Attualità
26 Aprile 2020
Dopo le esternazioni preoccupate del sindaco Fabbri su una dualità tra il dg del Sant'Anna e quello dell'Ausl, il subcomissario all'emergenza precisa qual è il suo ruolo e quali poteri abbia

Carradori: “Il mio compito è di coordinare e suggerire, non di dirigere”

di Redazione | 3 min

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Tiziano Carradori

“Le azioni compiute da me, quale subcommissario, sono quelle di evidenziare alle ‘cabine di regia’ di questa emergenza (l’Unità di Crisi e la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria) i problemi prioritari e i possibili percorsi per affrontarli, coordinando le scelte di quanti stanno gestendo questa emergenza. Pur mantenendo, ciascuno, le proprie responsabilità istituzionali; in nessun modo, infatti, il Subcommissario può influire con azioni di controllo e di potere sulle decisioni altrui”.

È un estratto della lettera di Tiziano Carradori, direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e subcomissario all’emergenza per il territorio di Ferrara, in risposta all’appello pubblico del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, che chiede un referente unico e indica in una dualità tra Carradori e il dg dell’Ausl Claudio Vagnini elementi di forte preoccupazione.

“Il ruolo e le mansioni di direttore generale dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria di Ferrara (ora commissario straordinario, in carica fino al 30 giugno) non sono cambiate nel corso dell’emergenza – si premura di precisare Carradori -. Le mie scelte sono state messe in atto con lo stesso scrupolo organizzativo di sempre, cercando di far fronte al repentino cambio di rotta gestionale imposto dall’avanzare della pandemia. Decisioni, prima di tutto, prese per mettere in sicurezza i pazienti e i dipendenti dell’ospedale che pro tempore dirigo. E contemporaneamente per garantire il miglior livello assistenziale possibile. L’impegno si è concentrato per dotare il S. Anna delle necessarie strumentazioni mediche e affinché non venissero mai meno le scorte di dispositivi di protezione individuale e farmaci. Il ruolo ricoperto mi ha imposto di compiere azioni e scelte, come quella di distinguere percorsi interni e dividere nettamente reparti e percorsi, di assumere il personale necessario (medici, infermieri ed Oss), di agire per ridurre i tempi di processazione dei tamponi (che da oltre un mese nell’ospedale di Cona sono letti in giornata) con l’acquisizione della strumentazione per fare questo nel nostro laboratorio”.

“Il ruolo e le mansioni del subcommissario (ruolo non richiesto, ne cercato) non hanno nulla a che vedere con la sovraordinazione rispetto ad altre responsabilità di gestione della sanità provinciale – assicura Carradori – ma sono quelle di ‘assicurare le necessarie attività di coordinamento e gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione della sindrome da Covid-19, in accordo con il commissario ad acta dott. Sergio Venturi al fine di coordinare le attività nel territorio di Ferrara in caso di necessità e in stretta collaborazione col commissario ad acta Sergio Venturi’ così come indicato dalla Regione Emilia-Romagna”.

“Chi si trova oggi ad essere chiamato nella gestione di questa emergenza, come spesso accade nella vita, ha dinanzi a se due strade – osserva in conclusione il subcommissario -. L’assunzione delle proprie responsabilità o la ricerca di un capro espiatorio. Per natura e convinzione personale, come è sempre accaduto per quanto riguarda il mio percorso professionale, io scelgo la prima. Questo fa si che se a me è dato il compito di coordinare e di suggerire ma non di dirigere, io mi attengo doverosamente al mandato ricevuto e rimetto ad altri le decisioni che loro competono. Certamente, continuerò, come ho sempre fatto, a rappresentare lealmente il mio punto di vista tecnico con quella trasparenza che sono certo gli amministratori locali e gli organi di informazione sono in grado di valutare”.

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