sistema – commentano gli esponenti del gruppo di opposizione in Consiglio comunale – che a febbraio scorso ha chiuso per primo evitando la diffusione dei contagi e tutelando bambine, bambini, ragazze e ragazzi (e di conseguenza le famiglie), che ha cercato in tutti i modi di proseguire la didattica anche a distanza con tutti i limiti di una situazione emergenziale, che dopo mesi di incertezze sta riorganizzando i propri spazi, i servizi e le modalità dello stare insieme. Un sistema che ha bisogno di recuperare il tempo perduto, dove i più fragili sono ancora una volta i più svantaggiati”.

Per tutti questi motivi “la scuola a settembre deve poter ripartire senza interruzioni e nella massima sicurezza sanitaria”, perché “già sarà difficile la gestione dell’ordinario senza dover introdurre anche l’ulteriore difficoltà dei seggi elettorali”, un rischio “da non dover correre, con la necessaria sanificazione degli ambienti e quindi i tempi di chiusura ancor più lunghi dell’ordinario”.

Da qui la richiesta di un ulteriore sforzo “dimostrando di saper fare innovazione”. “Siamo certi – aggiungono da Azione Civica – che altri luoghi per insediare i seggi si possano trovare, tra tutti i beni (pubblici e privati) disponibili sul territorio comunale, per i quali un riutilizzo temporaneo per un uso governativo sarebbe più che possibile”.

Arrivano quindi i suggerimenti sugli edifici e immobili da utilizzare: “Pensiamo agli edifici inutilizzati pubblici (spazi dell’ex ospedale S.Anna, la ex scuola infermieri di via Mayr, ma anche l’ex caserma di via Cisterna del Follo), agli spazi commerciali inutilizzati presenti ai piani terra in quasi tutti quartieri. Basterebbe rendere accessibile un unico vano al piano terra, sicuramente per le norme sanitarie sarà richiesto l’accesso ai seggi singolarmente, quindi non servirebbero grandi spazi. In fondo molte esperienze culturali in questi anni, proposte e organizzate da associazioni, hanno aperto la strada ad usi temporanei di edifici inutilizzati dimostrando che è fattibile. Anche qualsiasi altro edificio pubblico aperto e attivo, purché non le scuole: per esempio utilizzare una stanza dello stabile dove si trova il cinema Boldini e la videoteca annessa eviterebbe di usare la scuola Alda Costa come sede di seggio, oppure votare in uno spazio al Consorzio Grisù o nella sede Asl di via Cassoli, permetterebbe di lasciare aperta la scuola Poledrelli”.

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