Comacchio
8 Agosto 2020
L'ex dirigente regionale e presidente di Federparchi controreplica al consigliere Pd: “Bugie sulla mie frequentazioni venetaorie, mai avuto licenza di caccia in vita mia”. Interviene anche Bergamini (Lega)

Parco del Delta. Valbonesi: “Fabbri spara colpi a vuoto”

di Redazione | 5 min

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Comacchio. “Evidentemente a Fabbri la lingua batte dove il dente duole”. Inizia così la controreplica di Enzo Valbonesi, ex presidente di Federparchi, al consigliere regionale del Pd Marco Fabbri sulla gestione e sul futuro del Parco del Delta di cui l’ex sindaco comacchiese è stato anche presidente.

“Solo su una cosa ha ragione – ammette Valbonesi -, che sono pensionato”. Ma subito inizia una lunga sequenza di ‘puntini sulle i’, a partire dalla passione venatoria richiamata da Fabbri: “La sua più grossa bugia è relativa alle mie frequentazioni venatorie di Comacchio in quanto non ho mai avuto la licenza di caccia in vita mia e non ho mai sparato un colpo. Di colpi a vuoto ne spara invece Fabbri – dice Valbonesi -, evidentemente afflitto, dopo la sua elezione in Regione, da ‘delirio di onnipotenza’. Sui casi che ho citato nel mio intervento (ex Cercom, dell’ex zuccherificio, Valle della Canna) mi sono sempre espresso ufficialmente (conservo gli atti), suo malgrado, con precisi pareri contrari. Fabbri forse non sa, pur essendo stato presidente del Parco, che, per legge, la Regione non approva gli atti propri dei Parchi (Bilanci, Piani territoriali, Programmi di Sviluppo, nomine, dotazioni organiche) per cui su di essi come dirigente non mi sono mai espresso”.

“Su Boscoforte, di cui Fabbri si ricorda solo ora in prossimità delle elezioni e dopo essere stato silente in tutti questi anni – prosegue Valbonesi -, non ho fornito alcun parere tecnico per una ragione molto semplice: perché l’accordo per il suo passaggio alla Regione non è mai stato deliberato dalla Giunta regionale e tale acquisizione non poteva certo deciderla un funzionario regionale che non ne ha facoltà alcuna trattandosi di questioni patrimoniali in capo, come tali, al decisore politico”.

L’ex presidente di Federparchi mostra soddisfazione per il chiarimento sulla risoluzione presentata da Fabbri nella quale il consigliere non intende “caricare la Regione del suo acquisto. Ma sui vocabolari della lingua italiana la parola acquisizione può voler significare anche acquisto. Per chiarezza avrebbe dovuto aggiungere nel testo della risoluzione dopo acquisizione la parola gratuita. Ma meglio tardi che mai”.

Sul MaB si sbaglia poi di grosso perché fui proprio io a proporre al presidente della Giunta regionale di allora di agganciare il carro dei Veneti per partecipare alla candidatura Unesco inserendo tutto il Parco del Delta – rileva Valbonesi -. È vera una cosa e cioè che mi opposi e non firmai l’atto per finanziare, con soldi Regionali, l’acquisto di due video a colui che per conto del Comune di Comacchio aveva gestito il concerto ‘gratuito’ preelettorale di Venditti. Di tutto ciò conservo le prove”.

Ancora, scrive l’ex dirigente, “sulla caccia nella Valle di Comacchio Fabbri farebbe meglio a tacere. Intanto perché dovrebbe sapere che fino al 2017 la Regione non aveva la funzione di approvare i Regolamenti del Parco che erano in capo alle Provincie, sia perché è stato proprio il sottoscritto a sollevare dubbi nei confronti dei soggetti competenti in materia venatoria e con specifici quesiti rivolti anche a lui come sindaco e presidente del Parco (che sono agli atti), circa la legittimità della cosiddetta Azienda speciale di caccia di Comacchio. Se poi nel 2019 , cosi come anche quest’anno, la Regione ha dovuto approvare con una specifica norma di legge  e senza alcun mio parere positivo, la proroga del regolamento della caccia, qualche dubbio sulla regolarità dell’Azienda speciale di caccia sorge sicuramente. Fabbri farebbe bene a spiegare come stanno le cose senza arrampicarsi sugli specchi. Tanto prima o poi, si sa, i bubboni scoppiano”.

“Infine – conclude Valbonesi -, mi sarei aspettato da Fabbri qualcosa anche nel merito della prospettiva del Parco questa volta come consigliere regionale di maggioranza. Invece nulla, il vuoto più assoluto. Evidentemente l’unico problema è la nomina del futuro presidente del Parco che presto si risolverà, nella querelle tra Ravenna e Ferrara sull’anagrafe del presidente, con qualche contropartita per Ravenna. Tanto il precario stato della biodiversità nel Delta può attendere”.

Sulla questione Parco interviene anche Davide Bergamini, referente provinciale della Lega. “Le divergenze nella gestione del Parco del Delta del Po vanno superate in nome della praticità e del buon senso, mettendo in campo professionalità e competenza: sono questi gli unici principi che deve guidare le prossime mosse di tutti gli attori coinvolti – afferma -. I poltronifici della sinistra devono rimanere fuori dalla gestione di questo Ente che deve essere preso in mano in modo serio e concreto: le situazioni critiche dell’area sono evidenti e devono essere risolte con confronti approfonditi e con percorsi condivisi tra le due realtà provinciali che sono chiamate a tutelare un ambito di fondamentale importanza, non solo a livello naturalistico ma anche di rappresentanza paesaggistiche e di richiamo turistico. Chiediamo a tutti i soggetti coinvolti di mettersi attorno ad un tavolo per trovare la strada giusta dando per una volta un esempio di buona politica. In caso contrario rischiamo di perdere non solo la possibilità di fare sistema con la limitrofa Ravenna, ma mettiamo a rischio anche la posizione di rilievo che spetta alla nostra provincia garantita dalla maggior percentuale di territorio di competenza. Comacchio in particolare, direttamente interessato dalle sorti dell’area, deve continuare ad essere punto di riferimento nella gestione del Parco e deve farlo in un’ottica di crescita, di sviluppo territoriale e di rilancio turistico. Fino ad oggi chi ha amministrato il parco non si è dimostrato all’altezza del compito, come dimostrano le reciproche accuse di questi giorni, ma è il momento di imprimere una svolta basata sul dialogo, la condivisione e la capacità di darsi obiettivi comuni da perseguire”.

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