Lettere al Direttore
2 Giugno 2020

La ministra fra imbuti e vasi

di Redazione | 2 min

I pentastellati misero in croce due “ministre” per vicende legate ai titoli di studio dichiarati. Valeria Fedeli fu accusata di aver conseguito un titolo di studio inesistente o quanto meno dubbio, mentre a Marianna Madia venne contestata la copiatura, almeno parziale, della tesi di dottorato.

Ora però si scopre…che il bue ha dato del cornuto all’asino,come recita un noto proverbio, dato che è scoppiato il “caso Azzolina”, riguardante l’attuale ministro (o “ministra”) dell’Istruzione.

Siracusana, classe 1982, dopo la laurea in Filosofia conseguita a Catania Lucia Azzolina ha poi frequentato la Scuola di specializzazione all’insegnamento secondario (SSIS), per l’abilitazione alla docenza in storia e filosofia, superando l’esame finale.

Ha altresì partecipato (quando era parlamentare grillina…) al concorso da dirigente scolastico, bandito il 24 novembre 2017 ,classificandosi al 2542esimo posto su un totale di 2900 posti disponibili.

Il 27 dicembre 2019 Massimo Arcangeli, il Presidente della Commissione per l’accesso al ruolo di dirigente scolastico che giudicò la prova orale della deputata mise in dubbio la capacità della stessa nel poter svolgere l’incarico di Ministro dell’Istruzione, sulla base dei risultati ottenuti nelle prove. La Commissione presieduta dallo stesso Arcangeli le attribuì punti 80.5/100 alla prova scritta e punti 75/100 alla prova orale.
 L’11 gennaio 2020 lo stesso Prof. Arcangeli, dalle colonne del quotidiano “La Repubblica”, ha sostenuto che alcuni paragrafi della tesi da lei a suo tempo presentata per l’abilitazione all’insegnamento sarebbero stati copiati da testi specialistici.Lucia Azzolina ha tuttavia replicato alle accuse rilevando che non si trattava né di una tesi di laurea né di un plagio, essendo lo scritto una semplice relazione di fine tirocinio.
Tesi o relazione che fosse, di certo non ha fatto una bella figura.
L’ultima “perla” risale al 16 maggio scorso. Dopo aver parlato di “colloquio orale”, generando più di una perplessità perchè un colloquio è di sua natura orale, l’Azzolina ha detto che «lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenze. È ben altro».
Forse memore di una frase attribuita a Platone (“I giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere”) la nostra Lucia ha voluto fare bella figura con una citazione dotta, confondendo però l’imbuto – che ovviamente non si può riempire – con i vasi, arrampicandosi poi sugli specchi per giustificare la sua infelice “uscita”.
Insomma,secondo qualche malevolo commentatore che voleva rimanere in tema…l’ha fatta fuori dal vaso
Ora si apprende che la ministra ha avuto una scorta (tre baldi finanzieri) dopo aver ricevuto minacce e insulti.
Chissà…Forse la proteggeranno anche da errori e gaffes…
Giorgio Fabbri
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