Attualità
19 Aprile 2020
Coronavirus, il punto della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria. Rappresentano ormai il 18% dei contagi

Carradori: “Priorità sono strutture residenziali e conviventi di chi è in quarantena”

di Redazione | 2 min

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Oggi le priorità sono gli ospiti delle strutture residenziali, i quarantenati a domicilio e i loro conviventi. Parte da qui l’analisi dello stato di fatto dell’epidemia Coronavirus a Ferrara in provincia elaborata da Tiziano Carradori. Quello del sub commissario all’emergenza è stato l’intervento introduttivo della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, convocata d’urgenza dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri.

Le categorie individuate dal dg del Sant’Anna rappresentano dall’inizio dell’epidemia circa l’11% dei contagi totali. Dall’inizio di aprile la percentuale sul totale è aumentata a circa il 18%. Per arginare il contagio in queste categorie “servono soluzioni che permettano la sicurezza sia di chi è in quarantena che di chi vi vive accanto”. E per farlo “è necessaria la tempestività del tampone soprattutto per le persone conviventi e gli asintomatici”. Viene poi l’“idoneità del domicilio” e, quando non possibile, “vanno perseguite soluzioni residenziali alternative quali alberghi e alloggi dedicati”.

Altra nota dolente sono le strutture residenziali socio-sanitarie, che dall’inizio dell’epidemia rappresentano circa il 7% dei contagi totali. Dall’inizio di aprile la percentuale sul totale è aumentata a circa il 15%. Anche qui fondamentale è la tempestività del tampone, alla quale segue una “verifica rigorosa delle condizioni di idoneità strutturale delle residenze, “affinché possano consentire adeguate compartimentazioni di struttura necessarie all’isolamento in sede dei casi”.

Qualora le strutture residenziali non consentano una adeguata compartimentazione ed assistenza, per Carradori “gli ospiti dovrebbero essere trasferiti in strutture residenziali esclusive per persone Covid+ o presso lungodegenze pubbliche o private”.

Ospedale Covid free. Alla luce dell’esperienza avuta in alcune strutture del territorio, Carradori sottolinea traccia una linea di demarcazione: “nel caso in cui, all’interno di un ospedale pensato come Covid free o «promiscuo» si scoprino dei contagi tra i pazienti, è consigliabile la trasformazione di tutto l’ospedale in Covid Hospital (come nel caso dell’ospedale di Argenta)”. Al contrario, nel caso in cui in un ospedale Covid free si scoprino dei contagi tra il personale di assistenza, “il mantenimento della condizione free richiede una sorveglianza continuativa con valutazione diagnostica tempestiva del personale di assistenza così come dei pazienti sospetti (come nel caso dell’ospedale di Cento)”.

Carradori tocca quindi il tema dei test sierologici, cavallo di battaglia di Alan Fabbri contro la Regione. E avverte che solo in una fase futura l’identificazione dei casi di positività potrà basarsi sulla diagnostica laboratoristica: al momento “l’unico metodo raccomandato per l’identificazione dei casi infettivi è la diagnostica molecolare di ricerca diretta della presenza del virus attraverso tampone”.

I test sierologici, d’altro canto, “non sono sicuri come vorremmo” e “sono destinati a rivestire un ruolo importante ma non sono ancora raccomandati per l’individuazione dei casi perché non ancora sufficientemente attendibili”.

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