Lettere al Direttore
7 Luglio 2020

Parlate anche di disabilità

di Redazione | 3 min

Mi fa piacere sentire e vedere che il PD proponga come ordine del giorno in consiglio comunale il testo di legge riguardante l’omotransfobia.

Vorrei ricordare che a mio parere sono tutte persone in base del sesso, religione e colore della pelle.

Se parliamo di discriminazione, noi disabili sono decenni forse migliaia di anni che siamo discriminati.

Cosa più recente lo dice la storia nella seconda guerra mondiale mediante lo sterminio nazifascista.

Ma poi venendo ai giorni nostri notiamo che questa discriminazione viene perpetrata ogni giorno anche ora mentre parlo.

Cito alcune aumento delle pensioni di invalidità civile ricordo 280euro mensili, la convenzione Onu firmata dall’Italia per diritti delle persone con disabilità mai attuata, anche parcheggiare nello stallo per disabili pur non avendone il diritto, al bullizzare tali persone e le cronache ne sono piene, vorrei ricordare la mia aggressione in piazza Ariostea, adoperare impropriamente il CUDE (Certificato unico di disabilità europea) e molto altro.

Ora per i più smemorati vorrei ricordare che i PEBA (piani di eliminazione delle barriere architettoniche) sono fermi da troppo tempo nei cassetti del comune.

Vorrei inoltre ricordare che ogni volta viene mandato in onda a mezzo social o altro la diretta del consiglio comunale, viene commesso una discriminazione nei confronti delle persone con disabilità.

Nel senso che manca la lettura in LIS e per molti documenti anche il Braille.

L’italia con legge n 18 del 3 marzo 2009 (pubblicato in gazzetta ufficiale n.61 del 14 marzo 2009), ha ratificato e resa esecutiva la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con protocollo opzionale, adottata dall’Assemblea Generale dell’Onu il 13 dicembre 2006 ed entrata in vigore il 3 maggio 2008. Con il medesimo provvedimento (art3) istituisce l’osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.

Vorrei ricordare altresì che il Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. difici, spazi e servizi pubblici); sembra essere molte volte una visione astratta.

Sembra che parlare di disabilità non vada bene oppure solo quando ci fa più comodo per merito fini politici.

Vorrei ricordare inoltre che questo comune non è mai stato virtuoso in tema di disabilità, forse e nemmeno il compitino è mai riuscito a fare.

Quando non si ha nessun rappresentante in consiglio comunale e tantomeno non vi è un interesse per affrontare questo tema, delicato, spinoso ma importante non ci sarà mai un salto di passo della società stessa.

Quando si parla di disabilità vi è un mondo che parte dai più giovani ai meno giovani, passando per quelle disabilità che non si vedono ma ci sono.

Quando non si affrontano questi temi nelle scuole, quando non si fanno e si danno risalto ad azioni di contrasto, beh questo è il risultato finale. Nessuno ne parla.

Vorrei una targa in tutti i luoghi pubblici dove vi sia scritto “dove vive meglio un disabile, vivono meglio tutti”, perché va ricordata sempre questa frase e da questa frase tutti compreso la stessa politica deve partire.

Io non so se riusciremo a vedere una città accessibile, una nazione più accessibile, di sicuro con il sacrificio di alcuni e poi di molti altri un giorno potremo vivere in un mondo più accessibile.

Fino a quel giorno noi siamo quell’omino davanti a quel carrarmato, dove dietro di lui vi erano migliaia di persone. Ma che da solo è riuscito a fermare un carro armato, ora sta a noi scegliere da che parte stare, se dalla parte di quell’omino o dalla parte del carro armato.

Mi fa però piacere che dopo tutto si sia parlato in consiglio comunale di omotransfobia…. però poi se potete parlate anche di disabilità grazie.

Paolo Vezzani, un disabile che non si è mai arreso

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