Attualità
6 Giugno 2020
Sei strutture nella regione potenzieranno il sistema sanitario pubblico nazionale

Ecco l’hub per le terapie intensive

di Redazione | 5 min

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Con l’inaugurazione delle sedi di Bologna, Modena, Parma – dopo quella di giovedì a Rimini – è nato ufficialmente l’hub regionale e nazionale per la terapia intensiva.

Il progetto, realizzato dalla Regione Emilia-Romagna e dal ministero della Salute era stato annunciato quasi due mesi fa,  a metà aprile, ed è frutto di un investimento complessivo di 26 milioni di euro.

L’hub è articolato su sei strutture ospedaliere e ospedaliero-universitarie del territorio – a Bologna, Modena, Parma e Rimini – e rafforza il sistema sanitario regionale, pubblico e universalistico, aumentando la dotazione complessiva di 146 nuovi posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva: spazi utilizzabili da subito per curare pazienti in situazioni critiche che richiedano questo tipo di assistenza specialistica nell’ambito dell’attività ordinaria, e ai quali ricorrere per gestire un’eventuale nuova ondata epidemica di pazienti Covid, provenienti anche da altre regioni, o qualsiasi altra emergenza.

Con la concreta possibilità che possano ospitare parte dei pazienti ancora oggi ricoverati in terapia intensiva in reparti Covid di altri ospedali, permettendo a tali strutture di tornare appunto all’erogazione di servizi e prestazioni fornite prima dell’emergenza.

Una rete territoriale sviluppata all’interno dei nosocomi esistenti, che si integra in essi ed entra a pieno titolo negli spazi operativi della sanità emiliano-romagnola e italiana, dislocata all’Ospedale Infermi di Rimini (34 nuovi posti letto di terapia intensiva), al Policlinico Sant’Orsola (14) e all’Ospedale Maggiore di Bologna (34), al Policlinico di Modena (30) e all’Ospedale Civile di Baggiovara (18), sempre a Modena, e all’Ospedale Maggiore di Parma (14).

Vanno poi considerati i 45 posti letto di terapia intensiva creati nella provincia di Piacenza, una delle aree più colpite in Italia, durante la crisi da coronavirus, che diventano strutturali all’interno della sanità regionale pubblica.

Dei 26 milioni investiti, 5 milioni sono fondi raccolti con la campagna regionale “Insieme si può”, che ha visto tantissimi cittadini, imprese, fondazioni, istituti bancari fare donazioni e per la quale si sono prestati numerosi testimonial fra giornalisti, attori, musicisti e cantanti, sportivi, ricercatori (è in corso di ultimazione la realizzazione del portale dedicato con la rendicontazione di tutte le risorse e del loro utilizzo).

È stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, insieme al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a visitare venerdì alcuni dei punti dell’hub delle terapie intensive: la giornata è iniziata in mattinata all’Ospedale Maggiore di Bologna – presente anche la vicepresidente Elly Schlein – per proseguire all’Ospedale di Baggiovara (Mo) e, nel primo pomeriggio, al Maggiore di Parma. A chiudere il programma, Piacenza, per recarsi al pronto soccorso e per l’incontro con il personale sanitario, per settimane, encomiabile, sempre in prima fila – come ha detto Bonaccini: “Siete stati l’orgoglio dell’Emilia-Romagna, non lasceremo solo questo territorio” – e infine in Comune.

Con il ministro e il presidente della Regione, presenti nelle varie tappe anche l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, la vicesindaca Valentina Orioli a Bologna e i sindaci Gian Carlo Muzzarelli a Modena, Federico Pizzarotti a Parma e Patrizia Barbieri a Piacenza.

“Siamo al lavoro per rafforzare il servizio sanitario nazionale – afferma il ministro Speranza -. La lezione del Covid-19 ci dice che la difesa del diritto alla salute viene prima di tutto. Perciò va archiviata per sempre la stagione dei tagli e dobbiamo continuare ad investire come fatto negli ultimi mesi”.

“Quello che inauguriamo oggi è un progetto importante e innovativo, che in tempi rapidi vede l’Emilia-Romagna mettere a disposizione del proprio territorio e di tutto il Paese una struttura d’eccellenza, che rafforza la sanità regionale e quella nazionale – afferma il presidente Bonaccini -. Investire nella sanità pubblica e universalistica, che curi chiunque abbia bisogno senza alcuna distinzione, è la strada per ripartire e ricostruire, scegliendo una rete di servizi diffusa nei territori. Un impegno che abbiamo condiviso col Governo, che ringrazio per questo, dovuto anche ai tanti che non ci sono più a causa della pandemia, ai loro familiari e a chi ancora sta soffrendo. Questo progetto è frutto di competenze e risorse, incluse le generose donazioni dei nostri concittadini per la raccolta fondi voluta dalla Regione: anche in questo caso ringrazio per tanta disponibilità, una dimostrazione di fiducia che vogliamo raccogliere dando risposte concrete. Dopo mesi drammatici –  aggiunge il presidente -, la situazione finalmente è migliorata, ma questo non significa assolutamente abbassare la guardia. Se ce la stiamo facendo è stato grazie all’impegno di tanti, primi fra tutti i professionisti e gli operatori che hanno lavorato e che lavorano ogni giorno nelle nostre strutture sanitarie, e ai quali non mi stancherò mai di dire grazie. Rappresentano un patrimonio prezioso – conclude Bonaccini – che vogliamo valorizzare e sul quale vogliamo continuare a puntare”.

“Anche se i dati degli ultimi giorni relativi all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna ci confortano e fanno ben sperare, dobbiamo rimanere vigili e continuare nella nostra azione di contrasto al virus – ricorda l’assessore Donini -. Con l’inaugurazione di oggi, il quadro della Rete che potenzierà le cure intensive in regione, e che sarà al tempo stesso a servizio di tutto il Paese, è completato. Un traguardo, questo, che abbiamo raggiunto in tempi rapidi e con un grande sforzo collettivo; lo vorrei dedicare – aggiunge l’assessore – a tutti i professionisti della sanità che non sono mai venuti meno ai loro compiti, dedicandosi con abnegazione assoluta ai pazienti e lavorando in condizioni estremamente difficili. E anche a coloro che, nonostante tutti i tentativi fatti per salvarli, purtroppo ci hanno lasciato e che non dimenticheremo mai”.

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