Attualità
17 Aprile 2020
I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil individuano nei percorsi promiscui e nei trasferimenti un forte rischio contagio. Da risolvere i ritardi sui tamponi e sugli screening del personale sanitario

Covid-19 e gestione posti letto: “Pretendiamo una regia unica”

di Redazione | 3 min

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Una regia unica per la gestione dei posti letto, priorità sulle refertazioni per gli operatori sanitari e un programma unico provinciale di gestione dell’emergenza. E’ quanto chiedono i sindacati territoriali di Fp-Cgil, Fp-Cisl e Fpl-Uil in vista della Conferenza socio sanitaria sull’emergenza Covid-19 in programma domani 18 aprile.

I tre segretari provinciali delle organizzazioni di categoria snocciolano dati e pongono l’accento sulla difficoltà a mantenere alcuni ospedali Covid-Free (Argenta e Cento), “una scelta da rivedere” come rimarcato da Erika Salvioli della Fp-Cgil. La gestione unica dei posti letto Covid permetterebbe percorsi omogenei ed eviterebbe trasferimenti con conseguenti rischi di contagio, vista anche la difficoltà e i ritardi nell’ottenere i referti dei tamponi.

Servirebbero poi dati sempre aggiornati sui posti Covid disponibili ed occupati, circostanza che non sempre si verifica. “All’ospedale di Cona – elenca Salvioli – abbiamo 182 posti letto di cui 122 occupati, oltre a 28 in terapia intensiva (15 occupati). All’ospedale del Delta, che è ospedale Covid, ci risultano 181 posti di cui 167 occupati, mentre su Argenta e Cento non c’è mai riscontro visto che dall’Asl è sempre molto difficile avere dati. Questi ultimi due ospedali dovrebbero essere mantenuti Covid-Free, ma non è così: la settimana scorsa ad Argenta c’erano pazienti positivi poi trasferiti, mentre Cento ne aveva almeno sette in lungodegenza. Per questo sarebbe ora di ripensare tutta la gestione: avere un’unica regia aiuterebbe”.

La preoccupazione dei sindacati riguarda, come detto, la continua migrazione di pazienti da ospedale a ospedale e dalle stesse case di cura private convenzionate, senza contare i pazienti dimessi e ancora positivi che necessiterebbero di strutture adeguate. “Strutture e percorsi promiscui – dicono – non fanno altro che aumentare il rischio di contagio”.

Un rischio che corrono in gran parte gli stessi operatori sanitari. Qui il problema principale è relativo ai reparti “misti” e al ritardo nella refertazione dei tamponi. A Cona vi sarebbero 22 operatori positivi e 71 all’Ausl, ma in quest’ultimo caso “non abbiamo dati su 90 tamponi ancora da refertare”, così come a Cento, dove oltre ai 37 positivi accertati mancano all’appello 83 referti. “Sui tamponi – spiegano i sindacati – si devono aspettare anche 5-6 giorni prima dei risultati. Venivano portati a un laboratorio di Padova, che poi ha avuto difficoltà per le eccessive richieste. Ora è attivo il laboratorio di Cona, ma ne può fare al massimo una cinquantina al giorno. Per questo è necessario individuare le priorità”.

Stesso discorso con gli screening al personale, cioè i test che vanno successivamente implementati con i tamponi in base ai risultati. “Su 1.860 operatori dell’ospedale di Cona – spiega Sonia Uccellatori della Fp-Cisl – sono stati fatti test su 948 dipendenti, mentre all’Ausl siamo a un terzo del personale, cioè 670 test effettuati. Sono invece 230 i test compiuti sul pesonale di Cra e Rsa. Ma sullo screening c’è un problema di approvvigionamento dei test. Ieri (giovedì 16 aprile, ndr) stavano finendo i kit, ma ne dovevano arrivare 20mila, mentre per la prossima settimana è previsto l’arrivo di un numero tra 40mila  e 90mila kit”.

Tutte criticità che vanno risolte in tempi rapidi per la tutela del personale sanitario, “ma anche per coloro che gravitano attorno alle strutture e agli ospedali, come i dipendenti delle ditte in appalto, i volontari delle ambulanze etc.”. “Quello della Conferenza socio sanitaria – conclude Leonardo Uba della Fpl-Uil – sarà un appuntamento cruciale, durante il quale non solo chiederemo, ma pretenderemo che vi sia un programma unico di gestione di questa emergenza, senza figli e figliastri”.

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