Attualità
18 Aprile 2020
Il direttore amministrativo Iacoviello risponde al sindacato: “Continua ad ispirare la propria azione alle antiche divinità a doppia faccia, presentandone una durante le sedute sindacali e un’altra quando comunica attraverso i media”

Il Sant’Anna replica duro a Nursing Up sui bonus agli operatori sanitari

Savino Iacoviello
di Redazione | 4 min

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Savino Iacoviello

Savino Iacoviello, direttore amministrativo del Sant’Anna

“Come ormai d’uso da qualche tempo il Nursing Up continua ad ispirare la propria legittima azione sindacale alle antiche divinità a doppia faccia, presentandone una durante le sedute sindacali ed utilizzandone un’altra quando comunica attraverso i media”. Inizia così la risposta di Savino Iacoviello, direttore amministrativo del Sant’Anna, al sindacato Nursing Up, a testimonianza che tra le due parti non vi è sicuramente un rapporto privo di contrasti.

L’oggetto del contendere è il ‘bonus’ da riconoscere agli operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid-19, nonché altre forme di riconoscimento economico, come gli straordinari per i tempi di vestizione.

“La duplicità, qui annotata come semplice dato di fatto, rientra nella libertà e responsabilità di chi sceglie di esercitarla e questa Azienda si astiene da qualsiasi giudizio in merito”,  prosegue Iacoviello, secondo il quale  “non può passare sotto silenzio la rappresentazione di comodo che viene fatta, attraverso e per mezzo di stampa, della vicenda e delle connesse responsabilità proprie del sindacato in questione”.

Si parte dalla concessione di un aumento contrattuale riconosciuto ai dirigenti e criticato con asprezza da Nursing Up, ma che, spiega il direttore, “non è una manovra di asservimento dei suddetti dirigenti ma semplicemente l’applicazione di un istituto, già presente nella pratica da tempo ed ultimamente rivalutato dal Contratto Nazionale vigente, sottoscritto anche dal sindacato Nursing Up. Si tratta dei cd. ‘Incarichi di funzione’ istituiti per tutti i ruoli, non solo per quello sanitario, ed attraverso cui, a fronte di attività ulteriori rispetto al contenuto del profilo professionale, possono essere assegnati incarichi di tipo organizzativo o professionale, rendendo in tal modo concreto ed effettivo il processo di responsabilizzazione e di elevazione del personale assistenziale (infermieristico, tecnico RX etc). In estrema sintesi la criticata concessione non è una trovata di questa Azienda, è rivolta esclusivamente al personale non dirigenziale di tutti i profili; non è un aumento contrattuale indistinto ma un riconoscimento economico a fronte dell’esercizio di un incarico, conferito a seguito di selezione preceduta da un avviso pubblico aperto a tutti coloro che ne posseggano i requisiti”.

C’è poi la questione “dell’assenza di riferimenti temporali”, assenti secondo Nursing-Up, ma la cui “grossolanità” e non correttezza “risultano di evidenza palmare, come dimostra la stessa precisazione di Estense.com e la semplice lettura del verbale”.

“Per il resto, in effetti, abbiamo qualche difficoltà a ringraziare il sindacato Nursing Up – afferma Iacoviello -, ma nessuna remora a ringraziare l’impegno e l’opera di chi lavora quotidianamente, come abbiamo già fatto in più di un’occasione e, soprattutto e concretamente, attraverso il potenziamento degli organici deputati all’assistenza, attuato repentinamente e sin da subito. L’esigenza di alleviare, nei limiti del possibile, il peso dei carichi di lavoro del personale spiega anche il ricorso a forme non usuali di reclutamento, come l’assegnazione di contratti CoCoCo e libero professionali, il cui compenso può essere giudicato basso dal Nursing Up solo a condizione di omettere che le tariffe orarie praticate in questa Azienda sono perfettamente in linea con quelle riconosciute da altre Aziende della regione. L’ansia di tutela di questi lavoratori in regime libero professionale che ora anima il Nursing Up si è manifestata solo sui media, visto che la proposta di includerli negli interventi di premiazione, da cui sarebbero esclusi in quanto non dipendenti, è stata avanzata sul tavolo sindacale dalla delegazione aziendale e poi accolta – spiega il direttore amministrativo del Sant’Anna -. La natura privatistica del contratto conferito spiega anche la fonte di finanziamento che, in ossequio con l’attuale ordinamento contabile, non poteva essere individuata né a carico dei fondi della contrattazione e né a carico del bilancio aziendale. L’utilizzo delle risorse ricevute in donazione che riguarda, come esplicitamente specificato nel verbale, le liberalità elargite senza vincolo di destinazione, oltreché perfettamente legittimo sul piano giuridico lo è altrettanto sul piano etico-morale, in quanto risorse destinate a testimoniare il ringraziamento che tutti i cittadini stanno tributando a chi affronta il contrasto all’epidemia con impegno ed abnegazione senza guardare alla natura del contratto che gli permette di agire a beneficio di chi ha bisogno”.

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