Attualità
3 Agosto 2020
Distribuita oltre una tonnellata di cibo a Ferrara nel 2019, in regione aumenta la richiesta di aiuti alimentari

Emergenza Covid, oltre 5mila richieste di aiuto al Banco Alimentare

di Redazione | 3 min

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Ben 1.041.355 chili di cibo distribuiti a 89 strutture caritative che assistono 13.635 persone bisognose. Sono i numeri raggiunti nel 2019 a Ferrara dal Banco Alimentare Emilia Romagna per un totale regionale di 8.090.754 chili donati a 781 strutture convenzionate a sostegno di 128.904 bisognosi. 

L’emergenza generata dal coronavirus ha però causato un aumento delle richieste di aiuto. Dai primi dati analizzati, oltre 5mila persone in più hanno chiesto e ricevuto aiuti alimentari, ma si ritiene che  sia una situazione ancora in progresso.

Sono piccoli artigiani e imprenditori, commercianti, lavoratori precari i nuovi poveri che in questi mesi hanno fatto richiesta alla rete regionale del Banco Alimentare.

Tra le cause di povertà che spingono i più bisognosi a rivolgersi al Banco in Emilia Romagna attraverso le strutture caritative partner, al primo posto la mancanza di lavoro, da cui un reddito insufficiente al fabbisogno familiare, e i pochi risparmi terminati a cui si aggiungono cause di difficoltà pregresse.

In prima linea anche l’azienda San Carlo che dall’inizio dell’emergenza, prima sanitaria e ora economica, ha donato oltre 468.800 confezioni di patatine e snack salati attraverso la rete del Banco Alimentare. Da marzo a luglio in Emilia Romagna sono state 6.012 le famiglie raggiunte: 3.306 a Bologna, 1.504 nella provincia di Forlì-Cesena e 1.202 a Ferrara per circa 18.035 prodotti distribuiti.

Analizzando il bilancio sociale, nel 2019 il Banco Alimentare Emilia Romagna ha registrato un forte calo (-52% rispetto al 2018) nell’arrivo dei prodotti del programma comunitario Fead (di cui è distributore e che coprono normalmente oltre il 40% del quantitativo di alimenti distribuiti), ma tale diminuzione è stata in gran parte compensata dall’andamento generale dell’attività di recupero di alimenti (+7,8%).

Nel 2019 il Banco Alimentare Emilia Romagna ha quindi registrato un risultato positivo per quanto riguarda i prodotti salvati dallo spreco. Le quasi 5.000 tonnellate di eccedenze (prodotti perfettamente edibili non più commercializzabili) recuperate dalla filiera agroalimentare, dalle produzioni agricole, dall’industria, dalla grande distribuzione organizzata e dalla ristorazione collettiva hanno rappresentato il 61,8% del totale degli approvvigionamenti effettuati. Se si aggiungono i prodotti raccolti mediante la Colletta Alimentare di novembre ed altre piccole raccolte, si arriva al 74,2% del totale.

“Abbiamo raggiunto nel 2019 risultati che ci riempiono di soddisfazione e che riflettono la dedizione e gli sforzi che ogni giorno il nostro staff porta avanti per supportare chi è in difficoltà – commenta Stefano Dalmonte, presidente del Banco Alimentare Emilia Romagna –. Per questi straordinari risultati bisogna dire grazie ai dipendenti, ai volontari, alle aziende donatrici e alle strutture caritative che condividono la nostra mission. Siamo però preoccupati per il dramma del bisogno di cui abbiamo fatto e facciamo esperienza nella difficile situazione generata dall’epidemia Covid-19. Temiamo purtroppo che in autunno le richieste di aiuto potrebbero tornare a salire”.

A inizio 2020, era stato effettuato un aggiornamento del numero degli assistiti dalle strutture convenzionate, che aveva portato da quasi 129.000 a 117.000 il numero delle persone riceventi gli alimenti distribuiti dal Banco in Emilia Romagna, dato da leggere positivamente poiché si avvertiva un piccolo miglioramento della situazione della povertà alimentare in regione. Ma ora a preoccupare è l’emergenza sociale post Covid-19.

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