Attualità
10 Maggio 2020
Disappunto dei sindacati sui ritardi e le scelte dettate da propaganda del sindaco e presidente della Ctss: "79 giorni passati dalle richieste di lavorare per un piano sanitario provinciale unico"

Cgil Cisl Uil Ferrara a Fabbri: “Sulla sanità ha perso tempo e fatto danni, ora cambi passo”

di Redazione | 3 min

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Da sinistra Zanirato, Zagatti e Barberis

Ancora una tirata d’orecchie unitaria dei sindacati – questa volta dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil – al sindaco di Ferrara e presidente della Ctss (Conferenza territoriale socio sanitaria) Alan Fabbri per come è stata gestita a Ferrara la Fase Uno dell’emergenza Covid e l’inizio della fase Due.

Sindacati che avevano chiesto a Fabbri di lavorare per un piano sanitario provinciale unico in grado di affrontare al meglio l’emergenza, a tutela del personale sanitario e dei cittadini, ma “sono passati 79 giorni” e la speranza è che con la seduta della Ctss del 12 maggio sia la volta buona. “Il 18 aprile – dicono i segretari Cristiano Zagatti, Bruna Barberis e Massimo Zanirato – abbiamo chiesto al presidente Fabbri in Ctss di discutere della sicurezza nei luoghi di lavoro per far partire l’economia provinciale in sicurezza”, ma, aggiungono i sindacalisti, “il presidente Fabbri sembra non comprendere l’importanza di avviare una discussione per promuovere misure a tutela non solo dei lavoratori e delle lavoratrici ma della salute dell’intera collettività: condizione indispensabile per scongiurare il “rimbalzo” della curva del contagio e far partire il prima possibile il lavoro. La sicurezza appare solo nelle sue dichiarazioni ma non nelle azioni”.

Cgil, Cisl e Uil tornano inoltre sull’ordinanza bloccata dal Prefetto per far ripartire in anticipo il commercio, affermando che l’azione di Fabbri è avvenuta “non solo in spregio alle leggi vigenti ma cosa ancor più grave senza nessuna certezza sulla garanzia di tutela delle persone che lavorano e mettendo potenzialmente a rischio tutta la cittadinanza: o ha cattivi consiglieri, o si evidenzia il profilo di totale inadeguatezza e pericolosità che esercita nel proprio ruolo o più probabile è il segno di un tratto di pericolosa spregiudicatezza politica”.

“Non può più essere permesso a Fabbri – attaccano i tre sindacalisti – di fare scelte che aggravano il costo della crisi già pesante per lavoratori, pensionati e non può ridurre le opportunità per i nostri giovani. Non discutere di organizzazione della sanità in Ctss per l’avvio della “fase 2”, non garantire tutela a noi tutti non è più tollerabile”. Si tratterebbe, insomma, di non perdere ulteriormente tempo di fronte alle difficoltà della sanità locale con un ospedale di Cona che è quello “che più produce e deve essere messo nelle condizioni di correre, di sfruttare tutte le potenzialità che possiede”. “Basta freni che determinano l’occupazione impropria di posti letto: in Ctss si decida di investire sul territorio. L’ospedale di Argenta – propongono Cgil, Cisl e Uil – deve tornare a dare risposte adeguate alla fase come quello di Cento”, inoltre “l’ospedale del Delta va organizzato per garantire risposte all’utenza, per questo pensiamo vada reso agibile in tutti i suoi piani l’ospedale di Comacchio per poter curare i pazienti affetti da Covid”.

Da qui l’appello a Fabbri: “Presidente ha perso un anno per rilanciare la sanità occupandosi di propaganda, ora cambi passo per il bene di tutti, può farlo. Nella Ctss del 12 proponga l’apertura dell’ospedale di Comacchio per poter smaltire più velocemente le liste d’attesa dei tanti cittadini della provincia che oggi non trovano risposte adeguate; per limitare la mobilità passiva; per riparare con grande umiltà agli errori che per miopia sta commettendo e per i quali tutti ne stiamo pagando le conseguenze, soprattutto i più fragili, le persone malate e quelle più povere che non potranno accedere alla sanità a pagamento. E’ evidente che la sua cultura non le consente di vivere il confronto come opportunità, ma produce danni a troppi l’essere accecati dall’ideologia e la complessità che abbiamo davanti avrebbe bisogno di coesione e larga partecipazione. Siamo fiduciosi che da domani saprà ricoprire il ruolo con maggior responsabilità, consapevolezza e nell’interesse pubblico, che è di tutti”.

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